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Idrogeno verde: i progetti per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno italiana

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Questo contenuto è stato aggiornato in data 18/03/2021

 

L’idrogeno è una valida risorsa per la decarbonizzazione dell’industria italiana. Lo sanno bene i firmatari del primo accordo italiano per la produzione di idrogeno nel comparto siderurgico ed ENEA, l’ente che guida il progetto per la realizzazione della prima hydrogen valley italiana.

 

L’idrogeno verde per produzioni a zero emissioni di CO2

 

“L’Italia può diventare un hub europeo e mediterraneo dell’idrogeno”.

 

Esordiva così il CEO di SNAM durante un’intervista lo scorso anno; un’affermazione che oggi suona quasi come il presagio di un evento epocale che riguarda proprio la nostra nazione.

 

L’idrogeno prodotto con l’energia rinnovabile prende il nome di idrogeno verde. Esso nasce dal processo di scomposizione delle molecole dell’acqua (elettrolisi) che avviene tramite un elettrolizzatore che separa l’ossigeno dall’idrogeno.

 

L’idrogeno “puro” che viene fuori dall’elettrolizzatore può diventare una grande risorsa per le industrie siderurgiche. In effetti, l’acciaio per essere prodotto necessita della riduzione degli ossidi di ferro. Basterebbe quindi utilizzare l’idrogeno al posto del carbone in uno dei processi di produzione dell’acciaio più convenzionali – la riduzione diretta – per ottenere acciaio “green”.

 

L’industria siderurgica italiana e l’acciaio green

 

Tenaris, Snam ed Edison hanno sottoscritto il primo accordo italiano per produrre idrogeno verde nell’acciaieria di Dalmine, in provincia di Bergamo.

Il progetto prevede l’installazione di un elettrolizzatore da circa 20 MW per produrre idrogeno ed ossigeno, e introdurre gradualmente l’idrogeno verde al posto del gas naturale usato in alcuni processi di produzione.

 

L’accordo include anche la costituzione di un sito di stoccaggio per l’accumulo di idrogeno ad alta pressione e l’utilizzo dell’ossigeno – prodotto localmente mediante elettrolisi – all’interno del processo fusorio.

 

Il progetto si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “Dalmine Zero Emissions” avviata da Tenaris insieme a Tenova Engineering & Construction, per introdurre l’idrogeno verde nella produzione dell’acciaio da forno elettrico e nelle altre lavorazioni dello stabilimento siderurgico di Dalmine.

 

L’unione tra le realtà che hanno siglato l’accordo consentirà all’industria siderurgica italiana di compiere un grande passo verso la transizione ecologica promossa dall’Europa. Ricordiamo, inoltre, che nel resto del mondo sono soltanto tre gli impianti siderurgici che producono idrogeno, alcuni ancora in fase di sperimentazione: in Australia, in Svezia e in Austria.

 

Transizione ecologica: partner di spessore per una svolta epocale

 

Tenaris S. A. è il più grande produttore e fornitore di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas a livello mondiale. Il gruppo ingloba la società Dalmine Spa, situata nell’omonima cittadina bergamasca e impegnata nella produzione di tubi in acciaio senza saldatura, componentistica auto e bombole. L’accordo firmato con Snam ed Edison permetterà al gruppo Tenaris Italia di ultimare l’ennesimo progetto avviato per migliorare la propria impronta climatica.

 

L’italiana Edison contribuirà mettendo a disposizione l’energia rinnovabile prodotta dai suoi impianti – essenziale per alimentare gli impianti di elettrolisi – e tutte le tecnologie di cui dispone. Snam, invece, fornirà le infrastrutture energetiche utili al trasporto dell’idrogeno, che – come alcuni sapranno – non è affatto semplice da spostare a causa della leggerezza della sua composizione.

Finora la società ha sperimentato il trasporto dell’idrogeno immettendolo al 5% in forma gassosa nella rete del gas metano esistente, ma continua a sperimentare soluzioni per rendere quanto prima le proprie infrastrutture hydrogen friendly.

 

La prima hydrogen valley italiana prende forma con ENEA

 

Alle porte di Roma, presso il Centro Ricerche di Casaccia di ENEA, nascerà il primo polo di ricerca per lo sviluppo della filiera italiana dell’idrogeno. Il progetto – ideato con un fondo di investimento di 14 miliardi di euro – prevede la realizzazione di un insieme di infrastrutture hi-tech per sperimentare la produzione, il trasporto e l’utilizzo dell’idrogeno puntando su tecnologia, servizi e infrastrutture.

 

Mille ricercatori lavoreranno allo sviluppo di tutte le iniziative incluse nel progetto di ENEA, sfruttando laboratori, infrastrutture, una rete autonoma del gas e dell’energia elettrica, 200 edifici e servizi; il tutto in collaborazione di università, istituti di ricerca, associazioni ed imprese.

 

“Si tratta di una piattaforma polifunzionale, inclusiva, in cui ci occuperemo di idrogeno a 360 gradi, per accelerare ricerca e innovazione e mettere a disposizione dell’industria infrastrutture hi-tech per arrivare a colmare il gap fra scala di laboratorio e industriale”.

Giorgio Graditi, Direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA

Le iniziative del primo incubatore tecnologico italiano per l’idrogeno

 

Con il progetto ENEA i ricercatori avranno modo di dedicarsi a più iniziative. È prevista la sperimentazione di nuove tecnologie per produrre idrogeno mediante l’uso di rifiuti (biomasse residuali) e di calore rinnovabile prodotto da impianti solari a concentrazione.

 

Altri studi riguarderanno l’applicazione del processo power-to-gas, per produrre idrogeno partendo dall’energia elettrica rinnovabile e tramite elettrolisi.

Sarà creato un “idrogenodotto”, un locale dedicato al trasporto di idrogeno puro in pressione da impiegare in base alla domanda delle utenze e anche una stazione di rifornimento per veicoli ad idrogeno, bus, automobili e mezzi pesanti per il trasporto merci.

 

L’hydrogen valley rientra nella strategia sull’idrogeno di ENEA, finalizzata alla realizzazione di progetti per la decarbonizzazione dell’industria, specie di quella ad alta intensità energetica, dei trasporti su gomma e ferroviari.

 

L’idrogeno verde per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione europei

 

La Commissione Europea crede molto nel potere dell’idrogeno, in quanto vettore della decarbonizzazione. Nel mese di luglio 2020 ha, infatti, presentato la Strategia Europea sull’Idrogeno. L’idrogeno dovrà essere incluso tra le risorse del mix energetico europeo, aumentando dall’attuale 2% al 13-14%. La strategia prevede anche l’installazione di 6 GW di elettrolizzatori nel territorio dell’Unione entro il 2024 e 40 GW entro il 2030.

 

Consapevoli del grande potenziale dell’idrogeno, Germania, Paesi Bassi, Portogallo e Francia ne hanno inserito la produzione nei piani di ripresa nazionali; grazie all’accordo Tenaris, Snam ed Edison anche l’industria italiana concorre all’introduzione dell’idrogeno verde partendo dal comparto siderurgico.

 

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