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Autoproduzione energia elettrica e risorse rinnovabili: chi è il prosumer?

Indice dei contenuti

Bilanciare i flussi di energia elettrica attraverso la rete di trasmissione serve a garantire un corretto equilibrio tra domanda e offerta nel mercato energetico. L’energia può essere prodotta attraverso fonti rinnovabili e fonti non rinnovabili. Queste ultime si esauriscono man mano che sono consumate, occorre così impiegare ulteriori risorse per produrle nuovamente; per questo motivo hanno un impatto importante sull’ambiente, contribuendo all’inquinamento.

 

Investire sull’impiego di risorse rinnovabili per la produzione energetica equivale a ridurre l’impatto ambientale e raggiungere gli obiettivi Ue per il 2030.

 

Dal sistema energetico centralizzato a quello comunitario

 

Da un sistema di produzione di energia basato sui combustibili fossili si sta procedendo sempre più verso un sistema di produzione basato principalmente su fonti rinnovabili e sistemi orientati al risparmio energetico.

 

Il modello centralizzato di produzione energetica rende necessari grandi investimenti per la costruzione e la manutenzione delle reti di distribuzione e accentra il potere nelle mani di pochi produttori, sia per la sicurezza, sia per la continuità dell’approvvigionamento energetico.
Nel modello distribuito, invece, il ruolo del produttore può essere assegnato a chiunque, senza che vi sia una gerarchia tra aziende e utenti finali.

 

Emerge in quest’ottica l’aspetto comunitario, dove non si è più consumatori passivi, bensì membri attivi di una comunità dinamica.

 

Chi è il prosumer?

 

Producer e consumer: dalla crasi di queste due parole emerge il termine prosumer. Il prosumer è produttore e consumatore evoluto di energia: consuma l’energia autoprodotta e ne immette in rete la parte rimanente; sfrutta, vende e guadagna in modo sostenibile. Sempre più autosufficiente, capace di richiedere alla rete una minore quantità di energia.

 

Rinnovabili e non rinnovabili: cosa vuol dire autoproduzione di energia?

 

Autoprodurre significa installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ad esempio impianti fotovoltaici, solari, termici, impianti di cogenerazione, in modo da consentire all’azienda di autoprodurre una parte dell’energia che consuma. Si tratta di sistemi autonomi di accumulo collegati fra loro su reti locali che permettono di scambiare l’energia prodotta in eccesso. Ciò consente di aumentare l’indipendenza energetica. Ma come è possibile raggiungere questa autonomia?

 

I vantaggi dell’autoproduzione

 

È necessario che vi sia una completa integrazione dei sistemi di produzione e distribuzione di energia. Per poter ottenere il massimo vantaggio dall’autoproduzione e dalla generazione distribuita di energia, anche in termini di risparmio economico, c’è bisogno di un’interazione tra i soggetti che intendono scambiare l’energia prodotta.

 

Secondo l’Unione europea nel 2050 la metà dei cittadini europei potrebbe produrre da sé l’energia che utilizza, diventando quindi dei prosumer dell’energia.

 

Il vantaggio di produrre totalmente o parzialmente l’energia che si consuma comporta un abbattimento dei costi, traducendosi come soluzione efficace alla riduzione della povertà energetica.

 

L’autoproduzione di energia elettrica rappresenta un vantaggio sia per le aziende sia per i privati cittadini.

 

Risorse rinnovabili: produzione e distribuzione

 

Le risorse rinnovabili sono definite tali per la loro capacità di riprodursi ad una velocità superiore o uguale al loro tasso di utilizzo; sfruttano i raggi del sole, il vento, le maree, la pioggia, le onde, il calore geotermico e sono usate per la produzione di energia elettrica, per il riscaldamento e il raffreddamento di acqua e aria, per i trasporti e la fornitura di servizi energetici rurali non forniti attraverso una rete di distribuzione. Caratteristica importante è la loro distribuzione sul territorio.

 

L’uso delle risorse rinnovabili non esaurisce le fonti primarie; inoltre, i processi di trasformazione dell’energia non rilasciano sostanze inquinanti nell’aria, come quando si utilizzano fonti fossili.
Il consumatore diventa protagonista dello scenario energetico, così come della transizione energetica.

 

Cos’è la transizione energetica?

 

La transizione energetica è il passaggio dalle fonti non rinnovabili a quelle rinnovabili: un processo che mira a modificare il sistema di produzione, distribuzione e consumo di energia.

 

L’Unione europea, nell’intento di procedere a una transizione energetica che mette al primo posto la decarbonizzazione, ha disposto il Clean Energy Package che fissa gli obiettivi da raggiungere entro il 2030. Ogni Stato membro ha elaborato un PNIEC – Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – che stabilisce le politiche e le azioni da attuare per il raggiungimento dei traguardi stabiliti.

 

I benefici della transizione energetica sono principalmente ambientali, ma hanno ovviamente un impatto positivo anche sull’economia, sulla società e sul benessere delle persone.

 

Come può contribuire alla sostenibilità la tua azienda?

 

Il fabbisogno energetico da parte dell’uomo aumenta sempre più nel tempo, per questo motivo è chiaro che la quantità di energia disponibile non sarà più sufficiente per le richieste future. Riduzione dei consumi energetici, riduzione delle emissioni CO2 e riduzione dei rifiuti prodotti contribuiscono alla lotta ai cambiamenti climatici.

 

Il rispetto delle norme nazionali e degli accordi internazionali è un obbligo anche morale per le aziende. I nostri servizi ti consentono di incrementare l’efficienza degli impianti di produzione, valutare consumi energetici e razionalizzarli, con interventi definiti attraverso la diagnosi energetica; ottimizzi così i processi e riduci le emissioni di CO2, oltre ad assolvere un obbligo di legge.

 

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