Il carbon management rappresenta un approccio strategico e sistematico finalizzato alla gestione delle emissioni di carbonio all’interno delle organizzazioni.
In risposta alle crescenti preoccupazioni globali legate ai cambiamenti climatici, le normative ambientali e i protocolli internazionali hanno introdotto il concetto di carbon management come parte integrante delle strategie aziendali orientate alla sostenibilità.
Questo approccio si concentra sulla misurazione, la riduzione e la compensazione delle emissioni di gas a effetto serra al fine di mitigare l’impatto ambientale delle attività aziendali.
Accordi ed iniziative come l’Agenda 2030 e il Green Deal europeo hanno tra gli scopi principali quello della riduzione delle emissioni di gas GHG (Green House Gases) e il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.
Le strategie di carbon management rappresentano una risposta pratica a questa volontà istituzionale, educano le aziende al monitoraggio costante e al miglioramento continuo della propria impronta climatica e rappresentano un importante elemento di differenziazione competitiva.
Che azioni comprende la strategia di carbon management?
Il carbon management, come anticipato, consiste in un insieme di pratiche e strategie atte a misurare, monitorare, ridurre e compensare le emissioni di gas a effetto serra prodotte dalle attività aziendali.
Le azioni tipiche di carbon management comprendono:
- la misurazione e il monitoraggio delle emissioni: questa fase coinvolge la valutazione accurata delle emissioni di gas serra generate da tutte le attività aziendali. Questo può includere emissioni dirette (ad esempio, derivanti dalla produzione industriale) ed emissioni indirette (come quelle associate alla catena di approvvigionamento);
- la riduzione delle emissioni: le imprese implementano misure per ridurre attivamente le emissioni di carbonio prodotte. Ciò comporta l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale, azioni per limitare le emissioni legate al trasporto di materie e prodotti, agli spostamenti dei dipendenti, ecc.;
- la compensazione delle emissioni: quando le riduzioni dirette delle emissioni sono difficili da conseguire, le imprese possono impegnarsi in progetti di compensazione del carbonio. Questi progetti prevedono il finanziamento di iniziative ambientali, come la riforestazione o la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Calcolo carbon footprint e normative ISO di riferimento
Lo studio carbon footprint rappresenta lo strumento cardine del carbon management, finalizzato alla misurazione e all’analisi delle emissioni di gas a effetto serra:
- correlate alle attività riconducibili ad un’organizzazione aziendale, nel caso della carbon footprint di organizzazione (CFO);
- relative a tutte le fasi di vita del prodotto, nel caso della carbon footprint di prodotto (CFP).
Per la misurazione della carbon footprint è necessario attenersi alle indicazioni delle norme ISO specifiche sulla materia. L’adozione di tali norme serve a garantire accuratezza, coerenza e comparabilità delle informazioni sull’impronta di carbonio a livello sia di organizzazione che di prodotto.
Le normative ISO che regolano l’analisi e la misurazione dell’impronta di carbonio sono:
- ISO 14064-1:2018, norma che fornisce le linee guida per l’organizzazione nella quantificazione e segnalazione delle emissioni e rimozioni di gas serra a livello aziendale;
- ISO 14064-2:2019, che fornisce specifiche e orientamenti a livello di progetto per la quantificazione, monitoraggio e segnalazione delle riduzioni delle emissioni di gas serra o miglioramenti nella rimozione. È pertinente per progetti specifici che mirano a ridurre o compensare le emissioni di gas serra;
- ISO 14067:2018, che si concentra sulla quantificazione dell’impronta di carbonio dei prodotti. Fornisce requisiti e linee guida per misurare e comunicare in modo accurato l’impatto ambientale legato alle emissioni di gas serra associate a un prodotto durante l’intero suo ciclo di vita;
- ISO 14021:2016, benché non specificamente focalizzata sulla carbon footprint, questa norma fornisce linee guida sull’uso di dichiarazioni ambientali autonome, consentendo alle organizzazioni di comunicare in modo chiaro e trasparente le prestazioni ambientali dei loro prodotti.
Carbon footprint di organizzazione e carbon accounting
La carbon footprint di organizzazione, o impronta di carbonio aziendale, rappresenta la quantità totale di gas a effetto serra (GHG) emessi direttamente o indirettamente da un’organizzazione durante un periodo specifico, solitamente misurato in tonnellate di equivalente di anidride carbonica (CO2e).
Questa misura fornisce un quadro complessivo delle emissioni di gas serra legate alle attività dell’organizzazione, considerando l’intero ciclo di vita delle sue operazioni.
Per condurre una corretta analisi della carbon footprint di organizzazione è necessario integrare i processi di carbon accounting: metodologie per contabilizzare e quantificare le emissioni, basate sul protocollo internazionale GHG, il quale suddivide i gas a effetto serra prodotti da un’organizzazione in tre categorie:
- Scope 1, ovvero le emissioni dirette, derivanti da fonti di proprietà o controllate dall’azienda. Un esempio di emissioni dirette è costituito dal gas naturale, dal carburante, o dalle emissioni da combustione in caldaie che l’azienda produce durante il suo ciclo di attività;
- Scope 2, comprende tutte le emissioni indirette derivanti da fonti di energia acquistate o acquisite dall’azienda.
Un esempio di emissione indiretta è costituito dall’energia elettrica acquistata da una società di servizi esterna.
Questa seconda tipologia di emissioni è molto rilevante ai fini dell’elaborazione di una buona strategia di carbon management, perché costituisce un terzo di tutte le emissioni globali di gas a effetto serra;
- Scope 3, include tutte le emissioni risultanti da attività provenienti da beni non posseduti o controllati dall’organizzazione ma che impattano indirettamente nella sua catena del valore.
Anche questa tipologia di emissioni costituisce una larga fetta di emissioni di gas a effetto serra a livello globale.
L’EPA, Agenzia statunitense di protezione ambientale, ha classificato questa tipologia di emissioni in due categorie:
- Emissioni a monte, comprensive di tutte le emissioni indirette derivanti da attività attinenti ad una fase cd. dalla culla al cancello (Es. beni acquistati, distribuzione a monte dei prodotti, viaggi dei dipendenti);
- Emissioni a valle, ovvero tutte le emissioni indirette relative alla fase in cui i prodotti lasciano l’azienda (Es. distribuzione a valle dei prodotti, trattamento di fine vita, lavorazione).
Carbon management: quali vantaggi riserva alle imprese?
Attuare le strategie di carbon management comporta una serie di vantaggi per le imprese, tra cui:
- Miglioramento della reputazione del marchio: le aziende che adottano pratiche sostenibili e dimostrano un impegno concreto nella riduzione delle emissioni di carbonio spesso godono di una migliorata reputazione aziendale. Questo può attirare clienti, investitori e consumatori sensibili alle questioni ambientali;
- Conformità normativa: l’aderenza alle normative ambientali, compresa la divulgazione richiesta dalla CSRD, la quale non solo consente di evitare di incorrere in sanzioni legali, ma può anche contribuire al posizionamento dell’azienda quale leader nel rispetto delle norme ambientali;
- Efficienza operativa: strategie di carbon management ben progettate possono portare a miglioramenti nell’efficienza energetica e nella gestione delle risorse, riducendo i costi operativi a lungo termine;
- Accesso ai mercati: in un contesto in cui il rispetto dei criteri ESG diventa un criterio sempre più rilevante per i consumatori e gli investitori, le imprese impegnate nella gestione delle emissioni di carbonio possono accedere a nuovi mercati e opportunità di business.
Implementare una strategia di carbon management significa non solo eseguire e certificare lo studio carbon footprint, definire nuovi obiettivi di riduzione e intervenire con la compensazione laddove non è possibile ridurre le emissioni prodotte, ma anche comunicare e dunque condividere con l’esterno tutti gli sforzi che l’azienda ha compiuto per limitare il proprio peso carbonico.
Un’ulteriore opportunità che permette di:
- Accedere a bandi e finanziamenti dedicati;
- Partecipare a progetti certificati di carbon neutrality;
- Migliorare la reputazione e l’affidabilità agli occhi di consumatori e stakeholder.