Il Bilancio di Sostenibilità è uno strumento attraverso cui le aziende misurano le performance ambientali, sociali e di governance della propria attività produttiva, con il fine di comunicare agli stakeholder il proprio impegno e le concrete iniziative prese in ambito sostenibile.
Si tratta di un documento che rientra tra le attività di reportistica e di rendicontazione connesse agli obiettivi ESG (rendicontazione sostenibile), i cui standard vengono dettati ed aggiornati dalla normativa internazionale di settore. Una pratica che permette alle imprese di comunicare in maniera trasparente e chiara le proprie attività e i relativi impatti in relazione ad aspetti ambientali, sociali ed economici.
Redigere il Bilancio di Sostenibilità consente di avere una fotografia della situazione aziendale presente, di raccontare agli stakeholder interni ed esterni all’organizzazione cosa è stato fatto in ambito ESG, in che modo le azioni intraprese hanno contribuito al raggiungimento degli SDGs definiti dalle Nazioni Unite, e ancora di mettere nero su bianco gli obiettivi che in ambito di sostenibilità l’azienda ha scelto di perseguire per il futuro.
All’interno della rendicontazione sostenibile rientrano diversi framework, ovvero modelli standard di reportistica aziendale, come ad esempio il bilancio sociale, il bilancio integrato e il bilancio sostenibile.
Il Bilancio di Sostenibilità e, più in generale, la rendicontazione sostenibile sono stati oggetto di numerose iniziative normative in seno ad Organizzazioni Internazionali (come Global Reporting Initiative) ed Organi istituzionali (come la Commissione EU), con l’intento di creare un paradigma aziendale socialmente responsabile e sostenibile sul lungo periodo.
A dimostrazione dell’impegno istituzionale verso la promozione di una cultura aziendale e sociale attenta alle questioni green, da quest’anno – ed entro il 2026 – diventa obbligatorio redigere il Bilancio di Sostenibilità per le aziende destinatarie della prescrizione.
Nel prossimo paragrafo analizzeremo l’iter giuridico che ha condotto all’introduzione di questo obbligo.
La normativa europea sulla rendicontazione sostenibile
La rendicontazione sostenibile è stata introdotta nell’ordinamento giuridico europeo con due Direttive:
- La Non-Financial Reporting Directive, ovvero la Direttiva 2014/95/UE, relativa all’incremento, alla facilitazione e all’armonizzazione delle informazioni circa le pratiche aziendali sostenibili da fornire ai portatori di interesse;
questa Direttiva ha introdotto l’obbligo di redigere la Dichiarazione non finanziaria per le aziende di grandi dimensioni.
- La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), ovvero la Direttiva n. 2464/2022, emessa nell’ambito del Green Deal europeo, che ha esteso l’obbligo di rendicontazione sostenibile anche alle PMI e alle aziende di medie dimensioni;
questa Direttiva ha rappresentato un punto di svolta nell’ambito delle politiche normative sulla promozione della sostenibilità, in quanto all’estensione dell’obbligo di rendicontazione aggiunge l’introduzione di standard specifici per settore.
Come anticipato, entrambe le Direttive rientrano nel più grande progetto del Green Deal Europeo, un gruppo di iniziative politiche e legislative promosse dalla Commissione europea che hanno come scopo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
A gennaio 2024, con l’entrata in vigore della Direttiva CSRD, aumenta il numero di soggetti obbligati alla rendicontazione di sostenibilità e al Bilancio di Sostenibilità. Nello specifico:
- Società quotate in borsa, ed enti di grandi dimensioni ( più di 500 dipendenti) con un totale attivo di 20 milioni di euro;
- S.r.l. ed Enti di interesse pubblico che presentano gli stessi requisiti dimensionali e patrimoniali sopra menzionati;
- Dal 1° gennaio 2025 grandi imprese che abbiano un totale attivo di venti milioni di euro, oppure un numero di 250 dipendenti medi annui;
- Dal 1° gennaio 2026 PMI e altre medie imprese quotate in borsa.
Al momento del recepimento della Direttiva nell’ordinamento nazionale, il legislatore italiano potrebbe estendere ulteriormente il numero di aziende tenute all’obbligo di rendicontazione sostenibile anche ad altri tipi di organizzazioni economiche.
Rendicontazione di sostenibilità: i fattori ESG e gli standard ESRS
Il Bilancio di Sostenibilità rende efficiente la comunicazione delle informazioni sulle pratiche aziendali dell’impresa, attraverso la trasparenza, la chiarezza e il rispetto degli standard sulla base dei quali è redatto.
Lo scopo del Bilancio di Sostenibilità non riguarda soltanto la comunicazione dell’impegno in ambito sostenibile perseguito dall’azienda, ma anche l’applicazione pratica dei fattori ESG nelle politiche di organizzazione interna e di investimento.
I fattori ESG, acronimo di Environmental, Sustainability e Governance, guidano le operazioni aziendali e il loro impatto esterno, sia da un punto di vista ambientale che sociale. Si tratta di fattori che orientano le scelte di investimento di un’azienda e dei suoi stakeholder, perché misurano e quantificano il livello di responsabilità sociale ed ambientale che un’organizzazione decide di assumersi.
Ogni Bilancio di Sostenibilità è redatto in base a degli standard, il cui scopo è quello di uniformare ed armonizzare i sistemi di reporting sostenibile adottati dalle imprese a livello nazionale ed internazionale (un esempio è rappresentato dalle linee-guida emesse dal Global Reporting Initiative).
La Direttiva CSRD ha introdotto, rispetto alla normativa precedente, degli standard specifici per settore industriale: gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), un insieme di 12 standard di sostenibilità di cui una parte dedicata al settore industriale di riferimento.
I primi due standard sono di natura generale, mentre i successivi riguardano fattori quali: cambiamento climatico, risorse marine e biodiversità, utilizzo delle risorse ed economia circolare, ruolo dei lavoratori all’interno del ciclo aziendale, e condotta d’impresa. Quest’ultima intesa sia come cultura aziendale in senso lato, che come responsabilità sociale d’impresa.
Includere informazioni e prospetti specifici all’interno del Bilancio di Sostenibilità costituisce un ulteriore tassello verso la trasparenza delle informazioni, il concetto base della reportistica di sostenibilità.
L’importanza del Bilancio di Sostenibilità: la doppia materialità
Il Bilancio di Sostenibilità è un documento di rendicontazione che si prefigge un duplice scopo:
- Informare gli stakeholder, i portatori di interesse e la società dell’impegno concretamente preso dalle aziende in ambito sostenibile, attraverso la comunicazione trasparente circa l’impatto dell’attività aziendale sulla società e sull’ambiente;
- Ottenere una misura di quanto fattori esogeni come inquinamento, cambiamento climatico, ecc. possano impattare sull’attività aziendale svolta.
Questo principio è stato definito dalla Commissione EU principio della doppia materialità e rappresenta un nuovo modo di intendere la sostenibilità aziendale, ovvero: non soltanto una politica di rispetto dell’ambiente e della società esterna, ma anche una modalità di raggiungere il progresso finanziario, economico e sociale per l’azienda.
Il Bilancio di Sostenibilità con Tecno: una scelta responsabile
Redigere il Bilancio di Sostenibilità può essere anche una scelta volontaria per quelle aziende che intendono fornire una panoramica informativa circa le misure sostenibili intraprese, pur non rientrando nei soggetti tenuti all’obbligo di rendicontazione.
Il vantaggio che se ne trae riguarda l’immagine aziendale e la fiducia che i clienti ripongono nei confronti di un brand trasparente e sostenibile, così come l’attrattività dell’azienda per gli investitori, sempre più orientati a scelte d’investimento green.
Comunica al meglio il tuo impegno sostenibile,
realizziamo insieme il tuo Bilancio di Sostenibilità.