Visibilità, brand reputation, accesso facilitato a bandi e gare di fornitura. Conosciamo tutti i vantaggi delle certificazioni ambientali di prodotto.
Perché aumenta il numero delle aziende che richiedono le certificazioni ambientali sebbene siano facoltative? Carbon footprint ed EPD consentono di comunicare in maniera certa e trasparente il valore ambientale dei prodotti che l’azienda/impresa offre sul mercato. Analizziamo i vantaggi reali delle certificazioni ambientali.
Carbon footprint di prodotto ed EPD: certificazioni facoltative, forse ancora per poco
Le certificazioni ambientali di prodotto sono utili strumenti per potenziare i canali b2c e b2b, sia in termini di marketing, sia di collaborazioni e rapporti commerciali.
Sono tante le aziende che scelgono di lavorare nel rispetto dell’ambiente, ottimizzando i processi produttivi e riducendo la propria impronta di carbonio. Conseguendo certificazioni ambientali come l’EPD e la Carbon footprint le aziende hanno la possibilità di mostrare in maniera trasparente la sostenibilità dei prodotti che offrono sul mercato.
Se con la Carbon footprint l’attenzione ricade esclusivamente sul quantitativo di emissioni di gas serra del prodotto in esame, con la certificazione EPD il produttore mira ad analizzare l’intero impatto ambientale di ciò che offre.
La certificazione EPD, più conosciuta come Dichiarazione Ambientale di Prodotto, è una delle certificazioni più utili per dichiarare la qualità ambientale dei propri prodotti; in Italia sono ancora poche le aziende che la possiedono anche perché resta – almeno per ora – facoltativa. Presto però le cose potrebbero cambiare e la EPD potrebbe divenire una di quelle certificazioni necessarie – per gli addetti ai lavori – per accedere ai mercati globali e partecipare ad appalti e gare di fornitura.
Stesso discorso per la Carbon footprint, che non è ancora obbligatoria, ma il cui valore è riconosciuto da grandi player mondiali, specie nel settore della moda.
EPD: cosa la rende sicura rispetto ad altre certificazioni
Come spiega Lorenzo Orsenigo, direttore generale dell’organismo di certificazione ICMQ, tra le altre certificazioni ambientali di prodotto, quali l’Ecolabel e l’Asserzione ambientale dichiarata, la EPD è l’unica che necessita di essere convalidata da un ente esterno.
Ciò contribuisce a renderla sicura agli occhi di chi è incaricato della valutazione delle dichiarazioni rese dal produttore.
A livello europeo la certificazione EPD è considerata la più efficace, perché rende agevole la comunicazione delle informazioni ambientali certificate circa la sostenibilità dei prodotti. Apprezzata anche dai consumatori, la EPD attira l’attenzione e aiuta l’azienda ad acquisire e fidelizzare clienti.
Inoltre, a differenza di altre dichiarazioni, la EPD non prevede né una scala di valutazione per le prestazioni, né soglie minime di accessibilità. Essa va semplicemente redatta nel rispetto di un formato standard, che faciliti la consultazione dati, il confronto tra prodotti e la verifica dell’ente esterno.
Program Operator in Europa ed aumento delle EPD pubblicate
Il sistema di certificazione delle EPD è controllato dai Program Operator, incaricati dello sviluppo e della pubblicazione delle EPD.
In Europa di Program Operator ce ne sono molti, talvolta distinti per settore di competenza, i quali negli ultimi anni si sono occupati della validazione di sempre più Dichiarazioni Ambientali di Prodotto.
Il francese Ines rileva ben 2.321 EPD, il tedesco Ibu – specializzato nel settore costruzioni – ne registra circa 1.757 e anche in Italia il dato relativo alle EPD pubblicate non scarseggia. Infatti, sebbene sia abbastanza giovane, il nostro Program Operator EPD Italy registra un numero sempre crescente di EPD, validando le richieste che pervengono da settori emblematici per il paese, quali: calcestruzzo, cemento, ceramiche, acciai, isolanti, food & beverage.
Cosa spinge le aziende ad ottenere l’EPD per i propri prodotti?
Questa certificazione consente di acquisire maggiori crediti nei principali sistemi di rating degli edifici come: Leed, Itaca o Breeam e delle Infrastrutture come Envision.
La EPD influenza positivamente le scelte di progettisti e consumatori alla ricerca di prodotti a minor impatto ambientale e permette di assolvere agli obblighi di legge previsti in materia di sostenibilità ambientale (es. Cam Edilizia).
Inoltre, la Dichiarazione Ambientale di Prodotto permette di accedere ai mercati internazionali grazie al suo immenso potere comunicativo, che consente di contraddistinguere e differenziare un prodotto da altri per il suo impatto ambientale.
PCR: ciò che rende possibile la redazione di una Dichiarazione Ambientale di Prodotto
Per redigere l’EPD bisogna prestare attenzione alle PCR – Product Category Rules – le quali stabiliscono: i parametri obbligatori che il produttore deve dichiarare, la modalità per raccogliere i dati, quali sono le fasi del ciclo di vita del prodotto da considerare, quali le regole base per la valutazione dell’impatto ambientale e ancora le condizioni di comparabilità di prodotti.
Secondo quali fattori viene valutato l’impatto ambientale di un prodotto?
Sono diversi i fattori considerati; a partire da quelli quantitativi come: il consumo di risorse rinnovabili e non, la produzione di rifiuti, il potenziale di riuso o di riciclo contenuto nel prodotto, fino ad altri ancor più specifici, come: il riscaldamento globale, la riduzione della fascia di ozono, l’acidificazione del suolo e delle acque, l’eutrofizzazione, il potenziale di formazione fotochimica dell’ozono, l’esaurimento delle risorse abiotiche e di quelle abiotiche fossili.
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