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Aumento costo energia: il Decreto Sostegni-ter supporta le imprese energivore

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Articolo aggiornato in data 10 agosto 2022   Il 27 gennaio 2022 è stato pubblicato in G.U. il Decreto Sostegni ter con cui sono stanziati 5,5 miliardi di euro. Tra gli aiuti previsti emergono le misure a favore delle imprese energivore, misure che sono state nel tempo oggetto di proroghe e revisioni per continuare a sostenere le imprese.   Il continuo aumento del costo energia elettrica ha messo in difficoltà l’intero comparto industriale. Le imprese energivore, in particolar modo, hanno dovuto fare i conti con il caro bollette, con un impatto significativo sul bilancio. Il costo elevato dell’energia in alcuni casi ha portato le aziende a ridurre o a bloccare la produzione, in altri addirittura a chiudere la propria attività. Si è reso così necessario intervenire per aiutare i settori economici e lavorativi maggiormente colpiti dalle misure restrittive dovute dalla pandemia da COVID-19 e a contenere gli effetti dell’aumento dei prezzi nel settore elettrico.  Il Decreto Sostegni ter interviene a sostegno delle imprese, rappresenta il primo di una serie di interventi approvati al fine di risollevarle dalla crisi economica. Vediamo quali sono gli aiuti previsti e i vantaggi per le imprese.   Decreto Sostegni ter: cos’è   Ė stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 21 del 27 gennaio 2022 il Decreto Sostegni ter (D.L. n. 4/2022), recante “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico”.   Segue il primo Decreto Sostegni entrato in vigore a marzo del 2020 e la sua estensione Decreto Sostegni Bis operativo da maggio 2021.   Alcuni interventi del terzo decreto Sostegni mirano a favorire la realizzazione degli obiettivi di transizione energetica ed ecologica per gli investimenti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).   Interventi di sostegno alle imprese: quali sono   Il decreto ha previsto importanti misure a favore di diverse attività e settori. Per alcune di esse le risorse a disposizione sono state confermate o incrementate, in quanto già finanziate in precedenza. I principali interventi sono a sostegno delle imprese colpite dall’aumento del costo energia elettrica.   1,2 miliardi per il contenimento dei costi dell’energia elettrica; 540 milioni destinati al credito d’imposta per le imprese energivore.   Le altre misure del Decreto Sostegni ter sono a supporto delle imprese, del lavoro, della salute e dei servizi territoriali; eccone alcune:   sostegno per le attività chiuse: rifinanziato il fondo istituito dal decreto sostegni-bis, per un importo di 20 milioni di euro; fondo per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio: 200 milioni di euro sotto forma di contributo a fondo perduto; sostegno delle attività economiche colpite dalla pandemia: 20 milioni di euro a favore di parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici; piano transizione 4.0: rivista la disciplina sul credito d’imposta per le imprese che investono in beni strumentali, in vigore dal 1° gennaio 2023; interventi sull’elettricita’ prodotta da impianti a fonti rinnovabili: è applicato un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia affidato al Gse; sia per l’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW, le cui tariffe fisse derivano dal meccanismo del Conto Energia e non dipendono dai prezzi di mercato, sia sull’energia elettrica immessa da impianti con potenza superiore a 20 kW alimentati da fonte solare, idroelettrica, eolica, etc.; misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche: i bonus edilizi ed emergenziali possono essere ceduti una sola volta.   Oneri di sistema energia elettrica: come contenere l’aumento costo energia   Il Decreto sostegni-ter è il primo testo che riconosce l’annullamento delle aliquote sugli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW. Tale agevolazione comincia dal I trimestre 2022 con il Decreto Sostegni-ter e viene riconosciuta nel tempo con ulteriori provvedimenti. Il Decreto Aiuti bis (D. L. 115/2022 in vigore dal 10 agosto 2022) all’art. 4 riconosce la stessa agevolazione anche per il IV trimestre 2022, da ottobre a dicembre.   Sono comprese anche le utenze connesse in media, alta e altissima tensione, quelle utilizzate per illuminazione pubblica o per la ricarica di veicoli elettrici presenti in luoghi accessibili al pubblico.   Il provvedimento ha l’obiettivo di contenere l’aumento del costo energia. ARERA (Autorità di Regolazione di Energia, Reti e Ambiente) applica l’annullamento delle aliquote a decorrere dal 1° gennaio 2022.   Imprese energivore agevolazioni: i vantaggi   Le imprese energivore hanno diritto al riconoscimento di un contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta del 20% delle spese sostenute per la componente energetica.    L’agevolazione che con il Decreto Sostegni-ter riguardava l’energia acquistata ed utilizzata nel primo trimestre del 2022 è stata poi prorogata per ulteriori mesi e con alcune modifiche. Per effetto del Decreto Aiuti bis il credito d’imposta è pari al 25% ed è riconosciuto per le spese e i consumi sostenuti anche nel III trimestre.   Ne possono beneficiare le imprese a forte consumo di energia, come indicato nel decreto MiSE del 21 dicembre 2017.   Rientrano nell’agevolazione le imprese energivore che hanno subito un incremento del costo per kWh di energia elettrica superiore al 30% relativo al 2019, anche nel caso di eventuali contratti di fornitura di durata stipulati dall’impresa.   Per il I trimestre il calcolo dei costi per kWh tiene conto della media dell’ultimo trimestre del 2021, al netto di imposte ed eventuali sussidi; per i successivi trimestri (II e III trimestre 2022) il calcolo dei costi tiene conto della media rispettivamente del primo e del secondo trimestre 2022).   Imprese energivore: come utilizzare il credito d’imposta   Le imprese energivore possono utilizzare il credito d’imposta esclusivamente in compensazione; è cumulabile con altre agevolazioni con medesimi costi, a condizione che il totale non superi il costo sostenuto. Ai fini del cumulo è necessario considerare che questo non concorre alla formazione del reddito e che va considerata la base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.   Il nostro supporto

Finanziamenti a fondo perduto Campania: arriva il Fondo regionale per la crescita

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Nuove risorse finanziarie a sostegno delle imprese campane. Dalla Regione arriva il Fondo per la crescita, uno strumento che prevede risorse a fondo perduto e un finanziamento agevolato a beneficio di professionisti e piccole imprese. Digitalizzazione e Industria 4.0, sicurezza e sostenibilità ambientale e sociale e nuovi modelli organizzativi sono gli ambiti di intervento ammessi. Scopriamo insieme i dettagli dell’agevolazione, le modalità di accesso e come entrare in possesso di strumenti e certificazioni compatibili con il Fondo.   Quasi 200 milioni di euro per le piccole realtà imprenditoriali campane   Attraverso la pubblicazione dell’avviso pubblico sul BURC n. 118 del 27 dicembre 2021, la Regione Campania comunica l’arrivo del nuovo Fondo regionale per la crescita. Uno strumento finanziario volto a supportare il rafforzamento e la crescita delle imprese locali.   Nell’ambito POR Campania FESR 2014-2020, il Fondo regionale per la crescita prevede ben 196,5 milioni di euro da destinare alle realtà che intendono investire in progetti per la competitività, l’innovazione tecnologia dei processi e la sostenibilità sociale e ambientale.   Risorse a fondo perduto e finanziamento a tasso zero: i dettagli dell’agevolazione   Le risorse messe a bando dalla Regione Campania consentono la copertura del 100% delle spese sostenute per interventi di diverso tipo. L’agevolazione, in effetti, segue uno schema ben preciso:   Il 50% delle risorse è a titolo di contributo a fondo perduto; Il restante 50% è a titolo di finanziamento agevolato, ossia a tasso zero e per la durata di 6 anni.   La spesa sostenuta deve essere di minimo 35.000 euro e massimo 150.000 euro, con interventi relativi a: digitalizzazione e Industria 4.0, sicurezza e sostenibilità sociale e ambientale e nuovi modelli organizzativi.   Dalla digitalizzazione alla riorganizzazione dei processi aziendali: i progetti ammessi   Le imprese, specie quelle di piccole dimensioni, stanno vivendo un momento storico particolarmente significativo, perché impegnate a rivedere i propri processi aziendali al fine di renderli più sostenibili e più innovativi. Bisogna aumentare la competitività, dimostrare di possedere strumenti validi e attestazioni reali, investire in progetti volti a migliorare la produttività e i ricavi aziendali.   In questo contesto, il Fondo per la crescita della Regione Campania rappresenta uno strumento abilitante, perché compatibile con progetti di:   Digitalizzazione e Industria 4.0: investimenti materiali e immateriali per processi di riorganizzazione e ristrutturazione produttiva finalizzati alla transizione 4.0; Sicurezza e sostenibilità ambientale e sociale: investimenti per accrescere le performance ambientali e sociali dell’impresa a garanzia della salute e della sicurezza degli operatori; Nuovi modelli organizzativi: investimenti per la riorganizzazione dei processi aziendali con soluzioni gestionali, di impianti e attrezzature per aumentare la produttività e la performance economica.   I destinatari dell’agevolazione e le spese ammesse   Il Fondo per la crescita della Regione Campania è rivolto a:   Piccole e microimprese costituite e iscritte nel Registro delle Imprese della CCIAA della Regione da almeno un anno dalla data di pubblicazione dell’avviso sul BURC; Liberi professionisti con partita IVA da almeno 12 mesi dalla data di pubblicazione dell’avviso sul BURC, purché non sanzionati dai rispettivi ordini professionali laddove previsti (incluso l’ammonimento).   Per beneficiare della misura finanziaria queste realtà imprenditoriali devono avere almeno un’unità operativa nel territorio campano o attivarne una in breve tempo.   È possibile approfittare del Fondo per la crescita per sopperire ai costi sostenuti per le seguenti spese:   Opere e impiantistica; Impianti e macchinari, nuovi di fabbrica, incluse le attrezzature hardware, le macchine elettroniche e le attrezzature necessarie al completamento delle capacità funzionali di impianti e macchinari; Software, piattaforme, sistemi, applicazioni e programmi informatici utili alle esigenze gestionali e produttive dell’intervento; Servizi reali funzionali necessari per risolvere problematiche gestionali, tecnologiche, organizzative, commerciali e produttive; incluse le certificazioni ISO 50001, ISO 14001, ISO 9001 e altre certificazioni relative a interventi per la sicurezza e la sostenibilità sociale e ambientale; Spese per studi di fattibilità, spese amministrative, oneri per il rilascio di attestazioni tecnico-contabili e garanzie a copertura della restituzione del finanziamento previsto dallo stesso avviso. Modalità e tempi per accedere al Fondo della Regione Campania Il Fondo prevede una procedura di valutazione a graduatoria. Per accedervi i professionisti e i titolari delle imprese richiedenti devono presentare una domanda esclusivamente in forma telematica, utilizzando l’identità digitale SPID o CNS e attraverso il sito internet di Sviluppo Campania. Non sono ammesse altre modalità di presentazione né domande siglate da entità diverse dal soggetto richiedente. È possibile fare domanda a partire dalle ore 12:00 del 10 febbraio 2022 e fino alla stessa ora del 14 marzo del 2022. Certificazioni ambientali reali e innovazione digitale al servizio delle imprese Se intendi approfittare del Fondo per la crescita della Regione Campania per avvalorare la tua impresa devi necessariamente entrare in possesso di certificazioni ambientali e di strumenti che sposano le finalità di questa agevolazione. Specializzati in servizi di efficientamento energetico e per la sostenibilità aziendale, in Tecno possiamo aiutarti ad ottenere la certificazione energetica ISO 50001 e certificazioni ambientali di prodotto e di organizzazione. Inoltre, possiamo fornirti un software semplice, sostenibile ed efficace per migliorare le performance aziendali. Il nostro kontrolON, infatti, è il sistema per il monitoraggio degli impianti industriali, capace di determinare e ottimizzare le capacità produttive, energetiche e ambientali dei processi e dell’impianto stesso. Non perdere l’occasione di partecipare al Fondo per la crescita della Regione Campania. Lasciati guidare da chi da anni fornisce alle imprese servizi e prodotti per la sostenibilità e la digitalizzazione aziendale. Completa il form per una prima consulenza gratuita.

Via all’agevolazione per le imprese gasivore: previsti rimborsi a partire da 18.000 euro

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Finalmente anche le imprese gasivore possono beneficiare di un sistema di agevolazione simile a quello delle imprese energivore. Dal 1° aprile 2022 alcune componenti tariffarie degli oneri di sistema della bolletta del gas saranno rimodulate. Scopriamo cosa prevede il Decreto 541/2021 pubblicato dal Ministero della transizione ecologica e cosa bisogna fare per accedere all’agevolazione.   Il Decreto 541/2021 e l’agevolazione per le imprese gasivore   Il 21 dicembre 2021 è stato pubblicato in G. U. il Decreto ministeriale n. 541 che approva quanto previsto nel 2017 con la Legge europea. Si tratta della rimodulazione dei corrispettivi a copertura degli oneri generali del sistema gas; a partire dal 1° aprile 2022 questi saranno modulati, permettendo così alle imprese gasivore di recuperare grandi somme di denaro.   In effetti, l’agevolazione per le imprese gasivore consiste nella riduzione delle componenti tariffarie RETIG e REIG, il cui gettito è destinato a coprire le spese sostenute per finanziare misure e interventi per il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.   La pubblicazione di questo decreto era attesa da alcuni anni, dato che con il Decreto ministeriale di marzo 2018 si avviava l’iter per introdurre un sistema di agevolazione simile a quello già attivo per le imprese energivore e per finanziare la decarbonizzazione.   Agevolazione per imprese gasivore: scopo, caratteristiche e benefici   Lo scopo di questo decreto è quello di prevedere un pacchetto di aiuti, così come previsto dall’art. 44 del Regolamento n. 651/2014 della Commissione Ue del 17 giugno 2014 – Aiuti sotto forma di sgravi fiscali da imposte ambientali in conformità alla Direttiva 2003/93/CE.   Il decreto chiarisce che nel secondo semestre 2022 l’importo per la componente RETIG è pari a 2,288 c€/Sm3 , mentre quello per la componente REIG sarà pari a 1,3169 c€/Sm3.   Grazie a questa misura, le imprese che impiegano gas naturale per scopi produttivi possono recuperare sulle spese per la fornitura di gas un importo medio a partire da 18.000 € per ogni Mln Sm3.   Oneri di sistema gas: le componenti tariffarie RETIG e REIG   I corrispettivi oggetto della rimodulazione approvata con il D. M. 541/2021 riguardano due componenti tariffarie che i contribuenti versano all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) quando pagano la bolletta del gas. La componente RETIG (o RET) è una componente tariffaria relativa al trasporto del gas; la componente REIG (o RE) è invece relativa alle spese di distribuzione. Entrambe sono definite dall’ARERA, sono espresse in euro/Smc (o Sm3) e sono destinate a coprire le spese sostenute per interventi e misure utili al risparmio energetico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili per il settore del gas.   Soggetti beneficiari e soggetti esclusi   L’agevolazione riconosciuta con questo Decreto ministeriale è destinata alle imprese che utilizzano gas naturale per scopi produttivi che registrano grossi consumi, dunque, imprese gasivore. Il gas in questione è quello per uso non energetico, quindi né come combustibile per il riscaldamento, né come carburante per alimentare motori.   Le imprese si definiscono gasivore quando: Hanno registrato un consumo medio di gas naturale annuo pari ad almeno 1 GWh (1 GWh/anno); Operano nei settori inclusi nell’allegato 1 dello stesso decreto; Presentano un indice di intensità gasivora su VAL maggiore o pari al 20% oppure un indice di intensità gasivora su fatturato maggiore o uguale al 2%.   Al fine di comprendere se sussistono i requisiti per accedere all’agevolazione, le imprese gasivore dovranno dunque tenere conto: Del consumo medio di gas naturale: il consumo registrato nei tre anni precedenti al 2022, con l’esclusione dell’anno 2020 al fine di eliminare la parte esigua causa Covid-19; Del VAL: il valore medio triennale del valore aggiunto lordo a prezzii di mercato, al netto di imposte indirette ed eventuali sussidi; Dell’intensità gasivora: ossia l’indice calcolato attraverso il rapporto tra i costi sostenuti per il consumo di gas naturale e il VAL/fatturato calcolato per il periodo di riferimento.   Non possono accedere a quest’agevolazione le imprese che sono in difficoltà, ai sensi della Comunicazione della Commissione (2014/C 249/01) circa “Orientamenti sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese non finanziarie in difficoltà”.   Lo stesso Decreto ministeriale all’articolo 7 evidenzia che a partire dal 1° gennaio 2022 le imprese che rilevano consumi superiori a 1 milione i Smc/annuo di gas naturale per uso non energetico sono esonerate dal pagamento delle componenti RETIG e REIG per i consumi superiori a tale soglia nell’anno solare.   Modalità di accesso all’agevolazione gasivori   Come già avviene per le imprese energivore, la CSEA (Cassa Servizi Energetici e Ambientali) per ogni anno di competenza realizzerà l’elenco delle imprese beneficiarie, ossia ammesse all’agevolazione. Tali elenchi saranno pubblicati sul sito internet della CSEA.   Le imprese che ambiscono all’inclusione negli elenchi della CSEA devono (per ogni anno di competenza) presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, ai sensi dell’art. 47 del D. P .R. 445/2000, che attesti il possesso dei requisiti necessari per accedere all’agevolazione.   La dichiarazione deve essere presentata nel rispetto delle tempistiche e delle modalità che verranno stabilite dall’ARERA. Sarà compito poi dello stesso ente verificare la veridicità di quanto espresso nella dichiarazione, in fase di controllo. Ulteriori parametri per accedere alle agevolazioni imprese gasivore   Consumo medio, VAL/fatturato e intensità gasivora non sono i soli requisiti che l’impresa gasivora deve controllare per poter accedere all’agevolazione. Il Decreto ministeriale chiarisce, infatti, che è necessario disporre di: Un sistema di gestione conforme alla ISO 50001; Una diagnosi energetica conforme al D. Lgs. 102/2014, comunicata all’ENEA e in corso di validità. Inoltre, queste imprese devono aver svolto almeno uno degli interventi di efficienza individuati con la diagnosi energetica, nel periodo che intercorre tra l’una e la successiva diagnosi (quattro anni). Impresa gasivora? Valutiamo insieme se puoi accedere all’agevolazione Finalmente anche le imprese gasivore possono ambire al recupero di un’importante somma di denaro sulle spese sostenute per la fornitura del gas. Ti proponiamo di individuare insieme se esistono le basi per accedere a quest’agevolazione, valutando la documentazione utile e senza alcun costo iniziale. Se desideri saperne di più compila il form sottostante

Dichiarazione non finanziaria e bilancio di sostenibilità: quali sono le differenze?

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La dichiarazione non finanziaria e il bilancio di sostenibilità evidenziano le best practice che le aziende mettono in atto per una crescita sostenibile. Rappresentano un modo di rendicontare le proprie performance e di confrontarsi con altre aziende, per obbligo di legge o volontariamente. Comunicare l’impegno aziendale in tema di sostenibilità mediante strumenti come il bilancio di sostenibilità e la dichiarazione non finanziaria consente all’organizzazione di creare una green reputation solida e credibile. Qual è la differenza tra dichiarazione non finanziaria e bilancio di sostenibilità? Perché anche le aziende non obbligate scelgono di comunicare le proprie performance socio-ambientali?   Rendicontare la sostenibilità aziendale: dalla norma europea a quella nazionale   Il D. Lgs. 254/2016 ha recepito in Italia la Direttiva 2014/95/UE, rappresentando un importante tassello nei processi di rendicontazione delle imprese, in quanto rafforza la Responsabilità sociale d’impresa (RSI). Gli obiettivi della Direttiva sono:   armonizzare le modalità di divulgazione delle informazioni di carattere non finanziario da parte delle imprese; facilitare l’accesso alle informazioni per gli stakeholder interessati; introdurre e rafforzare comportamenti virtuosi; aumentare la trasparenza nella comunicazione; incrementare la fiducia degli investitori e di tutti gli stakeholder.   Bilancio di sostenibilità e GRI standards   “Integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.” Ecco come la Commissione europea ha definito il bilancio di sostenibilità nel Libro verde pubblicato nel 2001. Il Libro verde è il documento mediante il quale si intende stimolare la riflessione su un particolare tema, a livello europeo.   Il bilancio di sostenibilità rappresenta un incentivo per le aziende che non sono obbligate alla redazione della dichiarazione non finanziaria: è un documento che un’organizzazione redige ogni anno per comunicare gli esiti della propria attività, considerando anche aspetti che non sono di natura finanziaria, come l’impatto sul territorio, sull’ambiente e sulla società.   Gli standard in grado di rendere efficace il bilancio di sostenibilità sono individuati mediante il GRI (Global Reporting Initiative), grazie all’integrazione delle tre dimensioni della sostenibilità: sociale, economica ed ambientale. I GRI standards permettono di realizzare un bilancio di sostenibilità trasparente ed omogeneo, dimostrando l’impegno dell’organizzazione.   Dichiarazione non finanziaria: cos’è   La dichiarazione non finanziaria (DNF) è uno strumento di rendicontazione, che garantisce uniformità alle modalità di divulgazione delle informazioni.    Contribuisce alla transizione verso un’economia sostenibile e consente agli investitori un accesso facilitato alle informazioni di natura non finanziaria. Le imprese obbligate alla DNF devono fornire informazioni sul modello aziendale di gestione e di organizzazione, i rischi ad essi connessi e agli indicatori di performance, sui seguenti temi:   politiche implementate in materia ambientale e sociale; gestione del personale; rispetto dei diritti umani; lotta alla corruzione attiva e passiva.   Le aziende che rendicontano su aspetti ambientali, sociali e di governance sono maggiormente apprezzate dalla comunità e dagli investitori. Questi, infatti, si avvalgono delle informazioni non finanziarie in aggiunta a quelle di natura finanziaria, per le proprie scelte di investimento.   Dichiarazione non finanziaria: chi sono i soggetti obbligati   I soggetti obbligati alla redazione e alla pubblicazione della DNF sono:   Enti di Interesse Pubblico (EIP) come banche, assicurazioni, società quotate in borsa, con un numero di dipendenti superiore a 500; inoltre devono avere un totale attivo dello stato patrimoniale pari a 20 milioni di euro, oppure un totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni di 40 milioni di euro; Società madri di gruppi di grandi dimensioni, qualificate come EIP e in possesso degli stessi loro requisiti dimensionali; queste sono obbligate ad una dichiarazione non finanziaria consolidata.   Le informazioni da rendicontare vanno selezionate secondo rilevanza e materialità; ciò sulla base dei principi previsti dallo standard che viene adottato dall’azienda. Alla base della dichiarazione non finanziaria vi è l’analisi di materialità.     Analisi di materialità e esg materiality assessment   La materialità è la soglia oltre la quale un tema diventa importante, tanto da essere inserito nella rendicontazione di sostenibilità. Rappresenta la concretezza e la misurabilità degli elementi rendicontati, i quali influenzano decisioni, azioni e performance dell’organizzazione e degli stakeholder.   Grazie all’analisi di materialità l’impresa comunica in modo efficace il suo impegno per la sostenibilità e sviluppa un processo di stakeholder engagement. Consente di poter identificare i temi chiave intorno a cui costruire la rendicontazione e i possibili KPI. Inoltre:   evidenzia il punto di vista dei portatori di interesse e quello dell’organizzazione; definisce la rilevanza dei temi della sostenibilità aziendale, sia ai fini delle decisioni degli stakeholder sia in relazione all’impatto generato dall’organizzazione; permette di individuare i fattori ESG (Environmental, Social, Governance).   L’ESG materiality assessment ha l’obiettivo di aiutare le aziende ad identificare e comprendere l’importanza dei parametri ESG.   L’analisi di materialità è rappresentata graficamente mediante la matrice di materialità.   I vantaggi della dichiarazione non finanziaria   La dichiarazione non finanziaria porta diversi vantaggi alle aziende:   incentiva ad adottare un approccio che considera gli aspetti finanziari con quelli ambientali, sociali e di buona governance; accresce la capacità di adattarsi al cambiamento e di anticiparlo grazie all’attività di stakeholder engagement, massimizzando i risultati; permette di rivedere ed evolvere i processi di rendicontazione, con un impatto positivo sia all’interno sia all’esterno dell’azienda.   Rendicontare la sostenibilità: l’elemento chiave della tua strategia aziendale   Gli stakeholder e gli investitori richiedono sempre più frequentemente di conoscere le pratiche commerciali responsabili, il trattamento nei confronti del personale e le iniziative sostenibili intraprese dalle aziende.   Rendicontare la sostenibilità non è più una prerogativa solo delle organizzazioni obbligate alla redazione della DNF. Anche le aziende più piccole hanno compreso quanto sia importante costruire un business sostenibile e duraturo nel lungo periodo.   Rendi la sostenibilità l’elemento chiave della tua strategia aziendale.  Per saperne di più compila il form, sarai subito ricontattato dai nostri esperti.

Alcantara contro Miko: la prima condanna di greenwashing in Italia

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Contenuto aggiornato in data 26/05/2022 Anche in Italia il greenwashing diventa reato. A luglio del 2021 Alcantara S.p.A. ha depositato un ricorso d’urgenza nei confronti di Miko Srl, in materia di pubblicità ingannevole e greenwashing, con accusa di concorrenza sleale. Cosa prevede l’ordinanza del Tribunale di Gorizia R.G. 2021/712, emessa il 25 novembre 2021? Soprattutto, perché riveste così tanta importanza? Analizziamo cosa è successo.   Concorrenza sleale: il ricorso avanzato da Alcantara   Alcantara S.p.A. ha presentato ricorso nei confronti di Miko Srl per aver diffuso messaggi che integrassero ipotesi di concorrenza sleale, mediante una comunicazione ingannevole. Si tratta della prima ordinanza cautelare in Italia in tema di greenwashing, inteso come pubblicità non veritiera sulle pratiche sostenibili messe in atto dalle aziende.   Miko ha contestato la competenza del Tribunale di Gorizia in merito al ricorso avanzato da Alcantara; ma è bene chiarire che quando ci si trova nell’ambito della concorrenza sleale (anche detta non interferente) la competenza è del giudice ordinario. Nel caso di concorrenza sleale interferente (comportamenti che interferiscono con un diritto di esclusiva proprietà industriale, come brevetti, marchi o diritti di autore) la competenza è delle sezioni specializzate.   Alcantara S.p.A. è una società italiana che opera nel settore tessile, il cui tessuto omonimo è prodotto e commercializzato a livello mondiale. Negli anni ha sviluppato un fortissimo impegno sul fronte della sostenibilità; dal 2009 è certificata carbon neutral.   Miko Srl è una società italiana concentrata nella produzione di Dinamica®, una microfibra dall’aspetto simile al camoscio, utilizzata anche su alcuni modelli di auto. L’azienda ha reso noto l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2024.   La richiesta di Alcantara nei confronti di Miko   A seguito del ricorso e dopo un’ampia discussione, il Giudice del Tribunale di Gorizia ha invitato le parti a trovare un accordo, ma le trattative per la conciliazione giudiziale sono fallite. La richiesta di Alcantara nei confronti di Miko riguarda:   inibitoria con effetto immediato della diffusione dei messaggi pubblicitari ingannevoli, veicolati sui canali di comunicazione online ed offline in italiano ed in inglese, in via diretta ed indiretta; penalità monetaria di 1.000 e 10.000 euro rispettivamente per ogni violazione e giorno di ritardo o inosservanza successivamente constatata e per ogni giorno di ritardo nell’adempimento di quanto indicato nell’ordinanza; attuazione di ulteriori provvedimenti al fine di eliminare gli effetti dell’attività ritenuta illecita, tra cui l’invio di comunicazioni informative ai propri clienti in merito all’esito del procedimento, segnalando tutti i claim non veritieri, fornendo una prova di quanto fatto; pubblicazione del provvedimento nella home page del proprio sito web entro 10 giorni dalla comunicazione e su alcune riviste di settore indicate; condanna alle spese e agli onorari.   Pubblicità ingannevole: cosa vuol dire?   Per poter concedere un provvedimento d’urgenza è necessario che sussistano le condizioni di un tipico provvedimento cautelare: periculum in mora e fumus boni iuris. In merito a quest’ultimo è necessario richiamare la normativa attualmente in vigore, con riferimento alla pubblicità ingannevole e nello specifico al fenomeno del greenwashing. Nel 2007 è stato varato il D. Lgs. 145/07, il quale ha lasciato immutata la definizione di pubblicità ingannevole ma ha introdotto importanti novità:   la possibilità per l’Autorità garante della concorrenza e del mercato di poter agire contro la pubblicità ingannevole e comparativa illecita; la possibilità per l’azienda scorretta di impegnarsi a risolvere l’illecito bloccando qualsiasi pubblicità ingannevole o modificandola prima di diffonderla nuovamente; l’applicazione di sanzioni pecuniarie più alte.   Quando si parla di pubblicità ingannevole ci si riferisce ad un messaggio promozionale in grado di alterare positivamente le decisioni d’acquisto dei consumatori; questi, assumono così un comportamento che non avrebbero tenuto o che sarebbe stato diverso.   Greenwashing e pubblicità ambientale: cosa e come comunicare   La pratiche sostenibili e le virtù ecologiche messe in risalto dalle aziende influenzano le scelte d’acquisto dei consumatori, sempre più sensibili al rispetto e alla tutela dell’ambiente.   L’art. 12 “Tutela dell’ambiente naturale” del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale specifica che quando si dichiarano o si evocano benefici di carattere ambientale o ecologico, questi devono basarsi su dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili. La comunicazione commerciale deve mettere in condizione di far comprendere chiaramente a cosa si riferiscono i benefici, in merito all’aspetto del prodotto o all’attività pubblicizzata.   La pubblicità ambientale è una comunicazione che implicitamente ed esplicitamente si riferisce a:   relazione tra prodotto e ambiente; promozione di uno stile di vita eco-compatibile; presentazione di un’immagine aziendale caratterizzata dall’impegno ambientale, mediante l’utilizzo di dichiarazioni ambientali “verdi” chiare, accurate e dimostrabili.   Il greenwashing rientra nel campo della concorrenza sleale; l’espansione del fenomeno ha portato alla nascita di molteplici soggetti regolatori e normative di riferimento, il cui obiettivo è garantire il rispetto della veridicità del messaggio e che questo non risulti fuorviante.   Campagna pubblicitaria: il greenwashing di Miko   Alcantara ha denunciato i messaggi pubblicitari di Miko ritenendoli molto generici ed in grado di costruire agli occhi del consumatore un’immagine green dell’azienda non propriamente reale. “Scelta naturale, amica dell’ambiente, prima e unica microfibra che garantisce eco sostenibilità durante tutto il ciclo produttivo” sono alcuni dei claim che identificano il greenwashing di Miko.   Per poter diffondere una campagna pubblicitaria green è necessario comprendere quali sono le politiche aziendali che consentono un maggior rispetto dell’ambiente e che riducono realmente l’impatto generato dalla produzione e dalla commercializzazione del prodotto. In particolare, Alcantara fa riferimento alle seguenti comunicazioni diffuse da Miko:   riciclabilità totale al 100% del tessuto, al termine del ciclo di utilizzo: l’informazione non risulta verificata e verificabile. Nell’EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto), Miko dichiara che l’azienda sta ricercando tecnologie che possano rendere il prodotto totalmente riciclabile; riduzione del consumo di energia e delle emissioni di CO2 dell’80%: il prodotto è stato realizzato in parte con materiale riciclato, dunque la quantità di CO2 risparmiata è applicabile solo alla parte di materiale usato riciclato; utilizzo di coloranti naturali: su questo punto non è possibile provare che si tratti di pubblicità ingannevole; la comunicazione infatti è avvenuta all’interno di una trasmissione

Cresce il Polo della Sostenibilità: Tecno entra nel capitale di AERE

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Il 2021 non smette di riservarci emozioni. Siamo entrati nel capitale di AERE, società lombarda esperta in ambito di risparmio, efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Presentiamo, dunque, la nuova partnership, l’ingresso di AERE nel primo Polo della Sostenibilità e la proposta destinata alle PMI nazionali ed estere.   Tecno e AERE: un nuovo membro nel Polo della Sostenibilità   Siamo felici di annunciare che la nostra azienda ha scelto di entrare nel capitale di AERE, player nazionale per i servizi di risparmio, efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Con questa partnership accogliamo un nuovo partner nel Polo della Sostenibilità, il primo Polo italiano nato a supporto delle PMI – nazionali ed estere – interessate alla crescita sostenibile.   AERE è una società lombarda, sita a Castelli Calepio e Brescia, che partendo dal Nord Italia ha conquistato la fiducia di aziende clienti poste in diverse parti del territorio nazionale. Offre servizi diversi, da interventi di energy management a soluzioni tecnologiche per l’efficientamento energetico, dall’autoproduzione di energia rinnovabile a soluzioni per la sostenibilità ambientale.   Con l’entrata nel Polo della Sostenibilità AERE sceglie di ampliare la propria offerta, di mettere a disposizione delle aziende potenziali e già clienti soluzioni strutturate per costruire il proprio percorso verso la sostenibilità aziendale.   “Siamo orgogliosi di questo sviluppo, perché abbiamo cercato un percorso che potesse aprire molte più porte ai nostri clienti, di quante potessimo aprirne singolarmente. È un orgoglio per noi entrare a far parte del “Polo Italiano della Sostenibilità”, all’interno del quale metteremo fin da subito la nostra competenza, l’esperienza maturata in molti anni e lo stretto legame che ci congiunge ad un territorio che conosciamo, nel quale siamo nati e nel quale dal 2015 operiamo con serietà e professionalità”. Così commenta la partnership Mauro Pagani, amministratore di AERE.   Il Polo della Sostenibilità italiano: tra obiettivi e consapevolezze condivise   Il Polo della Sostenibilità nasce da un’idea ambiziosa: costruire un nucleo operativo che funga da guida per le PMI italiane ed estere, al fine aiutarle a comprendere i vantaggi della sostenibilità e avviare percorsi efficaci per la crescita del proprio rating ESG.   Oggi questa idea si è trasformata in un’incredibile realtà, i cui membri condividono importanti consapevolezze. Bisogna osservare con grande riguardo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti con l’Agenda 2030, perché è alla loro realizzazione che mirano le attuali e future strategie politiche nazionali ed europee. Altra consapevolezza riguarda il contrasto al cambiamento climatico: il tema attira l’attenzione di molti, tanto da condizionare anche la destinazione di misure e fondi economici, indirizzati nei prossimi anni alle sole realtà imprenditoriali che si dimostreranno “responsabili” sotto il profilo ambientale e sociale.   Inoltre, tra le altre consapevolezze dei membri del Polo, è ormai chiaro che sono ancora troppe le realtà che ignorano quanto la sostenibilità sia oggi un’opportunità, sebbene generi al contempo curiosità e confusione.   Tecno, V-Finance e AERE: insieme per la crescita e la resilienza delle PMI   “La sostenibilità è un argomento centrale nel PNRR italiano, improrogabile per il resto del mondo.  Avvertiamo la responsabilità, in qualità di azienda impegnata su questo fronte sin dalla sua fondazione, di offrire competenze sempre più approfondite. Per questa ragione arricchiamo il nostro Polo della Sostenibilità, il primo progetto italiano sulla sostenibilità completamente rivolto al mondo delle PMI, con aziende che condividono i nostri valori, il nostro percorso.“ Claudio Colucci CEO Tecno   Il Polo della Sostenibilità garantirà una presenza capillare, in Italia e all’estero, di un team guida al servizio delle piccole e medie imprese che desiderano avviare percorsi strutturati per migliorare le performance ESG aziendali.   Le competenze di casa Tecno – tra sostenibilità e digitalizzazione – si uniscono a quelle sviluppate e dimostrate negli anni dagli altri due partner del Polo della Sostenibilità: V- Finance e AERE. Due realtà a cui sono bastati pochi anni per affermarsi nel mercato nazionale e diventare punti di riferimento per molte aziende italiane. Membri entrambi caratterizzati da professionisti esperti in tema di sostenibilità, con abilità che spaziano dall’efficienza energetica alla rendicontazione ESG.   È tempo di aiutare le PMI a comprendere che la sostenibilità è innanzitutto un’opportunità. Sebbene, infatti, non esista ancora nessun obbligo in ambito di rendicontazione ESG per le PMI, è giusto precisare che presto potrebbero esserci dei cambiamenti. Le aziende che dimostrano di essere sostenibili – perché capaci di generare valore senza danneggiare le generazioni future – hanno maggiori possibilità di accedere a programmi e linee di credito attivate da banche e finanziatori a supporto dei processi di transizione delle imprese verso un’economia digitalizzata e green.   Chi agisce nel rispetto dell’ambiente e a vantaggio della società conquista l’attenzione degli stakeholder, tutti più sensibili al tema della sostenibilità, specie quando l’azione è trasparente e veritiera (evitando il rischio di green and social washing).   La sostenibilità spalanca la porta delle opportunità, permette di avviare nuove collaborazioni, perché convince fornitori e consumatori; consente di attrarre gli investitori, perché sostenibile oggi è anche sinonimo di resiliente.

Tecno entra nel capitale di V-Finance: nasce il Polo della Sostenibilità per le PMI

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La partnership strategica tra il Gruppo Tecno e V-Finance porta alla creazione del primo Polo della Sostenibilità per le piccole e medie imprese italiane ed estere.   Dopo l’ingresso di Paolo Taticchi – Professore in Strategy e Sustainability presso UCL e Imperial College di Londra – nel nostro Advisory Board per le tematiche ESG, inizia un nuovo percorso di grande valore e prospettiva per la costruzione del Polo della Sostenibilità. Il Gruppo Tecno entra nel capitale di V-Finance per affiancare le PMI in Italia e all’estero nel percorso di crescita sostenibile.   Tecno e V-Finance, insieme per la crescita sostenibile delle imprese   Le competenze di reporting ESG di V-Finance e quelle industriali e tecnologiche di Tecno permettono di creare il primo Polo della Sostenibilità, in un contesto normativo che spinge all’adozione di modelli sostenibili. Il PNRR ha previsto un investimento di 68,6 miliardi a sostegno della rivoluzione green e della transizione ecologica.   Con l’ingresso di Tecno nel capitale di V-Finance si realizza un progetto di valore, in un settore in forte crescita, quello della sostenibilità. Con il nostro aiuto le imprese avranno accesso a nuovi segmenti di mercato, fondamentali per l’economia del futuro.   Da una parte le nostre competenze tecnologiche, basate su piattaforme digitali sviluppate negli ultimi dieci anni e il monitoraggio delle performance industriali; dall’altra la capacità di V-Finance di supportare le PMI quotate nella rendicontazione ESG. Questa unione consente di implementare best practice nazionali ed internazionali, al fine di rafforzare la crescita sostenibile delle imprese e la leadership sul mercato dei capitali.    “Le PMI sono pronte alla valutazione del business case della sostenibilità, non più vista come scelta etica o ambientale, ma come opportunità di crescita e occasione per accedere ai mercati globali. Va in questa direzione il nostro ingresso nel capitale di V-Finance che ci consente di integrare le competenze tecnologiche, basate in particolare su piattaforme digitali e sviluppate in questi ultimi dieci anni, con la capacità di supportare le PMI quotate nella rendicontazione ESG, in un settore quello della sostenibilità che cresce a livello mondiale con un CAGR del 26%”   Giovanni Lombardi, Presidente del Gruppo Tecno   Tecno ESG: la guida nel percorso di sostenibilità delle imprese   Il Gruppo Tecno si avvale di una NewCo, Tecno ESG, come guida nel percorso di sostenibilità delle imprese. Saranno sviluppate attività di consulenza e servizi necessari al miglioramento delle performance legate agli SDGs (obiettivi di sviluppo sostenibile) e ai parametri ESG (Environmental, Social, Governance), mediante:   prima fase di assessment; definizione della strategia di sostenibilità; implementazione delle attività con relative certificazioni; rendicontazione; comunicazione ESG.   Il progetto sarà realizzato attraverso una crescita interna ed esterna. La prima, basata su nuove assunzioni di figure professionali; la seconda, sull’acquisizione di quote di società specializzate in servizi legati al mondo della sostenibilità e partnership strategiche con primarie società di consulenza.   V-Finance: il punto di riferimento per le tematiche ESG   V- Finance è una società del gruppo IR Top Consulting, Sustainable Finance Partner di Borsa Italiana, specializzata nell’ESG Advisory, in finanza sostenibile e nel mercato dei capitali. L’esperienza pluriennale nel settore della sostenibilità (capitale di rischio e capitale di debito), pone V-Finance come punto di riferimento per le tematiche ESG e supporto fondamentale per la crescita sostenibile delle PMI tramite i seguenti servizi:   rendicontazione dei temi della sostenibilità attraverso il Bilancio di Sostenibilità e la dichiarazione non finanziaria (DNF); trasformazione delle società in Società Benefit (Benefit Corporation) e redazione della Relazione annuale di impatto; comunicazione delle strategie di sostenibilità per il miglioramento delle performance aziendali; ottenimento della certificazione B-Corp; reperimento di risorse finanziarie per le società sostenibili (IPO Green o Green Bond).   “L’ingresso nel capitale di V-Finance di un partner di elevato standing come Tecno, con competenze industriali e forte vocazione tecnologica, ci permetterà di ampliare il target di riferimento con l’obiettivo di creare un vero e proprio polo della sostenibilità che possa favorire lo sviluppo strategico delle PMI sulle tematiche ESG, non solo sul mercato dei capitali ma anche su quello privato. “ Anna Lambiase, Presidente di V-Finance   Da PMI a PMI sostenibili: integriamo la sostenibilità nella strategia delle imprese   L’integrazione della sostenibilità nella strategia delle imprese genera un impatto positivo sui profitti, con diversi benefici, tra cui una maggiore fiducia da parte del mercato e creazione di valore per gli azionisti. La sostenibilità è un elemento importante nelle attività finanziarie e creditizie. Gli investitori valutano le imprese utilizzando i fattori ESG; questi rappresentano i capisaldi dell’investimento sostenibile e responsabile (Sustainable and Responsible Investment – SRI) e sono utilizzati per analizzare la qualità dell’investimento e determinare il rischio ad esso associato.   È necessaria una visione strategica per contrastare i rischi legati ai cambiamenti climatici e trarre valore dalle opportunità derivanti dalla transizione ecologica. Da qui parte la nostra importante partnership, che rende il Polo della Sostenibilità il luogo in cui concretizzare il processo di trasformazione da PMI a PMI sostenibili.

Sistema Gestione Energia ISO 50001: i benefici superano le criticità

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La ISO 50001 è la certificazione internazionale volontaria che consente alle aziende di raggiungere un uso più efficiente dell’energia e di ridurre le emissioni di CO2. La FIRE (Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia) ha presentato il Rapporto 2021 sui Sistemi di Gestione dell’Energia certificati ISO 50001; il documento è stato prodotto con la collaborazione del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) e del CTI (Comitato Termotecnico italiano). Dal rapporto emerge come i benefici derivanti dal Sistema Gestione Energia superino le criticità. Vediamolo nel dettaglio.   Sistema Gestione Energia: il rapporto di FIRE   Il rapporto 2021 prodotto da FIRE contiene aggiornamenti sull’implementazione del Sistema Gestione Energia ISO 50001 e sull’impatto generato dalla modifica della norma del 2018. L’indagine ha coinvolto le organizzazioni certificate, gli esperti del settore e gli organismi di certificazione. Sono stati evidenziati i motivi che spingono le imprese a certificarsi e come i benefici energetici che derivano dal Sistema di Gestione Energia superano le criticità.   Quasi tutti i partecipanti hanno trovato interessanti e vantaggiose le modifiche introdotte, grazie ai miglioramenti apportati alla norma. All’indagine hanno partecipato 48 organizzazioni certificate, la maggior parte del settore industriale e con obbligo di diagnosi energetica o implementazione di un SGE.   ISO 50001: la svolta per il settore energetico internazionale   La norma ISO 50001 è stata pubblicata per la prima volta nel 2011. Ha rappresentato una svolta nel settore energetico internazionale. La volontarietà della norma ha permesso alle organizzazioni di fissare liberamente gli obiettivi da perseguire, le tempistiche e gli investimenti da attuare.   La nuova versione della norma è stata pubblicata il 20 agosto 2018; questa data ha segnato l’inizio di un periodo transitorio per il ritiro della versione del 2011. A causa dell’emergenza COVID, la scadenza del periodo di transizione è stato posticipato al 19 febbraio 2022. A seguito di questa scadenza tutti i certificati ISO 50001 dovranno avere come riferimento la nuova edizione; al fine di non perdere la validità, le organizzazioni devono assicurarsi di procedere al passaggio.   Norma ISO 50001: le modifiche apportate   Quasi tutti i requisiti e i contenuti presenti nella norma ISO 50001 del 2011 sono presenti anche in quella del 2018. Evidenziamo le modifiche apportate, al fine di comprendere l’importanza della transizione e dell’aggiornamento del Sistema Gestione Energia:   introduzione di una High Level Structure (HLS): si tratta di una struttura a 10 punti, che viene usata anche per le altre norme di gestione (es. ISO 90001, ISO 14001); questo permette di facilitare l’implementazione all’interno di un’organizzazione già certificata secondo gli stessi standard; ridistribuzione dei contenuti presenti nel capitolo 4 della norma del 2011, in cui erano contenuti i passaggi per l’applicazione di un SGE; nella versione del 2018 il capitolo è suddiviso in contesto dell’organizzazione, leadership, gestione dei rischi e delle opportunità (attualmente capitoli 4, 5 e 6).   Ogni azienda ha consumi energetici ed impatti ambientali diversi, quindi è necessario che la propria realtà sia contestualizzata (contesto dell’organizzazione). I manager devono ricoprire un ruolo decisivo all’interno del SGE per garantire il miglioramento continuo delle proprie prestazioni energetiche (leadership). L’analisi del rischio è correlata al contesto, tramite cui poter individuare e comprendere i fattori che influenzano i consumi energetici (gestione dei rischi e delle opportunità).   Certificazione ISO 50001: i benefici della certificazione   Inizialmente le imprese hanno implementato la norma ISO 50001 per adeguare il loro sistema EN 16001 (predisposto solo a livello europeo). Con l’introduzione dell’obbligo di diagnosi energetica (D. lgs. 102/2014) per le imprese energivore, è cresciuto il numero di siti certificati. Il Sistema Gestione Energia certificato esonera l’impresa dall’obbligo in quanto la diagnosi viene effettuata direttamente all’interno del SGE.   I benefici che derivano dall’implementazione del Sistema Gestione Energia spingono le aziende a certificarsi:   riduzione dei consumi, quindi abbassamento dei costi; competitività aziendale: la gestione dell’energia rappresenta una risorsa importante grazie all’abbattimento delle emissioni di CO2; partecipazione a gare d’appalto pubbliche, bandi di finanziamento e bandi della pubblica amministrazione che tra i requisiti presentano tale certificazione.   Il Sistema di Gestione dell’Energia è considerato uno strumento strategico in grado di:   migliorare la struttura dei costi aziendali legati alla gestione energetica identificare le priorità e le prestazioni energetiche ottenere margini di guadagno su prodotti e servizi grazie alla riduzione delle spese e ad una maggiore facilità nell’ottenimento di finanziamenti   Il punto centrale del Sistema di Gestione Energia è il concetto di miglioramento continuo. Al fine di garantire benefici a lungo termine, è necessaria una ricerca costante degli interventi di efficientamento da attuare ed elaborare obiettivi energetici legati ai risparmi.   DEESME: il progetto europeo che supporta le PMI   L’Unione europea mediante la direttiva sull’efficienza energetica punta a migliorare la competitività economica e ad aumentare la sicurezza energetica. Nello specifico l’articolo 8 definisce come raggiungere questo obiettivo e impone agli Stati membri di promuovere e facilitare sia gli audit energetici sia l’implementazione del SGE, incoraggiando le piccole e medie imprese. Il progetto DEESME nasce proprio con questo obiettivo; è stato finanziato da Horizon 2020 per il triennio 2020-2023, in collaborazione con FIRE:   supporta le PMI e le autorità nazionali a gestire la transizione energetica; fornisce linee guida e raccomandazioni al fine di potenziare i Sistemi di Gestione dell’Energia; organizza corsi di formazione e informazione; aumenta la consapevolezza delle aziende in merito all’adozione di soluzioni di efficienza energetica.   Gli interventi di efficientamento energetico favoriscono la transizione energetica in Italia.  Il GSE nel 2020 ha contribuito attivamente a rendere sostenibile il Paese supportando investimenti in economia verde (2,2 miliardi di euro) e in sostenibilità (oltre 15 miliardi di euro) puntando all’efficienza energetica, alle rinnovabili termiche, ai biocarburanti e al meccanismo ETS (Emission Trading Scheme).   Consulenza ISO 50001: più efficienza, meno emissioni, più risparmi   Il Sistema Gestione Energia ISO 50001 contribuisce al raggiungimento dei seguenti obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs):   Obiettivo 7: energia conveniente e pulita Obiettivo 11: città e comunità sostenibili Obiettivo 12: consumo e produzione responsabili Obiettivo 13: azione per il clima   La maggiore consapevolezza verso la transizione

Report di sostenibilità: cos’è e perché è importante per le PMI

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La sostenibilità rappresenta una leva competitiva per l’azienda e permette di differenziarsi sul mercato. Secondo l’International Integrated Reporting Council la comunicazione della creazione di valore passa per l’evoluzione del reporting aziendale. Il report di sostenibilità è lo strumento che permette di raccontare l’impegno sostenibile delle aziende.  Vediamo cos’è, perché è importante per le PMI e quali sono le differenze con la dichiarazione non finanziaria.   Dichiarazione non finanziaria: cos’è e soggetti obbligati   La dichiarazione non finanziaria (DNF) è diventata obbligatoria con il D.lgs. n. 254/2016. I soggetti obbligati sono gli EIP (Enti di Interesse Pubblico) con un numero di dipendenti superiore a 500 e uno dei seguenti requisiti: 20 milioni di euro come totale attivo dello stato patrimoniale 40 milioni di euro come totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni Inoltre, le società madri di gruppi di grandi dimensioni (comprese le banche e le assicurazioni). Il mancato deposito della DNF comporta sanzioni amministrative e pecuniarie che vanno da 20.000 a 100.000 euro. Nella dichiarazione non finanziaria sono contenute informazioni su temi ambientali e sociali, sul personale dell’azienda, sul rispetto dei diritti umani e sulla lotta alla corruzione attiva e passiva, quindi gli strumenti utilizzati per fronteggiarla.   Report di sostenibilità: cos’è   Il report di sostenibilità è una rendicontazione non finanziaria, volontaria, che esamina le performance aziendali dal punto di vista dell’impatto sociale, ambientale ed economico.  Alla base vi sono degli standard unificati che consentono di valutare rapidamente i report e confrontarli con semplicità. Lo standard internazionale di riferimento, maggiormente utilizzato, è il GRI (Global Reporting Initiative); identifica le performance sostenibili dell’organizzazione, di qualsiasi dimensione, settore e Paese.   Report di sostenibilità per le PMI: i vantaggi   I vantaggi del report di sostenibilità permettono di capire perché è importante che le PMI  realizzino questo documento, nonostante per loro non sia ancora un obbligo di legge:   attesta l’impegno sostenibile dell’impresa; dimostra la creazione di valore che l’organizzazione genera per sé stessa e per la società; informa in modo chiaro e trasparente; spinge l’azienda ad attuare un’analisi sui parametri ESG (Environmental, Social e Governance), quelli più rilevanti ai fini delle performance e quelli che invece rappresentano dei rischi; aumenta la fiducia con i portatori d’interesse; posiziona l’azienda come innovatrice e attenta alla sostenibilità in tutti gli ambiti; facilita l’accesso al capitale e consente alle banche di valutare il merito creditizio (affidabilità economica e finanziaria); stimola l’efficienza, la riduzione dei rischi e degli sprechi, con enormi risparmi sui costi, nell’intera supply chain; permette di accedere ad agevolazioni e a bandi nazionali e comunitari; migliora il coinvolgimento con gli stakeholder.   Rendicontazione di sostenibilità: quali sono gli obiettivi   L’obiettivo della rendicontazione di sostenibilità è aiutare le PMI a comprendere e comunicare meglio la creazione del proprio valore; facilita l’individuazione dei driver che hanno contribuito a generare determinate strategie, governance e performance aziendali.   Il report di sostenibilità rappresenta un elemento trainante per la stabilità e la sostenibilità finanziaria dell’azienda. Soprattutto, consente di rafforzare la comunicazione interna ed esterna verso i portatori di interesse; gli stakeholder richiedono sempre più informazioni sul modello di business delle imprese.   Riveste un ruolo fondamentale per le società che forniscono servizi, in quanto possiedono pochi asset tangibili. Il potere del report di sostenibilità risiede nella capacità di evidenziare tutto ciò che non rientra nel capitale finanziario della società; dunque, l’esperienza, la fidelizzazione costruita nel tempo con i clienti, i principi aziendali, gli obiettivi e le prospettive future; dati che raccontano la storia dell’azienda, che hanno condotto alla creazione del valore e che contribuiranno a crearlo, grazie anche alle richieste da parte di investitori, fornitori, stakeholder e clienti.   Comunicare e diffondere: essere sostenibili contrastando il greenwashing   Le aziende che decidono di intraprendere un percorso di sostenibilità ottengono molteplici benefici, in termini economici, d’immagine e di reputazione. Questo è anche il motivo che le spinge verso le certificazioni aziendali, in grado di attestare l’impegno e le azioni sostenibili realmente intraprese. L’azienda deve garantire che ciò che offre è davvero sostenibile; comunicarlo aiuta ad affermare la credibilità e la competitività, contrastando il greenwashing. La diffusione del report di sostenibilità è importante per l’organizzazione, non solo nei confronti degli stakeholder esterni, ma anche interni (dipendenti); contribuisce a generare prestazioni lavorative più alte, grazie al senso di integrazione, porta meno perdite di know-how e di talenti.   Realizza con noi il report di sostenibilità   Il report di sostenibilità evidenzia i criteri ESG rilevanti integrati nel tuo business. I nostri professionisti ti accompagnano nel percorso di rendicontazione, engagement e comunicazione:   analizziamo il livello di sostenibilità della tua azienda; valorizziamo le attività e le performance sostenibili; coinvolgiamo i portatori di interesse, comunicando e diffondendo in modo trasparente gli obiettivi raggiunti e quelli futuri; rafforziamo il tuo posizionamento e la reputazione aziendale.   Rendicontiamo e comunichiamo la tua strategia di sostenibilità aziendale, integrando gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Affidati a noi per realizzare il report di sostenibilità.    Compila il form per ottenere una consulenza gratuita.

Tecno e Re-Solution Hub: insieme per migliorare l’impatto ambientale delle aziende

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Valori comuni, obiettivi condivisi: da queste basi nasce la partnership tra Tecno S.r.l. e Re-Solution Hub SBr.l. Saremo al fianco di questa azienda per definire strategie, percorsi e interventi finalizzati al raggiungimento della sostenibilità ambientale.   Re-Solution Hub e la partnership per la sostenibilità ambientale   Siamo felici di annunciare la nascita di una nuova collaborazione, una partnership di valore con Re-Solution Hub, società Benefit di consulenza aziendale che opera al fianco degli imprenditori per una crescita sostenibile a beneficio dell’impresa, della società e dell’ambiente.   Re-Solution Hub è una società benefit che offre interessanti soluzioni di business e progetti imprenditoriali per supportare l’assetto strategico, finanziario, economico e organizzativo di start up, PMI e aziende in un’ottica di crescita sostenibile.   Re-Solution Hub è da sempre al fianco di realtà imprenditoriali che come Tecno scelgono di perseguire alti standard di scopo oltre all’esercizio d’impresa, nella consapevolezza che per crescere bisogna lavorare per il beneficio comune di tutti gli stakeholder e della società che ci circonda.   Insieme aiuteremo le imprese a raggiungere la sostenibilità ambientale, attraverso strategie di carbon management, percorsi mirati all’efficientamento energetico e interventi di energy management. Insieme lavoreremo per migliorare l’impatto ambientale delle rispettive aziende clienti; insieme favoriremo la neutralità carbonica e il raggiungimento degli SDGs dell’agenda 2030.   Una storia di valori in comune e di obiettivi condivisi   Da sempre crediamo che l’incontro favorisca il confronto e la nascita di collaborazioni, e che ognuna di queste possa rappresentare un’occasione per realizzare progetti finalizzati al bene del singolo, ma anche della comunità, della società e dei territori.   In Re-Solution Hub abbiamo incontrato persone con le quali condividiamo valori importanti.   Trasparenza e innovazione costante sono elementi in comune dei nostri modus operandi. Entrambe crediamo che sia necessario promuovere lo sviluppo di un sistema economico prospero, ma rispettoso del Pianeta e delle persone che lo abitano.   Inoltre, siamo entrambe consapevoli che le aziende devono agire in virtù di tutti i loro stakeholder, sia interni che esterni, finanziatori, fornitori, consumatori e dipendenti; soddisfare le loro richieste e rispettare le loro preferenze. Partnership per gli obiettivi agenda 2030: promuoviamo lo sviluppo sostenibile Perfettamente in linea con la nostra mission e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile che ci impegniamo a conseguire, la partnership con Re-Solution Hub si aggiunge alle collaborazioni che abbiamo avviato negli anni. Così come indica l’ONU, per avere successo l’agenda 2030 ha bisogno di partenariati tra governi, settore privato e società; di collaborazioni inclusive, fondate su valori e obiettivi condivisi, e che mettono al centro le persone e l’ambiente. Siamo lieti di accompagnare Re-Solution Hub in questa nuova avventura; siamo pronti ad aiutare le aziende a raggiungere la sostenibilità ambientale desiderata, grazie al talento e alla professionalità del nostro team di ingegneri ambientali ed esperti di sostenibilità.

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