Nel contesto dell’evoluzione delle dinamiche energetiche globali, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) emergono come pilastri fondamentali per la transizione verso un sistema più sostenibile ed efficiente.
Le CER rappresentano un’innovativa risposta alle sfide legate alla produzione e distribuzione dell’energia, mirando a trasformare il modo in cui le persone consumano e condividono risorse energetiche.
L’anno 2024 rappresenta un punto di svolta per il settore energetico in Italia.
A riprova di questo l’emanazione del Decreto CER voluto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ed approvato dalla Commissione europea.
Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili?
Le comunità energetiche rappresentano una forma associativa che si può costituire tra cittadini, PMI, attività commerciali, amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, enti del terzo settore, associazioni.
Si tratta di comunità che nascono con l’intento di generare benefici di natura ambientale, economica e sociale sia per i partecipanti a questa forma associativa, che verso l’esterno.
Tra i vantaggi derivanti dalla costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile possiamo citare:
- L’autoproduzione di energia derivante da fonti rinnovabili;
- Un abbassamento dei costi energetici per cittadini ed aziende;
- La nascita di nuove opportunità, anche di natura economica, per il territorio in cui si costituisce la comunità energetica.
Il Decreto CER, pubblicato il 23 gennaio 2024, prevede degli incentivi statali di natura finanziaria a favore delle CASER (incluse le CER) e condivide l’energia autoprodotta. Una sfida che mira alla promozione di pratiche concretamente sostenibili, capaci di diffondere modelli di distribuzione dell’energia innovativi ed inclusivi, e al raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei in tema di decarbonizzazione.
Decreto CER 2024: gli incentivi statali
Gli incentivi previsti dal Decreto CER sono destinati alle CACER (Configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile) definite alle lettere e), f) e g) dell’art. 2 del Decreto e si distinguono in due misure:
- Incentivo in tariffa: misura rivolta alle configurazioni di tutto il territorio nazionale e consiste in una tariffa incentivante sull’energia condivisa, con un limite di potenza massima agevolabile di 5 GW fino al 31 dicembre 2027;
- Contributo a fondo perduto (o contributo PNRR): misura di sostegno finanziario rivolto alle Comunità Energetiche Rinnovabili dei comuni sotto i 5.000 abitanti. Si tratta di un contributo a fondo perduto che può coprire fino al 40% dell’investimento sostenuto per la creazione della Comunità, con un limite di potenza agevolabile di almeno 2 GW fino al 30 giugno 2026.
Entrambe le misure sono cumulabili, inoltre, tra i requisiti menzionati dal Decreto CER necessari per accedere agli incentivi figura anche la “
clausola DNSH”, ossia bisogna dimostrare che gli impianti rispettino – per requisiti prestazionali ed ambientali –
il principio Do Not Significant Harm (DNSH).
Incentivi Comunità Energetiche Rinnovabili: come accedervi?
Per accedere agli incentivi è necessario presentare domanda al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) entro 120 giorni successivi alla data di entrata in esercizio degli impianti installati.
Alla domanda bisogna allegare la documentazione necessaria alle verifiche del possesso dei requisiti previsti, tenendo conto delle regole operative diffuse dagli enti preposti. Gli interessati possono anche chiedere al GSE – in forma volontaria – una verifica preliminare di ammissibilità dei progetti.
Inoltre, Il MASE suggerisce di seguire specifici step, quali:
- Individuare un’area dove realizzare l’impianto e gli utenti con cui associarsi connessi alla stessa cabina primaria;
- Costituire la CER con uno Statuto o l’atto costitutivo, che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali;
- Verificare in via preliminare con il Gestore Servizi Energetici (GSE) se il progetto può essere ammesso all’incentivo;
- Ottenere l’autorizzazione a installare e connettere l’impianto alla rete, per renderlo operativo;
- Richiedere, infine, l’incentivo al GSE.
Il Decreto CER cerca di coinvolgere attivamente la comunità nella gestione e nell’utilizzo dell’energia rinnovabile. Ciò favorisce un maggiore senso di responsabilità ambientale e permette alle persone di partecipare attivamente alla transizione energetica.
Tariffa incentivante: il premio riconosciuto sulla quota di energia condivisa
L’incentivo in tariffa è previsto per 20 anni, caratterizzato da una parte fissa ed una variabile e prevede maggiorazioni per gli impianti siti al Centro Nord e al Nord.
L’importo del premio riconosciuto dipende dalla potenza dell’impianto e da calcoli che considerano il prezzo zonale orario dell’energia elettrica (Allegato 1 del Decreto CER).
Contributo PNRR: quali sono le spese ammissibili?
Il Decreto CER stabilisce dei limiti per quanto riguarda le tipologie di spese ammissibili, rispetto alle quali si può beneficiare del contributo a fondo perduto. Inoltre, sono previsti dei massimali di investimento. Nello specifico, le spese ammissibili sono relative a:
- Realizzazione di impianti a fonti rinnovabili;
- Fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;
- Acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software;
- Opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;
- Connessione alla rete elettrica nazionale;
- Studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari;
- Progettazioni, indagini geologiche e geotecniche;
- Direzione lavori e sicurezza;
- Collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto.
Le ultime quattro voci di spese di cui sopra sono finanziabili in misura non superiore al 10% dell’importo ammesso a finanziamento.
I limiti del costo di investimento massimo sono:
▪ 1.500 €/kW, per impianti fino a 20 kW;
▪ 1.200 €/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW;
▪ 1.100 €/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW;
▪ 1.050 €/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW.
L’importanza delle Comunità Energetiche Rinnovabili per un futuro sostenibile
Le comunità energetiche rinnovabili favoriscono la decentralizzazione della produzione energetica. Consentendo alle comunità di generare la propria energia, si riduce la dipendenza da centrali elettriche tradizionali e si promuove una distribuzione più equa e resiliente dell’energia.
Attraverso la costituzione di Comunità si promuove la sostenibilità coinvolgendo le persone e il territorio in maniera attiva e consapevole.
Con l’uso di fonti di energia rinnovabile, si contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra, che sono una delle principali cause dei cambiamenti climatici; è così che le comunità energetiche svolgono un ruolo significativo nell’abbassare l’impatto ambientale complessivo.
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