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EUDR: non è solo una normativa. È un esame di maturità per le imprese 

European Union Deforestation Regulation

Dal 2025, le imprese che lavorano con cacao, legno, gomma, caffè, soia, palma da olio o bovini non possono più fare finta di niente. L’Europa chiede trasparenza. E la chiede per davvero. Non bastano più le dichiarazioni d’intenti, i bilanci impeccabili o le promesse sui social: con il Regolamento (UE) 2023/1115 – EUDR, ogni prodotto dovrà dimostrare, dati alla mano, di non essere legato alla deforestazione.  Ma attenzione: l’EUDR non è solo una legge da rispettare. È un’occasione per guardarsi dentro. Per chiedersi: quanto conosciamo davvero la nostra filiera? Quanta fiducia possiamo trasmettere a chi sceglie i nostri prodotti?  Oltre il rispetto normativo: un cambio di mentalità  Il Regolamento è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE il 9 giugno 2023 e diventerà operativo per le grandi imprese dal 30 dicembre 2025, per le PMI dal 30 giugno 2026. Ma non è la data a fare la differenza. È il messaggio: non è più accettabile che il valore di un prodotto si costruisca a scapito di un ecosistema.  L’EUDR ci spinge a cambiare prospettiva: non basta rispettare le regole, bisogna assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Non conta solo cosa mettiamo sul mercato, ma anche l’impronta che lasciamo nel mondo.   Tre requisiti, una sola certezza: serve prepararsi ora  Il regolamento vieta l’immissione nel mercato UE di prodotti che:  Questa dichiarazione non è un semplice documento formale. È la prova che l’impresa conosce davvero la propria catena del valore, è in grado di mappare l’origine dei beni, di valutarne i rischi e di mitigarli con scelte concrete.  È il momento in cui ogni azienda si espone. E lo fa per essere credibile.  Cosa comporta davvero la due diligence?  Non basta dire “il mio prodotto è sostenibile”. Serve dimostrarlo.  Significa:  Ecco perché non si tratta solo di adeguarsi a una norma. Ma di costruire un sistema interno robusto, trasparente, vivo.  EUDR non riguarda solo chi importa legno  Spesso si pensa che l’EUDR interessi pochi settori. In realtà, le ricadute sono trasversali: dalla moda (pelle bovina) al food & beverage (caffè, cacao, soia), dalla logistica (imballaggi in legno) al farmaceutico (derivati della gomma). Ogni anello della filiera è coinvolto, dall’azienda capofila al subfornitore più piccolo.  La buona notizia? L’EUDR crea una base comune: finalmente, tutti devono giocare con le stesse regole.  E chi non si adegua?  Le conseguenze non sono solo sanzioni fino al 4% del fatturato. Sono anche reputazionali. Un marchio che oggi non è in grado di raccontare – e dimostrare – il percorso dei propri prodotti perderà la fiducia del mercato. Non si tratta più di greenwashing, ma di green credibility. O ce l’hai, o sei fuori.  In Italia, il controllo sarà affidato al MASAF e al Corpo dei Carabinieri. Ma il vero controllo lo faranno consumatori, investitori, stakeholder. Online, in tempo reale.  Il ruolo della tecnologia (e della cultura)  Adeguarsi all’EUDR richiede strumenti tecnici: sistemi di raccolta dati, dashboard, interfacce digitali per compilare e inviare le dichiarazioni.  Ma serve anche una cultura interna orientata al miglioramento continuo. Una governance ESG che non sia solo un’etichetta, ma un metodo.  Come ti supportiamo in Tecno Group  In Tecno Group, lavoriamo ogni giorno per aiutare le imprese a orientarsi in scenari complessi. Lo facciamo con strumenti digitali, consulenza normativa e una visione chiara della transizione sostenibile.  Ti supportiamo in ogni fase del percorso EUDR:  La tua azienda è davvero pronta ad affrontare l’EUDR con metodo, responsabilità e visione di lungo periodo? Scopri come possiamo accompagnarti in questo percorso

Guida completa all’Ecolabel UE: vantaggi, categorie e procedura di certificazione 

Guida completa all’Ecolabel UE: vantaggi, categorie e procedura di certificazione 

In un contesto in cui le promesse ambientali sono sempre più frequenti ma non sempre fondate, l’Ecolabel UE rappresenta un riferimento solido e affidabile per aziende e consumatori. È il marchio ufficiale dell’Unione Europea per i prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita. Oggi, è uno degli strumenti più efficaci per comunicare la sostenibilità in modo trasparente e verificabile. A partire da settembre 2026 sarà uno dei pochi modi per poter fare green claim generici come “prodotto ecologico”, in linea con le più recenti normative europee e i nuovi divieti previsti. Cos’è l’Ecolabel UE: definizione e obiettivi principali  L’Ecolabel UE è una certificazione ecologica volontaria che premia i prodotti e i servizi più attenti all’ambiente, considerando l’intero ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento finale. L’obiettivo è duplice: promuovere un modello di produzione più sostenibile e consentire ai consumatori di effettuare scelte consapevoli, basate su criteri ambientali chiari e verificati.  Il marchio è stato istituito nel 1992 con il nome di Community Eco-label, nell’ambito delle politiche ambientali europee orientate al consumo sostenibile. Nel corso degli anni ha ampliato il proprio raggio d’azione, includendo nuove categorie di prodotti e servizi, diventando uno dei principali strumenti dell’UE per guidare la transizione ecologica su scala continentale.  Come funziona l’Ecolabel UE?  La certificazione viene rilasciata da un organismo indipendente, sulla base di criteri ambientali e prestazionali stabiliti dalla Commissione europea e aggiornati regolarmente.   Questi criteri, che possono variare in base alla rilevanza per ciascuna categoria di prodotto, prendendo in considerazione ad esempio:   Quali sono le categorie di prodotti ammissibili?  L’Ecolabel UE si applica a prodotti e servizi che coprono molti ambiti della vita quotidiana e produttiva. Le categorie sono selezionate in base alla loro rilevanza ambientale e alla possibilità di verificarne concretamente le prestazioni ecologiche.   Ecco i principali settori coinvolti:  Come si ottiene l’Ecolabel? Il percorso in 6 step  I vantaggi per le aziende  Credibilità e fiducia Il marchio Ecolabel è riconosciuto da enti pubblici, aziende e consumatori come garanzia di serietà e impegno ambientale. Consente di comunicare l’eccellenza ambientale del proprio prodotto o servizio, senza rischi di greenwashing. Conformità alle nuove direttive sui green claim Con l’entrata in vigore della Direttiva UE 2024/825 per settembre 2026, l’Ecolabel diventerà uno dei pochi strumenti accettati per evitare il divieto dei claim ambientali generici, nonché il rischio di sanzioni e di greenwashing.   Accesso agevolato a bandi e mercati europei Molti appalti pubblici premiano la presenza di certificazioni ambientali. L’Ecolabel rappresenta un vantaggio reale nei percorsi di internazionalizzazione.   Efficienza e risparmio Rispettare i criteri Ecolabel comporta anche un miglioramento dei processi produttivi: meno consumi, meno sprechi, più sostenibilità.   Valore ESG dimostrabile La certificazione si integra perfettamente con i percorsi di reporting ESG e con i requisiti richiesti dai principali stakeholder.   Tecno Group ti supporta in ogni fase  Ottenere il marchio Ecolabel UE richiede competenze tecniche, attenzione normativa e una visione integrata del ciclo di vita del prodotto. Noi di Tecno Group, come Sustaintech Corporation, affianchiamo le imprese in ogni fase del percorso con un approccio chiaro, concreto e basato su dati verificabili:  Vuoi sapere se i tuoi prodotti possono accedere all’Ecolabel UE? Contattaci e costruiremo insieme un percorso su misura. 

Monitoraggio della produzione industriale in tempo reale: il caso Heidelberg Materials

Monitoraggio della produzione industriale in tempo reale: il caso Heidelberg Materials

In un impianto industriale da centinaia di migliaia di tonnellate l’anno, sapere cosa si produce e quando non è un dettaglio: è la differenza tra controllo e incertezza, tra reattività e attesa. È da questa esigenza, concreta e urgente, che nasce la collaborazione tra Heidelberg Materials – uno dei principali player globali nei materiali da costruzione – e Tecno, con l’obiettivo di portare sul sito di Arancou, nei Pirenei Atlantici, un sistema di monitoraggio della produzione in tempo reale, preciso, scalabile e integrabile. Il risultato è un progetto esemplare di innovazione industriale abilitante, che ha permesso di superare i limiti della misurazione tradizionale e di accreditare un nuovo paradigma produttivo, fondato su dati, efficienza e visione condivisa. Heidelberg Materials: industria, innovazione e visione europea Heidelberg Materials è un gruppo internazionale con una presenza capillare in oltre 50 Paesi, attivo nella produzione di cemento, calcestruzzo e aggregati. In Francia, così come in Italia e nel resto d’Europa, rappresenta un punto di riferimento nel settore delle costruzioni, sia per volumi che per innovazione. Il sito di Arancou – parte dell’area Pirenei Atlantici – è un impianto strategico per il gruppo, con una produzione che varia tra 500.000 e 600.000 tonnellate all’anno. Numeri importanti, che richiedono precisione assoluta nella gestione degli stock, tracciabilità in tempo reale, e capacità di intervenire tempestivamente su ogni criticità operativa. Ma fino a poco tempo fa, la misurazione giornaliera della produzione era stimata, non certa. Le bilance installate lungo le linee richiedevano una calibrazione e manutenzione regolare e non fornivano una lettura integrata dei flussi. È da questa esigenza – emersa in modo chiaro dal team operativo – che nasce la collaborazione con Tecno. Il problema: quando la produzione è visibile solo a posteriori Nel settore dei materiali da costruzione, la continuità è tutto. Le consegne devono rispettare i tempi. Gli stock vanno controllati al dettaglio. Le risorse energetiche devono essere ottimizzate. Ma senza un sistema di rilevazione costante dei materiali movimentati, anche l’impianto più avanzato può essere costretto a operare al buio. Il team del sito di Arancou, guidato da Guillaume Lartigue, ha evidenziato una criticità specifica: “Non conoscevamo con esattezza la nostra produzione giornaliera. Questo generava incertezze nella gestione dello stock e rallentava le nostre decisioni.” La calibrazione periodica delle bilance, inoltre, comportava fermi tecnici e introduceva ulteriori margini di imprecisione. Il problema non era tecnologico in senso stretto: era strategico. Senza dati affidabili in tempo reale, non si può né migliorare, né prevedere tempestivamente. Il nostro approccio: ascolto, analisi, soluzione condivisa In Tecno, ogni progetto parte da una convinzione precisa: non esistono soluzioni standard. Esistono esigenze specifiche da ascoltare. Nel caso di Heidelberg Materials, il lavoro è cominciato con una fase di ascolto e analisi on-site, per comprendere nel dettaglio il funzionamento dei nastri trasportatori, l’infrastruttura elettrica esistente, e i requisiti software del sito. L’obiettivo era chiaro, ma ambizioso: Da questa analisi congiunta è nato il progetto di implementazione del sistema KontrolON. KontrolON: la tecnologia che abilita precisione e consapevolezza KontrolON è la piattaforma Tecno per il monitoraggio avanzato della produzione, dell’energia e dei processi industriali. È un sistema modulare, scalabile, progettato per dialogare con gli impianti esistenti e raccogliere i dati più significativi, trasformandoli in indicatori chiari e azionabili. Nel sito di Arancou, KontrolON è stato implementato attraverso l’installazione di sensori di potenza su ciascun nastro trasportatore. Grazie all’analisi dell’intensità elettrica, il sistema rileva in tempo reale la quantità di materiale che transita su ogni linea, con una precisione alla tonnellata. Ma il vero vantaggio è nell’integrazione: Il tutto è accessibile da interfacce semplici, in tempo reale, con possibilità di esportazione dati e connessione cloud. I risultati: efficienza misurabile, sicurezza operativa, dati strategici I vantaggi emersi nei primi mesi di utilizzo della soluzione KontrolON sono stati significativi e immediati. Eliminazione delle calibrazioni frequenti Il sistema basato su sensori ha reso non più necessario l’uso delle bilance, riducendo tempi morti, costi di manutenzione e rischi di imprecisione. Tracciabilità continua della produzione Oggi, ogni tonnellata è rilevata in tempo reale, con portate orarie aggiornate istante per istante. Gli operatori sanno sempre cosa sta accadendo nel cuore dell’impianto. Alert e rapidità d’intervento Grazie alla configurazione degli alert, qualunque variazione nei flussi viene rilevata immediatamente, permettendo agli operatori di intervenire senza ritardi. Monitoraggio dei consumi energetici Il sito ha oggi a disposizione un KPI fondamentale: il kWh/tonnellata, che consente di valutare l’efficienza energetica di ogni linea, ogni giorno. Valore strategico per il gruppo Il sistema non è solo uno strumento di misurazione: è una base dati strategica, utile per prendere decisioni a medio-lungo termine e replicare il modello in altri impianti del gruppo. Un progetto replicabile, nato da una visione comune Il successo del progetto di Arancou dimostra che la trasformazione digitale dell’industria è possibile anche partendo da una singola esigenza operativa. Ma ciò che ha reso questo intervento un vero caso di successo è stato l’approccio condiviso: Il risultato è una soluzione tailor-made, perfettamente integrata, che oggi permette agli operatori del sito di agire con maggiore sicurezza, tempestività e consapevolezza. Guarda il video con l’intervista a Guillaume Lartigue, Responsabile delle Operazioni per la regione di Arancou: La cultura del dato come motore industriale In un contesto in cui l’efficienza è una leva strategica e la sostenibilità un obiettivo comune, la capacità di misurare con precisione è diventata una delle competenze più preziose per ogni impresa manifatturiera. La collaborazione tra Tecno e Heidelberg Materials dimostra che la tecnologia, da sola, non basta. Serve una visione condivisa, un metodo progettuale attento, e la volontà di costruire soluzioni che abilitano, senza stravolgere. La vera innovazione è quella che mette i dati nelle mani giuste, al momento giusto, per prendere decisioni migliori e più rapide. KontrolON: rendere visibile ciò che conta KontrolON è la piattaforma progettata da Tecno per accompagnare le imprese verso una nuova forma di consapevolezza operativa. Non si limita a raccogliere dati, ma li trasforma in intelligenza applicabile, integrandosi nei processi esistenti senza forzature, potenziandoli dall’interno. Che si tratti di monitorare la produzione, gestire i consumi, ottimizzare

Cultura del dato: il nuovo motore della strategia aziendale

Cultura del dato: il nuovo motore della strategia aziendale

Fino a pochi anni fa, parlare di dati ambientali significava fare riferimento a rendicontazioni tecniche, spesso confinate ai margini del bilancio. Oggi quei numeri assumono una nuova centralità. Non sono più allegati statici, ma strumenti dinamici capaci di orientare scelte, definire priorità e rafforzare la direzione strategica dell’impresa.La cultura del dato si impone così come paradigma emergente per affrontare con consapevolezza la trasformazione sostenibile e digitale in corso. CSRD e dati ESG: cambia il ruolo dell’informazione L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) nel 2025 segna un punto di svolta. I dati ESG smettono di essere una raccolta accessoria e diventano parte integrante della performance aziendale.La cultura del dato, in questo contesto, rappresenta la capacità di costruire una visione strutturata e consapevole: non si tratta più di raccogliere tutto, ma di sapere cosa osservare, come interpretarlo e con quale finalità integrarlo nei processi decisionali. Dati che guidano, non decorano Un dato ambientale letto con superficialità resta silenzioso. Ma lo stesso numero, se inserito in un contesto strategico, può diventare leva di cambiamento.Un’analisi delle emissioni Scope 3, ad esempio, può suggerire una revisione della supply chain. Un dato sulla carbon footprint può influenzare il design di un prodotto. Una metrica sugli scarti industriali può aprire scenari di circolarità.La cultura del dato permette di compiere questo passaggio: da informazione a scelta, da numero a visione. Dashboard ESG: serve leggibilità, non quantità In molti casi le dashboard ESG sono pensate come vetrine da esibire, piene di indicatori difficili da interpretare. Ma una cultura del dato autentica richiede chiarezza: pochi dati, ben scelti, aggiornati, coerenti con il business model. Una dashboard efficace parla a tutti — non solo a chi lavora in ambito compliance o sostenibilità, ma anche a chi guida, decide, produce, comunica.Perché la strategia funziona solo se il dato diventa linguaggio comune. Il dato come metrica di fiducia e maturità Le imprese capaci di documentare con precisione il proprio impatto vengono considerate più affidabili.Gli investitori valutano la trasparenza del dato. Le banche iniziano a legare il credito a parametri ESG. I fondi sostenibili selezionano le aziende in base a quanto e come comunicano le loro performance.In questo scenario, la cultura del dato si afferma anche come leva reputazionale: uno strumento per dimostrare coerenza, serietà e visione a lungo termine. Il ruolo di Tecno Group: trasformare numeri in orientamento Come Sustaintech Corporation, Tecno Group affianca le imprese nella costruzione di una cultura del dato solida e funzionale. Progettiamo sistemi di raccolta dati ESG, costruiamo dashboard personalizzate, prepariamo le aziende all’adeguamento normativo e al dialogo con stakeholder sempre più informati ed esigenti.Il nostro lavoro non si ferma alla raccolta: accompagniamo le aziende nella trasformazione del dato in decisione, e della decisione in valore. La cultura del dato non si improvvisa. Si coltiva, si costruisce, si condivide. È questo l’approccio che consente alle imprese di affrontare la transizione in modo strutturato, leggibile, misurabile. Perché la vera innovazione non è nei numeri in sé, ma nella capacità di farli parlare, prima che lo facciano gli altri.

L’etica dei gesti invisibili: quando la cultura aziendale diventa motore del cambiamento 

L’etica dei gesti invisibili: quando la cultura aziendale diventa motore del cambiamento 

Ci sono rivoluzioni silenziose che non si annunciano. Si compiono. Nel lessico aziendale contemporaneo, la parola “sostenibilità” è ovunque. Ma ciò che fa davvero la differenza non è la sua frequenza, bensì la sua profondità. Una strategia ESG ben scritta non basta. Serve una cultura che sappia viverla.  In un’epoca in cui ogni impresa è chiamata a misurare il proprio impatto, il vero discrimine non è tra chi comunica e chi no, ma tra chi agisce e chi recita. E l’azione, quando è autentica, inizia da dentro.  Oltre la strategia ESG: il valore di una cultura che agisce La sostenibilità non è una parola da ripetere. È una pratica da abitare. Anche la miglior strategia ESG, senza un contesto culturale coerente, resta un documento. Ciò che guida davvero la transizione è il comportamento quotidiano delle persone: nei processi, nei linguaggi, nelle scelte. In Tecno Group lo sappiamo bene. Siamo una Sustaintech Corporation che ha fatto dell’evoluzione continua il suo metodo. Affianchiamo le aziende che vogliono vivere la sostenibilità, non solo dichiararla. Cultura aziendale sostenibile: quando il cambiamento parte da dentro Un percorso formativo che non ascolta è solo una sequenza di ore obbligatorie. Ma quando la formazione è calibrata sui vissuti reali, quando non pesa ma ispira, non forma: trasforma. Microlearning, learning experience digitali, mentorship circolari, percorsi personalizzati: il contenuto non conta, se non è portato con linguaggio vivo e con la capacità di dialogare con le sfide quotidiane delle persone.  Le aziende che ascoltano sono le sole che cambiano  Il vero attivatore culturale? L’ascolto. Non solo quello formale dei sondaggi interni, ma quello diffuso: delle idee proposte nei corridoi, dei silenzi durante i webinar, delle parole nuove che iniziano a circolare. Una cultura si evolve quando l’organizzazione accetta di non avere tutte le risposte.  Ed è proprio lì che nascono le esperienze più sincere: team che propongono iniziative, reparti che si auto-organizzano per migliorare piccoli processi, collaboratori che diventano portavoce spontanei di nuove sensibilità.  Quando la sostenibilità diventa una forma di eleganza operativa  Non è solo questione di CO₂ o gender pay gap. C’è una sostenibilità più sottile, che si manifesta nel modo in cui si danno feedback, si gestiscono le priorità, si accolgono le diversità.  È la sostenibilità come stile. Come cura. Come modo di restare umani anche nei numeri.  Misurarla non è impossibile. La partecipazione alle iniziative, la qualità delle conversazioni, l’efficacia dei feedback, la capacità di evolvere insieme: sono indici più affidabili di molte dashboard.  Non esiste employer branding più potente della coerenza  I talenti migliori non cercano aziende che dichiarano. Cercano aziende che dimostrano.  E la reputazione non si costruisce con il marketing, ma con la verità quotidiana. Un ambiente che vive la sostenibilità è un luogo che trattiene, attrae, genera energia. Non perché tutto funzioni. Ma perché chi ci lavora sente che tutto ciò che conta può essere detto, proposto, accolto.  Cultura aziendale sostenibile: il punto di partenza per ogni transizione Ci sono aziende che inseriscono la sostenibilità nei bilanci. Altre la inseriscono nel DNA.  Tecno Group non si limita a seguire le tendenze culturali. Le anticipa. Le struttura. Le vive. Non ci occupiamo di sostenibilità per ottemperare. Lo facciamo per abitare il futuro con lucidità, competenza e visione.  E lo facciamo partendo dalle persone. Perché nessuna transizione sarà mai giusta, se non sarà anche umana. 

PMI e sostenibilità: come nasce un nuovo dialogo con le banche 

PMI e sostenibilità: come nasce un nuovo dialogo con le banche 

Nel 2024 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha introdotto un documento che potrebbe segnare una svolta concreta nel modo in cui le piccole e medie imprese italiane dialogano con il sistema bancario: si tratta del “Documento per il dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche”. Non una normativa, ma uno strumento operativo pensato per creare un linguaggio comune tra due attori fondamentali dell’economia reale.  È un cambio di paradigma: non si tratta più solo di numeri di bilancio, ma anche di impatto ambientale, inclusione, governance, trasparenza. E per le PMI, significa ripensare la propria identità anche in chiave ESG.  Perché la sostenibilità è diventata un criterio di credito  Fino a pochi anni fa, la sostenibilità era un’opzione. Oggi è un elemento di valutazione del rischio. Le banche stanno integrando i fattori ESG (Environmental, Social, Governance) nelle proprie policy di concessione del credito, perché una PMI che gestisce bene i propri impatti ambientali e sociali è considerata più solida, più lungimirante e meno esposta a crisi future.  Questo vale ancora di più in un contesto in cui:  Una guida concreta: 45 indicatori per raccontare il proprio valore  Il documento del MEF propone una traccia strutturata di 45 informazioni, suddivise in cinque aree tematiche:  Non sono obblighi di legge, ma indicatori utili per facilitare il dialogo con le banche, aumentando la propria trasparenza e dimostrando di avere visione strategica.  Cosa cambia per le imprese?  Questo approccio non è pensato solo per grandi aziende strutturate. Al contrario, è calibrato proprio sulle PMI, offrendo un modello accessibile per cominciare a integrare la sostenibilità nei processi quotidiani.  Sostenibilità come ponte, non come ostacolo  Spesso la sostenibilità viene percepita come un costo, una complicazione o, peggio ancora, una moda passeggera. In realtà, oggi è un linguaggio comune che unisce aziende, istituzioni, banche e clienti. È il nuovo codice con cui si legge l’affidabilità.  Il documento del MEF è uno strumento prezioso per le imprese che vogliono iniziare o strutturare seriamente il proprio percorso in ambito ESG, senza retorica ma con metodo.  Il ruolo di Tecno Group: trasformare il dialogo in strategia  Come Sustaintech Corporation, Tecno Group accompagna le PMI in questo cambiamento, aiutandole a:  Con Tecno Group, il dialogo di sostenibilità non è un esercizio di stile. È un investimento nel futuro.  Le domande che contano  Se la risposta è “non ancora”, questo è il momento giusto per iniziare.

Green bond e finanziamenti ESG: cosa sapere nel 2025 

Green bond e finanziamenti ESG: cosa sapere nel 2025 

Nel 2025 il mercato della finanza sostenibile continua a crescere, spinto da una crescente consapevolezza ambientale, da nuovi standard normativi e da una domanda sempre più forte da parte di investitori e imprese. Tra gli strumenti più rilevanti a disposizione delle aziende emergono i green bond e i finanziamenti ESG, leve fondamentali per realizzare progetti orientati alla transizione ecologica e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale.  Green bond: una leva di sviluppo per le imprese responsabili  I green bond sono titoli obbligazionari emessi per finanziare progetti che generano benefici ambientali. Nel 2025 il loro utilizzo è in forte espansione: sempre più aziende scelgono di ricorrere a questa forma di finanziamento per sostenere iniziative legate all’efficienza energetica, alle energie rinnovabili, alla mobilità sostenibile e all’economia circolare.  I benefici principali per le imprese includono:  Un nuovo quadro normativo europeo per i green bond  Nel contesto normativo europeo, il 2025 segna un passaggio cruciale. L’Unione Europea ha introdotto standard comuni per l’emissione dei green bond, con l’obiettivo di rendere più trasparente e verificabile l’utilizzo delle risorse raccolte. Il “EU Green Bond Standard”, ad esempio, fornisce una cornice chiara per garantire che i fondi siano realmente destinati a progetti sostenibili.  Per le imprese, adottare questi standard significa:  Oltre i green bond: prestiti sostenibili, fondi ESG e agevolazioni  La finanza sostenibile oggi non si limita alle obbligazioni verdi. Le imprese possono contare su una gamma ampia e diversificata di strumenti:  Queste soluzioni offrono condizioni vantaggiose e stimolano le imprese ad accelerare l’adozione di modelli di produzione più sostenibili, soprattutto nei settori energivori e ad alta intensità di capitale.  Le iniziative europee a sostegno della transizione  L’Europa continua a investire risorse significative per sostenere la transizione verde. Attraverso emissioni di bond dedicati e fondi tematici, l’UE sta finanziando infrastrutture sostenibili, progetti a basso impatto ambientale ed energia rinnovabile. Le imprese possono partecipare a questi programmi candidando i propri progetti tramite bandi pubblici e iniziative specifiche.  Tendenze 2025: uno scenario favorevole agli investimenti ESG  Dopo una fase di assestamento, il 2025 segna un rinnovato slancio per gli investimenti ESG. L’interesse degli investitori per strumenti legati alla sostenibilità si sta consolidando, anche grazie a un contesto normativo più chiaro, alla crescente domanda di trasparenza e all’urgenza della transizione ecologica.  Le imprese che intraprendono percorsi strutturati in ambito ESG potranno beneficiare di:  In questo scenario, Tecno Group si propone come partner affidabile per trasformare le intenzioni in risultati. In qualità di SustainTech Corporation, affianchiamo le aziende nell’individuare le soluzioni finanziarie più adatte, strutturare progetti credibili e valorizzare ogni scelta sostenibile in modo chiaro e verificabile.  Hai in mente un progetto sostenibile e vuoi capire come finanziarlo?  Costruiamo insieme un futuro più solido, trasparente e responsabile. 

UNI/PdR 125:2022, lo standard che aiuta a trasformare i valori in pratiche concrete 

UNI/PdR 125:2022, lo standard che aiuta a trasformare i valori in pratiche concrete 

Secondo il Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum, ci vorranno ancora oltre 130 anni per colmare il divario globale di genere. In Italia, il tasso di occupazione femminile si ferma al 51%, contro una media UE del 64% (fonte: Eurostat 2023), e le differenze retributive restano significative: -16% a parità di mansione. Nel mondo del lavoro, solo il 20% dei ruoli dirigenziali è oggi affidato a donne (fonte: Osservatorio sul bilancio di genere – Dipartimento per le Pari Opportunità).  Questi numeri raccontano più di un ritardo strutturale. Parlano di potenziale inespresso, di futuro bloccato, e di un’urgenza che non è solo sociale, ma anche economica. È in questo scenario che la Certificazione per la Parità di Genere UNI/PdR 125:2022 assume un ruolo fondamentale: perché aiuta le imprese a trasformare i propri valori in pratiche concrete, misurabili, riconosciute.  Cosa prevede la UNI/PdR 125:2022  Pubblicata da UNI con il supporto del Dipartimento per le Pari Opportunità, la prassi definisce un modello volontario pensato per supportare le organizzazioni nella promozione della parità e nel consolidamento di un clima aziendale più equo, sicuro e inclusivo.  Il sistema si basa su sei aree di valutazione, ciascuna con KPI specifici:  A ogni indicatore è assegnato un peso percentuale che contribuisce al punteggio finale. Le aziende che raggiungono la soglia prevista ottengono la certificazione da un ente terzo accreditato.  KPI per la parità: numeri che contano davvero  I KPI previsti dalla UNI/PdR 125:2022 sono il cuore operativo della certificazione. Non si tratta di meri adempimenti, ma di strumenti per dare forma e direzione all’impegno.  Si misurano aspetti come:  Esempio: se un’azienda rileva che solo il 10% dei manager è donna e che la percentuale di donne nei percorsi di sviluppo è ancora più bassa, potrà attivare iniziative mirate: job posting interni trasparenti, programmi di mentoring, corsi leadership al femminile. Azioni che non solo migliorano il punteggio, ma creano cultura interna e attrattività esterna.  Misurare, in questo contesto, significa conoscersi meglio per cambiare meglio. E soprattutto, essere credibili.  Perché certificarsi: vantaggi reali  Oltre al valore culturale, la UNI/PdR 125:2022 porta con sé benefici concreti:  Essere certificati significa dimostrare che la parità non è solo dichiarata, ma realizzata.  Il supporto di Tecno Group  Come Sustaintech Corporation, promuoviamo un modello di sviluppo in cui persone, innovazione digitale e sostenibilità evolvono insieme. E lo facciamo accompagnando le aziende passo dopo passo, con competenza e concretezza:  Grazie alla nostra esperienza trasversale, ti aiutiamo anche ad accedere a finanziamenti e misure agevolate dedicate a welfare, diversity & inclusion.  Una cultura che evolve. Un futuro migliore da costruire insieme.  Promuovere la parità di genere significa mettere al centro il talento, non il genere. È una scelta che parla di futuro, di visione e di rispetto. In Tecno Group, crediamo che la sostenibilità sia un processo continuo, fatto di scelte quotidiane e strumenti affidabili. La UNI/PdR 125:2022 è uno di questi strumenti.  Vuoi intraprendere il percorso verso la Certificazione per la Parità di Genere?  Scrivici. Costruiamo insieme un ambiente di lavoro più giusto, consapevole e pronto al cambiamento. 

Greenwashing: come evitarlo e comunicare in modo trasparente l’impegno ambientale aziendale  

Greenwashing: come evitarlo e comunicare in modo trasparente l’impegno ambientale aziendale  

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un elemento centrale nelle strategie aziendali, spinta dall’evoluzione normativa e dalla crescente consapevolezza di consumatori e stakeholder. Tuttavia, questa attenzione ha portato anche alla diffusione del greenwashing, ovvero la comunicazione ingannevole di pratiche sostenibili che non trovano riscontro nei fatti o nei dati.  Secondo un’indagine di Confindustria, quasi il 50% dei consumatori italiani evita di acquistare da aziende percepite come poco trasparenti nelle proprie dichiarazioni di sostenibilità. Per distinguersi e rafforzare la fiducia del mercato, le imprese devono garantire che le loro comunicazioni siano chiare, verificabili e conformi alle normative europee.   Greenwashing: cos’è e quali sono i rischi  Il greenwashing si manifesta spesso attraverso claim ambientali generici o non supportati da dati concreti, tra cui:  Queste pratiche non solo erodono la fiducia dei consumatori, ma espongono le aziende a rischi normativi e reputazionali, con possibili sanzioni e restrizioni sul mercato.  Nuove normative europee per contrastare il greenwashing   Per contrastare le dichiarazioni ambientali ingannevoli, l’Unione Europea ha introdotto nuove normative che impongono maggiore trasparenza e verificabilità:  Il ruolo delle certificazioni: garanzia di credibilità  Le certificazioni riconosciute a livello internazionale rappresentano uno strumento essenziale per le aziende che vogliono attestare in modo concreto il proprio impegno nella gestione responsabile delle risorse e nella riduzione degli impatti. Questi standard non solo rafforzano la credibilità aziendale agli occhi di consumatori e investitori, ma consentono anche di allinearsi alle normative sempre più stringenti in materia di trasparenza e tracciabilità. Tra le più rilevanti troviamo:  Comunicare la sostenibilità in modo trasparente: le 5 regole essenziali  Per evitare il greenwashing, le imprese dovrebbero seguire alcuni principi chiave:  Una comunicazione trasparente non solo rafforza la fiducia dei consumatori, ma tutela l’azienda da rischi legali e migliora la competitività sul mercato.  Approfondimento normativo  Le normative europee sul greenwashing mirano a garantire che le aziende non possano più fare dichiarazioni ambientali generiche senza prove concrete. Con l’introduzione a settembre 2026 della Direttiva 2024/825/UE e dei suoi nuovi divieti e requisiti per la comunicazione ambientale, le aziende dovranno dimostrare con dati misurabili l’effettivo beneficio ambientale delle loro azioni. La Proposta di Direttiva “Explicit Green Claims” va oltre, imponendo una verifica indipendente prima che un claim possa essere pubblicato. Queste regolamentazioni non solo proteggono i consumatori, ma incentivano anche le aziende a integrare una strategia ambientale credibile e misurabile.  Il contributo di Tecno Group nella comunicazione responsabile della sostenibilità  In un contesto normativo sempre più rigoroso, Tecno Group supporta le imprese nella gestione delle dichiarazioni di sostenibilità, offrendo strumenti avanzati per garantire trasparenza e affidabilità.  Le nostre soluzioni permettono di:  Un approccio basato su analisi scientifiche (LCA, EPD, Carbon Footprint, Economia Circolare…) e strumenti digitali consente di valorizzare le azioni aziendali e di trasformare la sostenibilità in un motore di crescita reale.  Contattaci per una consulenza personalizzata sulla tua strategia di sostenibilità. 

Tassonomia UE: il quadro di riferimento per un’economia realmente sostenibile 

Tassonomia UE: il quadro di riferimento per un’economia realmente sostenibile 

La transizione ecologica è al centro delle strategie europee per la crescita sostenibile, e la finanza sostenibile ne rappresenta il principale acceleratore. Ma quali attività economiche possono essere realmente considerate sostenibili?  La Tassonomia UE risponde a questa domanda con un sistema di classificazione rigoroso e misurabile, utilizzato da imprese, investitori e istituzioni finanziarie per distinguere le attività che contribuiscono alla sostenibilità ambientale da quelle che non soddisfano i requisiti previsti.  Un quadro normativo essenziale, non solo per garantire la trasparenza, ma per orientare i capitali verso investimenti realmente sostenibili, supportando le imprese che integrano la sostenibilità in modo strutturale.  Cos’è la Tassonomia UE e perché è centrale per la finanza sostenibile?  La Tassonomia UE è il riferimento normativo per definire la sostenibilità delle attività economiche all’interno dell’Unione Europea. Introdotta con il Regolamento (UE) 2020/852, questa classificazione stabilisce criteri chiari e verificabili per valutare se un’attività può essere considerata sostenibile dal punto di vista ambientale.  Il suo ruolo va oltre la regolamentazione: la Tassonomia è un pilastro per la finanza sostenibile, perché determina quali attività possono essere incluse in strumenti finanziari ESG-compliant, come i Green Bonds, i Sustainability-Linked Bonds e i fondi di investimento Articolo 8 e 9 (SFDR).  Le imprese che rispettano i criteri della Tassonomia non solo dimostrano il proprio impegno nella transizione ecologica, ma migliorano il proprio accesso ai capitali sostenibili e consolidano il proprio posizionamento nel mercato globale.  Chi è coinvolto nella Tassonomia UE?  La Tassonomia UE ha un impatto diretto su una vasta gamma di attori economici, tra cui:  Anche le imprese non soggette a obblighi diretti possono utilizzare volontariamente la Tassonomia per migliorare la propria trasparenza e ottenere un vantaggio competitivo nell’accesso ai capitali sostenibili.  Finanza sostenibile e Tassonomia UE: quali sono le connessioni?  La Tassonomia UE è il fondamento su cui si basano numerosi strumenti finanziari legati alla sostenibilità. Senza un quadro normativo chiaro, il rischio di greenwashing nelle operazioni finanziarie rimarrebbe elevato.  Ecco i principali strumenti finanziari che devono allinearsi alla Tassonomia:  Fondi di investimento Articolo 8 e 9 (SFDR)  La Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) distingue i fondi d’investimento in base al loro livello di sostenibilità:  Entrambi devono dimostrare che le attività finanziate rispettano la Tassonomia UE, garantendo agli investitori criteri di selezione trasparenti.  Green Bonds e Sustainability-Linked Bonds  Per essere considerati realmente sostenibili, questi strumenti devono rispettare i criteri tecnici della Tassonomia UE, assicurando che il capitale investito supporti attività a basso impatto ambientale.  Linee di credito sostenibili e finanziamenti bancari  Molte banche europee offrono tassi agevolati per le imprese allineate alla Tassonomia, premiando chi adotta modelli di business sostenibili.  La capacità di dimostrare la conformità ai criteri della Tassonomia può influenzare il costo del capitale e l’accesso a finanziamenti strategici, accelerando la transizione ecologica delle aziende.  I sei obiettivi ambientali della Tassonomia UE  Per essere classificata come sostenibile, un’attività economica deve contribuire in modo significativo ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali definiti dal regolamento:  Per garantire un approccio coerente, ogni attività deve inoltre rispettare il principio del Do No Significant Harm (DNSH), evitando di arrecare danni significativi agli altri cinque obiettivi.  Come cambia la Tassonomia UE con il pacchetto Omnibus?  Nel febbraio 2025, la Commissione Europea ha annunciato il pacchetto di semplificazione Omnibus, volto a ridurre gli oneri burocratici e rendere la Tassonomia più accessibile per le imprese.  Le principali novità riguardano:  Nonostante questi aggiornamenti, la Tassonomia UE resta un pilastro della finanza sostenibile, influenzando la valutazione degli investimenti e la gestione dei rischi ambientali.  La Tassonomia UE non è solo un riferimento normativo, ma uno strumento di trasformazione economica che orienta capitali, strategie aziendali e modelli di business verso la sostenibilità.  Per le imprese, comprenderne il funzionamento significa migliorare l’accesso ai finanziamenti sostenibili, consolidare il proprio ruolo nei mercati internazionali e garantire una crescita allineata alle nuove esigenze del sistema economico globale.  Green Bonds, finanziamenti agevolati, criteri ESG per gli investitori: la Tassonomia UE è il nuovo standard. Scopri come valorizzare la sostenibilità della tua impresa con V-Finance. 

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