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Sostenibilità aziendale e fattori ESG: la guida aggiornata al 2024

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L’essenza di una strategia sostenibile esg-oriented Integrare la sostenibilità nelle operazioni aziendali, cosa vuol dire? Il futuro delle imprese: sostenibilità e investimenti ESG Perché un’azienda dovrebbe puntare sugli investimenti ESG? Chi si occupa della sostenibilità in azienda? Sostenibilità e brand reputation: dalla strategia alla comunicazione   In un contesto globale in cui le tematiche ambientali, la responsabilità sociale di aziende e individui e la gestione etica delle risorse sono diventati elementi essenziali del dibattito sulla sostenibilità, adottare un approccio che implementa e contribuisce al benessere del pianeta rappresenta una condizione imprescindibile per raggiungere il progresso.   Tra i principali attori coinvolti nel paradigma sostenibile troviamo proprio le aziende, sempre più interessate dalle richieste del mercato, dalle normative e raccomandazioni delle organizzazioni mondiali e statali focalizzate sul contrasto al cambiamento climatico e volte al raggiungimento degli obiettivi definiti per la riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050. Vediamo insieme in che modo le imprese possono affrontare la sostenibilità e perché è importante agire in ambito ESG per la crescita aziendale.   L’essenza di una strategia sostenibile esg-oriented   La sostenibilità aziendale rappresenta un approccio strategico e responsabile alla gestione delle attività imprenditoriali, tenendo conto degli impatti economici, sociali e ambientali generati nel corso del ciclo di vita di un’azienda.   Ragionare in una prospettiva di lungo periodo, si traduce nell’adottare soluzioni sostenibili tanto con riferimento ai modelli di governance adoperati, che con riguardo ai metodi di produzione.   Il ruolo delle imprese, in ambito sostenibile, è duplice: da un lato, queste sono soggetti responsabili dell’impatto che la loro attività produttiva ha sull’ambiente e sulla società circostanti; dall’altro hanno il potenziale di diventare i principali promotori di una cultura sostenibile che guarda al futuro.   Sulla base dei principi contenuti nell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, la sostenibilità aziendale può essere tradotta in strategie finalizzate all’applicazione di criteri riconducibili al paradigma ESG, acronimo che sta ad indicare i tre pilastri della sostenibilità, indispensabili per la transizione sostenibile delle aziende:   Environmental; Social; Governance.   L’adozione di un approccio sostenibile rende le aziende, gli stakeholder e tutti gli attori coinvolti un centro di creazione di valore per la società.   Integrare la sostenibilità nelle operazioni aziendali, cosa vuol dire?   Integrare la sostenibilità nelle operazioni aziendali significa incorporare considerazioni economiche, sociali e ambientali nelle decisioni quotidiane e nelle pratiche di gestione di un’azienda.   Le operazioni aziendali rappresentano il terreno fertile sul quale adoperare quotidianamente strategie sostenibili che afferiscono ai fattori ESG (Environmental, Social, Governance); un terreno su cui è possibile intervenire con azioni concrete e vantaggiose:   Analisi dell’impronta ambientale, ovvero la valutazione e la misurazione dell’impatto ambientale delle operazioni aziendali. Un esempio di questa tipologia di analisi è la valutazione del carbon footprint di organizzazione, utile ad analizzare e quantificare le emissioni di CO2 prodotte dall’impresa e connesse agli Scope 1, 2 e 3; Definizione chiara degli obiettivi di sostenibilità, effettuata in linea agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile presenti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e alle linee guida sulle best practices sostenibili definite a livello internazionale; Adozione di politiche di investimento volte al miglioramento dell’efficienza energetica, come l’adozione di fonti di energia rinnovabile o l’implementazione di pratiche di gestione energetica; Creazione di una catena di approvvigionamento sostenibile, che si traduce nella scelta di collaborare con fornitori che rispettino elevati standard di sostenibilità, in modo da valutare e monitorare l’impatto ambientale lungo l’intera catena di fornitura; Integrazione della responsabilità sociale d’impresa (CSR – Corporate Social Responsibility), ai fini del coinvolgimento della comunità locale e la promozione di una cultura aziendale etica; Comunicazione trasparente e chiara delle politiche di sostenibilità adottate, attraverso la redazione di documenti volti alla rendicontazione delle proprie performance ESG (Report di Sostenibilità, report CFO, ecc.), per coinvolgere eventuali stakeholder ed incrementare, allo stesso tempo, l’affidabilità del brand per i consumatori; Coinvolgimento dei dipendenti in tutte le iniziative di sostenibilità, attraverso programmi di formazione ed eventi interni finalizzati alla valorizzazione dei lavoratori e alla crescita comune; Investimenti reali in progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito dell’innovazione sostenibile.   Il futuro delle imprese: sostenibilità e investimenti ESG   Nel panorama aziendale sempre più competitivo del 2024, l’attenzione verso la sostenibilità aziendale non è più una scelta, ma una necessità imperativa per le imprese che aspirano al successo a lungo termine.   Investire in sostenibilità rappresenta una mossa strategica, in quanto consente di acquisire una visione di lungo periodo dell’attività aziendale e del suo impatto concreto.   In questo contesto si inseriscono gli investimenti basati sui criteri ambientali, sociali e di governance (criteri ESG), diventati popolari a seguito della volontà di un numero sempre maggiore di investitori di integrare la sostenibilità nelle decisioni finanziarie.   L’acronimo “ESG” sta ad indicare tre fattori:   Ambientale (Environmental): riguarda le pratiche legate all’ambiente, come le emissioni di gas serra, l’uso sostenibile delle risorse, il cambiamento climatico e la gestione dei rifiuti; Sociale (Social): coinvolge aspetti sociali come la responsabilità sociale d’impresa, le pratiche di gestione dei dipendenti, la diversità e l’inclusione, la salute e la sicurezza dei lavoratori, nonché le relazioni con le comunità locali; Governance (G): riguarda la struttura di governance aziendale, l’etica aziendale, la trasparenza, l’indipendenza del consiglio di amministrazione e la gestione dei conflitti di interesse. Gli investimenti ESG riguardano tutte le politiche di investimento inerenti ai tre fattori sopra menzionati. Perché un’azienda dovrebbe puntare sugli investimenti ESG?   I vantaggi connessi agli investimenti ESG sono numerosi, al punto da rendere questa tipologia di strumenti particolarmente attrattiva per gli investitori.  Nello specifico, tra i vantaggi inerenti connessi agli investimenti ESG ci sono:   La riduzione dei rischi. Gli investimenti ESG contribuiscono a identificare e mitigare i rischi associati a questioni ambientali, sociali e di governance che potrebbero influenzare negativamente le prestazioni finanziarie delle aziende.    Il rendimento finanziario a lungo termine. Le aziende che adottano pratiche ESG solide sono maggiormente resilienti e gestiscono meglio i cambiamenti di mercato, favorendo un rendimento finanziario a lungo termine più sostenibile.   La stabilità.  Una buona ed efficiente governance aziendale rappresenta, per gli

Imprese energivore: cambia il meccanismo per l’accesso alle agevolazioni

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La riforma del D. L. 131/2023 ridefinisce il meccanismo delle agevolazioni riconosciute alle imprese a forte consumo energetico che decorre dal 1° gennaio 2024. Sono molte le novità a riguardo, ad esempio: la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) dispone il portale elettrivori (creando di fatto una nuova definizione per le imprese a forte consumo energetico); le imprese incluse negli elenchi della CSEA del 2013 e del 2014 sono escluse dal neo meccanismo di agevolazione e dal 2024 scompaiono gli scaglioni di agevolazione a favore di una definizione più precisa.   Le imprese che registrano grandi consumi di energia elettrica possono approfittare di questa opportunità per recuperare importanti somme di denaro e gestire in modo ottimale le risorse a disposizione. Conosciamo insieme come accedere all’agevolazione, i requisiti e gli obblighi delle imprese.     Scopri come ottenere l’agevolazione   Da energivori ad elettrivori con la riforma che decorre dal 1° gennaio 2024   Il Decreto-Legge n. 131 del 29 settembre 2023 è stato aggiornato e coordinato con la legge di conversione n. 169 del 27 novembre 2023; una riforma che decorre dal 1° gennaio 2024, sopraggiunta per adeguare la normativa nazionale alle disposizioni contenute nella comunicazione della Commissione europea 2022/C 80/01 del 18 febbraio 2022.   Le imprese che dimostrano di aver sostenuto un consumo di energia elettrica superiore a 1 GWh nell’anno precedente alla presentazione dell’istanza possono accedere alle agevolazioni riconosciute dallo Stato se possiedono almeno uno dei seguenti requisiti:   operano in uno dei settori definiti ad alto rischio di rilocalizzazione di cui all’allegato 1 della Comunicazione della Commissione europea 2022/C 80/01; operano in uno dei settori a rischio di rilocalizzazione di cui all’allegato 1 della comunicazione della Commissione europea 2022/C 80/01; non operano nei settori considerati ad alto rischio o a rischio di rilocalizzazione, ma negli anni 2022 e 2023 hanno beneficiato delle agevolazioni riconosciute dal Decreto del Ministero dello sviluppo economico 21 dicembre 2017, recante “Disposizioni in materia di riduzioni delle tariffe a copertura degli oneri generali di sistema per imprese energivore» – imprese incluse negli elenchi energivori redatti dalla CSEA; sono considerate ammissibili secondo il punto 406 della comunicazione della Commissione europea 2022/C 80/01.   Sono escluse le imprese che, sebbene in possesso dei requisiti sopra menzionati, sono in stato di difficoltà. Inoltre, non sono più considerate imprese energivore le aziende che secondo il precedente ordinamento (decreto ministeriale del 21 dicembre 2017) rientravano perché inserite negli elenchi della CSEA del 2013 e del 2014.   Il nuovo meccanismo di agevolazione per le imprese energivore risulta più accessibile, in quanto non include i requisiti relativi all’incidenza dei costi dell’energia sul VAL (Valore Aggiunto Lordo) dell’impresa.   Nell’allegato 1 della comunicazione della Commissione europea sono individuati i settori ad alto rischio e a rischio di rilocalizzazione insieme al corrispettivo codice NACE. Quest’ultimo rappresenta l’abbreviazione di “classificazione statistica delle attività economiche nelle Comunità europee”, quale sistema di classificazione e definizione delle attività economico-industriali negli Stati dell’Ue. Imprese energivore/elettrivori: agevolazioni 2024   Alle imprese che rientrano negli elenchi definiti dalla CSEA – e dunque ammesse in qualità di imprese energivore/elettrivori – sono riconosciute agevolazioni connesse ai contributi a copertura degli oneri generali afferenti al sistema elettrico a sostegno delle fonti rinnovabili (Tariffa/componente Asos). Il livello di contribuzione varia in base alla tipologia di impresa e viene riconosciuta una riduzione importante a chi ricorre all’impiego di fonti energetiche che non emettono carbonio. Nello specifico: per le imprese ad alto rischio di rilocalizzazione il contributo è pari al 15% della componente degli oneri generali di sistema oppure allo 0,5% del VAL dell’impresa; per le imprese a rischio di rilocalizzazione il contributo è pari al 25% della componente degli oneri generali di sistema oppure all’1% del VAL. Le realtà che coprono almeno il 50% del proprio consumo energetico mediante fonti energetiche che non emettono carbonio, con almeno il 10% assicurato tramite contratto di approvvigionamento o almeno il 5% garantito da energia prodotta in sito o in sua prossimità, il contributo si riduce ed è pari al 15% della componente degli oneri di sistema o allo 0,5% del VAL; per le imprese già incluse negli elenchi energivori il contributo da versare varia negli anni: dal 2024 al 2026 il contributo è pari al 35% della componente degli oneri generali di sistema oppure all’1,5% del VAL; nel 2027 il contributo è pari al 55% della componente degli oneri di sistema oppure al 2,5% del VAL; nel 2028 il contributo è pari all’80% della componente degli oneri di sistema oppure al 3,5 del VAL. Anche in questo caso viene riconosciuta una riduzione a chi impiega fonti energetiche che non emettono carbonio per coprire almeno il 50% del proprio fabbisogno energetico, con almeno il 10% assicurato tramite contratto di approvvigionamento o almeno il 5% garantito da energia prodotta in sito o in sua prossimità. In questo caso la riduzione prevista per gli anni inclusi dal 2024 al 2028 è pari al 35% oppure all’1,5% del VAL.   Per ogni anno – e in ciascun caso – i contributi non possono essere inferiori al prodotto tra 0,5% €/MWh e l’energia elettrica prelevata dalla rete pubblica. Green conditionality: gli obblighi delle imprese Le imprese che accedono alle agevolazioni riconosciute per il forte consumo di energia elettrica sono tenute a rispettare obblighi precisi. Primo tra tutti l’esecuzione della diagnosi energetica, a cui si aggiunge l’attuazione di una delle seguenti misure: attuare le raccomandazioni indicate nel rapporto di diagnosi energetica, qualora il tempo di ammortamento degli investimenti a tal fine necessari non superi i tre anni e il relativo costo non ecceda l’importo dell’agevolazione percepita; ridurre l’impronta di carbonio del consumo di energia elettrica fino a coprire almeno il 30% del proprio fabbisogno da fonti che non emettono carbonio; investire una quota pari almeno al 50% dell’importo dell’agevolazione in progetti che comportano riduzioni sostanziali delle emissioni di gas a effetto serra, al fine di determinare un livello di riduzioni al di sotto del parametro di riferimento utilizzato per l’assegnazione gratuita nel sistema di scambio di quote di

4W4I e Tecno: partecipiamo all’evento inclusivo più esclusivo dell’anno

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La IV edizione della 4 Weeks 4 Inclusion sta per cominciare; quest’anno partecipiamo alla maratona di eventi sull’inclusione e la diversità in azienda quale partner Bronze. Il nostro impegno per la promozione di modelli d’impresa sostenibili si arricchisce con nuove iniziative e siamo pronti a metterci la faccia.   4 Weeks 4 Inclusion: la maratona dedicata all’inclusione   4 Weeks 4 Inclusion (4W4I) è l’iniziativa ideata da TIM dedicata all’inclusione e alla valorizzazione delle diversità; una maratona di quattro settimane con eventi frutto dell’alleanza di 400 aziende partner. Tutte le attività sono finalizzate alla promozione della cultura dell’inclusione nel mondo del lavoro, attraverso la condivisione di progetti, storie e buone pratiche a tema D&I.   L’evento ospiterà personaggi provenienti da mondi differenti: dallo sport, dalla moda, dalla Pubblica Amministrazione, dalla cultura, che faranno da testimonial per raggiungere un pubblico ancora più ampio e diversificato.   Per la IV edizione della 4W4I, la maratona sarà inaugurata nel pomeriggio del 12 ottobre con l’evento “Anatomia dell’Inclusione” di Monica D’Ascenzo, giornalista de IlSole24Ore, e terminerà il 14 novembre con un evento finale che accoglierà lo spettacolo teatrale Up&Down: il progetto nato dalla collaborazione tra Paolo Ruffini e la compagnia teatrale Mayor Von Frinzius, composta da una maggioranza di attori disabili. La 4W4I è accessibile a tutti e gratuita, si svolge in presenza e online, dunque, tutti gli eventi potranno essere seguiti anche in streaming sia dal sito web che da App dedicata.   Quest’anno, per la prima volta, anche il nostro Gruppo ha scelto di sostenere la 4W4I; una partecipazione strettamente connessa alla nostra mission aziendale, in quanto ogni giorno ci impegniamo per promuovere la diffusione di modelli di business sostenibili, ESG-oriented, e l’inclusione è un elemento cardine della sostenibilità. In effetti, ogni intervento finalizzato allo sviluppo, al benessere e alla salvaguardia socio-ambientale parte da un approccio inclusivo. Un approccio orientato all’ascolto delle esigenze e delle aspettative del territorio e delle persone, sia interne che esterne all’azienda, per conoscerne visioni, interessi, cultura, problemi e dunque accoglierne le diversità. Diversità e inclusione in azienda: i temi della 4W4I Essere inclusivi significa avere rispetto per gli altri, valorizzare ogni individualità, indipendentemente dal sesso, dall’età, dal background, dall’etnia o dalle competenze in possesso. L’inclusività è un concetto fondamentale per la società presente e futura, perché è attraverso la valorizzazione del singolo che è possibile costruire la prosperità e il benessere comune. L’inclusività sottolinea anche la rilevanza dell’essere inclusivo verso chi detiene interessi differenti dai nostri, chi è attratto da tendenze diverse da quelle massive. La diversità, dunque, è un aspetto fondamentale dell’inclusività: per essere inclusivi bisogna riconoscere, accogliere e rispettare le diversità altrui, diversamente saremmo concentrati solo su ciò che rappresenta una parte della popolazione, della società, del mercato. Un ambiente inclusivo deve far sentire tutti a proprio agio. In un ambiente inclusivo ogni diversità diventa un valore aggiunto, un elemento da mettere in risalto piuttosto che nascondere. Come favorire l’inclusione in azienda: l’approccio Tecno In Tecno prestiamo grande attenzione al tema dell’inclusione e della diversità. Le nostre offerte di lavoro, ad esempio, sono aperte a tutti, alle categorie protette, alle persone over 45-50. Con il progetto Talents, avviato nel 2017, miriamo all’introduzione in azienda sia di giovani talenti che figure senior, anche per favorire lo scambio generazionale e abbattere le frontiere della generational diversity. Abbiamo sviluppato e tenuto in azienda corsi di formazione sul linguaggio inclusivo e sul sessismo sul luogo di lavoro. Rispondiamo all’appello Leave No One Behind, uno dei dieci principi guida dell’UN Global Compact rivolto a governi e imprese, sia attraverso le iniziative dedicate al personale, che mediante la nostra proposta commerciale con servizi volti alla promozione della sostenibilità in azienda, incluse le pari opportunità, come i percorsi finalizzati all’ottenimento della certificazione per la parità di genere. La partecipazione attiva alla 4W4I testimonia la nostra volontà a proseguire in questa direzione, migliorando le iniziative in corso e potenziando l’impegno in tema D&I; perché le diversità per noi esistono, ma rappresentano un valore prezioso, da custodire e valorizzare per il benessere e la prosperità comune.

Certified Software Partner: dal GRI un nuovo riconoscimento al nostro Assessment ESG

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A pochi mesi dalla certificazione da parte del GRI (Global Reporting Initiative) il nostro tool per l’Assessment ESG ha ottenuto un nuovo importante riconoscimento: siamo ufficialmente nell’elenco dei Certified Software Partners.   Software & Tools Partner: il nostro tool per un supporto certificato   Da sempre siamo al fianco delle imprese nel percorso verso la decarbonizzazione in modo concreto e trasparente. In qualità di partner software certificato GRI, garantiamo ai nostri clienti che il nostro Assessment ESG integra in modo accurato e pertinente i GRI Standards, fornendo dati di analisi precisi.   Software & Tools Partner è un ulteriore tassello rappresentativo del supporto certificato che forniamo alle aziende nella misurazione e nella valutazione delle modalità di gestione rispetto alla dimensione ambientale, sociale e di governance. Il tool è stato sviluppato interamente dal team di Tecno ESG Società Benefit; uno strumento pensato per promuovere la creazione di valore a lungo termine, facendo emergere criticità e priorità, aumentando la consapevolezza dell’organizzazione sulle performance e sugli impatti generati in ognuno dei tre ambiti, suggerendo azioni migliorative.   Criteri ESG: come integrarli nella strategia aziendale   Il concetto di sostenibilità evolve nel tempo, di pari passo con i cambiamenti che coinvolgono il mercato e la società. Una parola chiave nell’ambito della sostenibilità è rappresentata dall’acronimo ESG – Environmental, Social, Governance – parametro fondamentale ai fini della valutazione di un’impresa. Se da un lato i criteri ESG sono diventati decisivi ai fini della crescita del business, dall’altro l’adesione e l’integrazione di questi principi hanno incrementato la consapevolezza sulla necessità di rimodulare la strategia aziendale, ispirandola ad una maggiore etica, al benessere delle persone e alla tutela dell’ambiente. È in questo contesto che si inserisce il nostro Assessment ESG, con il quale accompagniamo le imprese nell’implementazione di una strategia di sostenibilità aziendale coerente e corretta.   Assessment ESG: aree di analisi e tematiche rilevanti   Il nostro Assessment ESG è suddiviso in tre aree: Environmental, Social e Governance; per ognuna di esse sono individuate le tematiche chiave. Al fine di poter restituire una fotografia oggettiva delle performance ESG, all’azienda è richiesto di compilare un questionario, le cui domande sono volte a comprendere la modalità di gestione delle tematiche rilevanti oggetto di analisi e come queste sono presidiate. Al termine del questionario l’Assessment ESG è validato dal nostro team; una volta completata la validazione, in piattaforma è visibile la dashboard con le performance ESG ottenute. Per ogni area esaminata è fornita una comparazione con il mercato, evidenziando le certificazioni ottenute dai competitor e le best practice implementate.   Il set di informazioni presenti nelle aree di analisi e nei campi di indagine del nostro tool sono costruiti sulla base dei contenuti della norma UNI ISO 26000 (UNI/PdR 18:2016) e dello standard di rendicontazione internazionale GRI Standards.   Assessment ESG e SDGs L’Assessment ESG è strutturato tenendo conto del settore di appartenenza dell’azienda e degli standard di riferimento. Le azioni di miglioramento suggerite generano un importante vantaggio per le imprese rispetto ai competitor; consentono di sviluppare una strategia di sostenibilità efficace in grado di soddisfare le richieste di mercato e degli stakeholder. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un riferimento a livello globale che richiama l’attenzione delle organizzazioni alle quali è richiesto un importante contributo; ecco perché ogni azione suggerita dall’Assessment ESG è collegata a specifici SDGs.   I vantaggi del nostro Assessment ESG   L’Assessment ESG aiuta ad acquisire maggiore consapevozza sulle performance e sugli impatti generati dalle attività aziendali. Rappresenta uno strumento di notevole impatto in quanto rafforza il legame con gli stakeholder, lo sviluppo e il mantenimento delle politiche attuate e delle certificazioni acquisite, il monitoraggio delle performance di sostenibilità nel tempo, correlate agli obiettivi prefissati; inoltre, consente di alimentare il Report di Sostenibilità. È necessario, infatti, che le aziende intraprendano azioni proattive al fine di garantire il soddisfacimento dei futuri requisiti di divulgazione. L’Assessment ESG è un supporto utile all’accuratezza dei dati che risultano fondamentali per la redazione del Report di Sostenibilità.   Con Tecno ESG integri una strategia di sostenibilità vincente   Il riconoscimento ottenuto dal GRI per il nostro Assessment ESG è un aspetto fondamentale per la nostra crescita; una dimostrazione ulteriore del nostro impegno e della trasparenza con cui ci approcciamo alle imprese che ogni giorno ci scelgono come partner nel percorso strategico di integrazione della sostenibilità.   Tecno ESG Società Benefit è al fianco delle imprese per supportarle e indirizzarle verso l’implementazione di strategie ESG efficaci. Ci rivolgiamo a chi guarda in modo lungimirante alla sostenibilità perché ne ha compreso il valore per l’azienda stessa, per la società, per il territorio, per l’ambiente; ma anche a tutte le imprese che hanno appena iniziato ad interfacciarsi con nuovi modelli di sviluppo e di crescita sostenibile, al fine di generare un impatto positivo in ambito ambientale, sociale e di governance.

Carbon Border Adjustment Mechanism: nuovi obblighi per le aziende importatrici

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Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale europea del Regolamento Ue 2023/956 avvenuta il 16 maggio 2023, l’Unione europea ufficializza l’entrata in vigore del meccanismo CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism (meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere).   Dal 1° ottobre 2023 le aziende che importano in Europa merci provenienti da Paesi extraeuropei sono tenute al rispetto di questo meccanismo, con obblighi connessi alle emissioni di CO2 incorporate nelle merci importate.   In collaborazione del team di Tecno Vat, composto da esperti in fiscalità internazionale, garantiamo a tutte le aziende importatrici interessate dal regolamento Ue 2023/956 la consulenza e il supporto ambientale e burocratico necessari per adempiere agli obblighi CBAM.   Cos’è il CBAM: tra calcolo CO2 e obblighi di versamento   Il CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism – è un meccanismo che l’Unione europea introduce per regolare/adeguare/compensare le emissioni di carbonio derivanti dalle merci importate nei territori membri. Incluso nel programma “Fit for 55”, il CBAM sottolinea l’impegno dell’Unione per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 e di neutralizzazione al 2050. Questo meccanismo rappresenta, inoltre, una misura atta contrastare il dumping ambientale e la rilocalizzazione delle produzioni ad alti livelli di emissione in Paesi extraeuropei.   Cosa cambia per le aziende che importano prodotti in Europa?   Se la merce importata rientra tra i codici di nomenclatura combinata elencati nell’allegato I del Regolamento Ue 2023/956 (ad esempio: prodotti in alluminio, ferro, acciaio, ghisa; cemento e prodotti in cemento; fertilizzanti; energia elettrica e idrogeno) l’azienda importatrice deve dapprima rispettare gli obblighi di rendicontazione, poi ottenere lo status di dichiarante CBAM autorizzato e infine provvedere ad una serie di azioni tra cui il versamento delle somme spettanti per le emissioni di CO2 incorporate nella merce importata.   Procediamo però con ordine e capiamo insieme, in base alle prossime scadenze, cosa bisogna fare.   Il periodo transitorio e l’obbligo di rendicontazione   Dal 1° ottobre 2023 al 31 dicembre 2025, il periodo transitorio del CBAM, gli importatori sono tenuti a: raccogliere le informazioni in merito alle installazioni degli impianti di produzione siti all’estero, ai codici di nomenclatura combinata e all’origine delle merci, alle emissioni di CO2 derivanti dalla produzione delle merci e dallo spostamento delle stesse fino alla frontiera europea. In questa fase la collaborazione del produttore/fornitore o gestore dell’impianto di produzione sito nel Paese extra-Ue è fondamentale; inviare ogni trimestre alla Commissione europea la relazione CBAM, dettagliando la quantità totale delle merci CBAM incorporate, relative emissioni di CO2 ed eventuali costi sostenuti per fronteggiare le emissioni generate.   Lo status di dichiarante autorizzato e il pieno regime del Regolamento Dal 31 dicembre 2024 le aziende importatrici devono ottenere lo status di dichiarante autorizzato; per riuscirci bisogna inviare richiesta all’autorità competente nello Stato membro Ue di appartenenza (in caso di importatore non residente in Ue interviene il rappresentante doganale indiretto), attendere i controlli di verifica e la finale iscrizione nel registro CBAM in qualità di dichiarante autorizzato. A partire dal 1° gennaio 2026 i dichiaranti autorizzati (aziende importatrici o rappresentante doganale indiretto) devono: calcolare la CO2 incorporata nei prodotti importati, sottoporre la misurazione effettuata a verifica di un ente terzo accreditato e conservare le nozioni utili al calcolo per i successivi quattro anni; versare le somme dovute per le emissioni di CO2 incorporate nei prodotti importati mediante l’acquisto di certificati CBAM. Documenti elettronici acquistabili dagli Stati membri attraverso piattaforma gestita dalla Commissione Ue; entro il 31 maggio dell’anno successivo all’importazione, restituire i certificati acquistati mediante il registro CBAM (in fase di realizzazione) e inoltrare la dichiarazione CBAM comprensiva di: numero totale delle emissioni, numero certificati acquistati e restituiti, copia del documento di verifica rilasciato dall’ente accreditato.   L’importatore deve garantire che il totale dei certificati CBAM acquistati sia in grado di compensare almeno l’80% delle emissioni di CO2 diffuse in atmosfera attraverso le merci importate durante l’anno. Tra le altre scadenze annuali da ricordare ci sono il 30 giugno e il 31 luglio: la prima corrisponde al termine entro cui l’importatore può chiedere allo Stato membro di appartenenza di riacquistare gli eventuali certificati CBAM in eccesso; la seconda rappresenta la data entro cui la Commissione europea cancella i certificati acquistati e restituiti dall’importatore. Misura, verifica e comunica: rispetta i vincoli del CBAM con noi Rappresentiamo il partner per la sostenibilità aziendale già di molte realtà imprenditoriali, conquistate grazie alla professionalità e all’abilità dei nostri ingegneri e consulenti ambientali. Oggi, grazie alla collaborazione con gli esperti di fiscalità internazionale di Tecno Vat, siamo in grado di soddisfare anche le esigenze di aziende in cui le importazioni di merci ad alti livelli di emissione, dai Paesi terzi agli Stati membri Ue, rappresentano una costante. Se desideri conoscere i dettagli di questa collaborazione e le opportunità del servizio compila il form.

Certificazione parità di genere: cosa cambia con il nuovo Codice Appalti

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La certificazione per la parità di genere è un documento che attesta le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Si tratta di una certificazione che sta acquisendo una grande rilevanza tra le aziende, perché capace di attrarre l’attenzione degli stakeholder e consentire l’accesso a bandi e incentivi. Scopriamo insieme cosa cambia per le imprese dal 1° luglio 2023 a seguito delle modifiche al nuovo Codice dei Contratti Pubblici. Codice Appalti 2023: dalla vecchia alla nuova versione Il nuovo Codice Appalti varato dal Governo Meloni (D.Lgs. n. 36/2023) contiene un riferimento specifico alla promozione della parità di genere nell‘articolo 108 che definisce i “Criteri di aggiudicazione degli appalti di lavori, servizi e forniture”. Un articolo che è stato oggetto di discussione tanto da essere modificato dal Decreto-legge del 29 maggio 2023 n. 57. Il Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 50/2016) prevedeva, infatti, che le stazioni appaltanti indicassero il punteggio premiante attribuito ai possessori della certificazione della parità di genere ai sensi della UNI PdR 125:2022, ovvero un’attestazione rilasciata da un soggetto terzo e imparziale. Il nuovo Codice dei Contratti D.Lgs.36/2023 (all’art. 108, comma 7), invece, stabilisce che le stazioni appaltanti considerino un “maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti di cui all’articolo 46-bis del d.lgs. 198/2006”. Una modifica che lascia il compito alle stazioni appaltanti di verificare l’attendibilità sia dell’autocertificazione che dei requisiti in possesso per la certificazione della parità di genere, e che ha incontrato la disapprovazione di diverse realtà. Accredia, ad esempio, l’ente di accreditamento designato dal Governo italiano, ha ufficialmente dichiarato di ritenere l’autocertificazione incapace di fornire le stesse garanzie di un’attestazione rilasciata da terzi accreditati. Altra sostanziale modifica, tra la vecchia e la nuova versione del Codice, riguarda la riduzione degli incentivi previsti a favore delle imprese che intendono acquisire la certificazione della parità di genere. In effetti, il Codice Appalti 50/2016 riconosceva all’operatore economico una riduzione della cauzione pari al 30% per partecipare alle procedure di accreditamento (non cumulabile con altre riduzioni). Il nuovo Codice, invece, riduce questa percentuale al 20% rendendo però tale agevolazione cumulabile con altre riduzioni legate all’ottenimento di certificazioni o marchi inclusi nell’allegato II.13 del Codice Appalti. Decreto Legge n.57/2023: addio autocertificazione per la parità di genere Dal 1° luglio 2023 le imprese interessate alla conquista dei punteggi premianti aggiudicati dalle stazioni appaltanti – in merito alla certificazione della parità di genere – devono fare i conti con la recente modifica dell’art. 108 del nuovo Codice Appalti. Quest’ultimo è stato oggetto di revisione da parte del Governo, che ha scelto di intervenire attraverso l’art. 2 del Decreto-legge 57/2023 pubblicato il 29 maggio 2023, eliminando sia i riferimenti all’autocertificazione della certificazione parità di genere sia alla verifica di attendibilità: “Al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese per l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46 -bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198.” L’autocertificazione redatta e siglata dalla stessa azienda non è più riconosciuta; pertanto, le aziende potranno dimostrare il possesso della certificazione della parità di genere solo attraverso attestazioni verificate e meritare il maggior punteggio attribuibile dalla stazione appaltante. Certificazione parità di genere: scegli Tecno! Con la certificazione della parità di genere la tua azienda – oltre a contribuire allo sviluppo di un’economia inclusiva e sostenibile – potrà accedere a interessanti sgravi fiscali e ottenere punteggi più alti nelle graduatorie degli appalti pubblici. Il nostro team è pronto a supportare la tua azienda per la definizione di una strategia finalizzata all’eliminazione dei divari di genere e di un clima lavorativo sempre più virtuoso. Non ti resta che lasciare i tuoi dati nel form di contatto qui sotto e saranno i nostri consulenti a contattarti. Il primo incontro è gratuito!

Il nostro tool di Assessment ESG: tra i primi in Italia certificato e validato dal GRI

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A un anno dallo sviluppo della nostra piattaforma online dedicata all’Assessment ESG per la valutazione reale del livello di presidio della sostenibilità, oggi il GRI riconosce e certifica il nostro lavoro, tra i primi in Italia.   Dalla promozione all’azione: il nostro contributo per un futuro sostenibile   Abbiamo scelto di guidare le aziende verso la transizione sostenibile, aiutandole a migliorare le proprie performance ambientali, ma anche sociali e di governance, con strategie personalizzate e interventi mirati.   Per rendere il nostro intervento sempre più efficace, le abbiamo supportate nella comprensione dei temi ESG, concetti e criteri nuovi per alcune, divenuti fondamentali per misurare e comunicare i propri impatti. Lo abbiamo fatto utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione, mediante eventi e formazioni, momenti di confronto con esperti di settore e anche attraverso la definizione di strumenti ad hoc, per la misurazione, la rendicontazione e la comunicazione dei propri impatti ESG. Il tool Assessment ESG è uno di questi. Assessment ESG: le caratteristiche e i vantaggi del nostro tool Il nostro Assessment ESG è uno strumento di misurazione che permette alle organizzazioni di ottenere una valutazione circa le performance di sostenibilità nelle tre aree dello sviluppo sostenibile: ambiente, sociale e governance. Lo strumento interroga l’organizzazione mediante un questionario composto da domande differenziate secondo il settore di appartenenza, ognuna delle quali accompagnata da una breve spiegazione teorica che rende semplice la comprensione del tema affrontato. Tutte le risposte fornite diventano elemento di indagine utile alla determinazione del punteggio ESG dell’organizzazione e alla redazione del report. Quest’ultimo consiste nel documento finale restituito dalla piattaforma, in cui vengono evidenziati gli eventuali gap esistenti, i rischi ESG e forniti sia una prima analisi di materialità che il dettaglio dei possibili interventi migliorativi. Cosa rende differente il nostro tool dagli altri presenti sul mercato? Tra i primi in Italia validato e certificato dal GRI; Include lo studio di ben 60 sottosettori; Restituisce un’analisi coerente e accurata; Comprende l’identificazione delle tematiche materiali principali; Permette di individuare il proprio status o livello di presidio della sostenibilità: high impact, full immersion o limitless. GRI: l’ente e gli standard internazionali Il GRI (Global Reporting Initiative) è un ente no profit di rilievo internazionale. Fondato a Boston nel 1997 quale divisione del CERES (Coalition for Environmentally Responsible Economies), dal 2001 è un organismo indipendente con sede ad Amsterdam e rappresenta un ente autorevole per l’individuazione degli standards di rendicontazione della sostenibilità. La sua missione è aiutare le organizzazioni ad essere trasparenti e ad assumersi la responsabilità dei propri impatti a favore di un cambiamento sostenibile. Per centrare i suoi scopi, il GRI collabora con esponenti politici, organizzazioni sindacali, società civile e molti altri soggetti; espande la sua rete con uffici collocati in più parti del mondo (Stati Uniti, Colombia, Singapore, Africa, Brasile, ecc.), realizza e mette a disposizione delle organizzazioni linee guida utili alla misurazione e comunicazione dei propri impatti ambientali, sociali ed economici. A seguito di continui aggiornamenti, le linee guida sono state sostituite da un framework di standard di riferimento, i GRI standards, utilizzati dal 78% delle aziende più grandi al mondo in base al fatturato (KPMG Survey of Sustainability Reporting 2022). Concetto predominante attenzionato dal GRI è la materialità, perché diventa fondamentale comprendere la rilevanza dei propri impatti, effettivi e potenziali, di breve e lungo termine, positivi e negativi sull’ambiente, sulla società e sull’economia globale. Solo in questo modo è possibile valutarne la significatività e intervenire con misure migliorative o mitigative. Rendicontare la sostenibilità: le nostre risposte alle richieste europee e di mercato Per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030, per la neutralità carbonica al 2050 e agire a favore degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU, tutte le organizzazioni sono chiamate a contribuire, e il modo migliore per farlo è avvalersi di partner esperti e strumenti certificati. La risposta del nostro Gruppo si traduce in un duplice impegno: come azienda e come promotore di modelli d’impresa sostenibili, caratterizzati da strumenti e metodi efficaci, affinché l’analisi delle proprie performance di sostenibilità unite alle azioni per la riduzione/mitigazione dei propri impatti siano riconosciuti da stakeholder e shareholder come azioni virtuose e non di facciata.

Certificazione parità di genere: 10 milioni dalla Regione Lombardia per sostenere le imprese virtuose

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La Regione Lombardia ha pubblicato il bando “Verso la certificazione parità di genere” con cui intende sostenere le imprese virtuose del territorio lombardo nel percorso orientato all’ottenimento della certificazione. Vediamo in cosa consiste, quali sono i requisiti e come richiedere il finanziamento.   Certificazione parità di genere: in cosa consiste il contributo della Regione Lombardia   Dopo aver approvato le Linee Guida della misura a sostegno delle imprese lombarde dedicata alla certificazione della parità di genere, la Regione Lombardia ha erogato dei contributi mediante la pubblicazione di un bando volto a sostenere le imprese del territorio. La dotazione finanziaria è pari a 10 milioni di euro suddivisa in due linee:   Linea A: prevede risorse pari a 4 milioni di euro destinati a Servizi consulenziali di accompagnamento alla certificazione. Il contributo è erogato sotto forma di voucher nel limite massimo di 7.000,00 euro; Linea B: prevede risorse pari a 6 milioni di euro destinati al Servizio di certificazione della parità di genere; nello specifico è finanziato il rimborso delle spese sostenute per l’ottenimento della certificazione. Il contributo è erogato sotto forma di voucher nel limite massimo di 9.000,00 euro.   La domanda di finanziamento può essere presentata dal 1° febbraio 2023 fino al 13 dicembre 2024. Il contributo è assegnato in base all’ordine cronologico di arrivo delle domande.   Finanziamento Regione Lombardia: i requisiti per accedere al bando   Le imprese che richiedono il finanziamento Regione Lombardia inerente ai servizi di consulenza di accompagnamento alla certificazione parità di genere devono necessariamente richiedere anche quello destinato all’ottenimento della certificazione. Per accedere al bando è necessario che l’impresa soddisfi i seguenti requisiti:   avere sede operativa attiva nella Regione Lombardia o, se titolari di partita IVA, avere un domicilio fiscale in Lombardia; essere una micro, piccola e media impresa; essere regolarmente iscritte e attive nel Registro delle Imprese o essere titolare di partita IVA al momento della presentazione della domanda di contributo; avere in pianta organica almeno un dipendente alla data di presentazione della domanda.   I contributi, per entrambe le linee di finanziamento disponibili, sono erogati solo a seguito dell’ottenimento della certificazione di genere da parte dell’impresa e della rendicontazione delle spese sostenute.   Certificazione della parità di genere: di cosa si tratta   La legge n. 162/2021 ha introdotto a livello nazionale la certificazione della parità di genere, entrata poi in vigore il 1° gennaio del 2022.   Le imprese che vogliono intraprendere il percorso per ottenere la certificazione devono dimostrare di aver adottato determinate misure concrete volte alla riduzione del divario di genere, quali: pari opportunità di carriera, livelli retributivi a parità di mansione, politiche per la gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.   La certificazione della parità di genere aiuta a colmare il gap esistente tra uomini e donne, favorendo l’adozione di politiche per la parità di genere in termini di retribuzione e carriera, tutela della genitorialità, armonizzazione dell’equilibrio tra vita privata e lavorativa e miglioramento all’accesso da parte delle donne al mercato del lavoro e nella leadership aziendale. Può essere richiesta da qualsiasi tipo di impresa, indipendentemente dalla dimensione e dall’attività svolta.   Come ottenere la certificazione parità di genere: la UNI/PdR 125:2022   La UNI/PdR 125:2022 “Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere” è entrata in vigore il 16 marzo del 2022. Con il Decreto 29 aprile 2022 del Ministero delle Pari Opportunità è stata recepita come standard di riferimento per la verifica dei parametri necessari all’ottenimento della certificazione parità di genere.   La Prassi di Riferimento prevede, mediante KPI, la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati inerenti al genere al fine di colmare il divario esistente; questo consente di integrare un nuovo paradigma basato sulla parità di genere, producendo un cambiamento sostenibile e duraturo nell’organizzazione.   Certificazione parità di genere: i vantaggi per le imprese   La certificazione parità di genere assume sia un valore etico sia di sviluppo sociale e sostenibile per le imprese. É un percorso volto all’equità, alla parità e all’inclusione.   Le imprese che conseguono la certificazione innescano circoli virtuosi che fanno bene all’azienda stessa e alla società; rafforzano la propria reputazione, attirano maggiormente talenti, accedono a sgravi fiscali e ottengono premialità nei bandi bandi italiani ed europei a cui partecipano e incrementano la competitività sul mercato.   Certificazione della parità di genere: affidati al nostro team   La Regione Lombardia sta dimostrando un concreto sostegno alle imprese del territorio. La certificazione parità di genere è un’opportunità per tutte le aziende che vogliono essere realmente sostenibili, che intendono contribuire al miglioramento degli standard lavorativi colmando il gender gap, dimostrando in modo tangibile e trasparente l’impegno assunto e le azioni attuate.   In Tecno affianchiamo le imprese nella realizzazione di un paradigma imprenditoriale in cui i principi della parità di genere sono concretamente integrati negli obiettivi aziendali. Affidandoti al nostro team ottieni una consulenza personalizzata; lo facciamo strutturando percorsi di sostenibilità che incontrano le esigenze, le necessità e le priorità della tua azienda.   Per accedere alle linee di finanziamento e definire un progetto che sia in linea con i parametri di valutazione della Regione Lombardia, affidati a noi. Con Tecno innovi la cultura aziendale in modo trasparente e certificato.

KPMG e Tecno: nasce il primo Osservatorio ESG per le PMI italiane

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Definire strategie e implementare progetti volti alla sostenibilità: il primo Osservatorio ESG si rivolge alle piccole e medie imprese italiane.   Tecno e KPMG, in collaborazione con l’UCL di Londra, hanno lanciato il primo Osservatorio ESG, un’iniziativa innovativa a sostegno delle imprese, per guidarle nel loro percorso di crescita sostenibile.   Osservatorio ESG: il contesto di riferimento   Trasferire alle imprese il valore della sostenibilità e fare emergere la loro posizione rispetto al mercato: è questo l’obiettivo dell’Osservatorio ESG, presentato alla stampa il giorno 30 gennaio presso la nostra sede di Napoli al Palazzo Ischitella. Al tavolo dei relatori, insieme al nostro Presidente Giovanni Lombardi, erano presenti Marco Maffei, partner di KPMG e Paolo Taticchi, professore della UCL.   “Il ruolo sociale delle aziende è uno dei grandi temi dell’Agenda 2030, Tecno ha creato negli anni un rapporto consolidato con il mondo della formazione e della ricerca. Inaugurare l’Osservatorio ESG con KPMG significa conciliare il nostro impegno con quello che da anni è il core business Tecno: guidare le PMI nella creazione di valore attraverso un processo di trasformazione sostenibile e digitale fatto di servizi SustainTech”.   Giovanni Lombardi, Presidente del Gruppo Tecno   Osservatorio ESG: il progetto per la transizione sostenibile delle PMI   L’Osservatorio ESG è il progetto di ricerca che, mediante la definizione di un metodo scientifico di valutazione, si pone di focalizzare l’attenzione sullo stato di salute delle PMI italiane rispetto al processo di transizione sostenibile in atto.     “KPMG da anni supporta grandi imprese e PMI nell’affrontare la sfida della sostenibilità; sono particolarmente orgoglioso, quindi, di mettere a fattor comune la nostra esperienza ventennale di KPMG in questo settore con quella di due partner d’eccellenza come UCL e Tecno per dare vita a un progetto ambizioso che possa fornire alle imprese e al mercato informazioni puntuali ed esaustive circa il posizionamento raggiunto dalle PMI in Italia verso la transizione sostenibile”.   Marco Maffei, partner KPMG   Percorsi virtuosi per le PMI italiane: il compito dell’Osservatorio ESG   Con l’Osservatorio ESG portiamo all’attenzione delle imprese l’importanza di attuare e comunicare le performance ESG; fattori fondamentali per una valutazione inerente alle capacità dell’azienda di creare valore, generare opportunità e ridurre l’esposizione ai rischi. Il nostro compito è raccogliere tutte le informazioni sull’identità, la posizione e lo stato in cui si trova l’impresa così da poter definire e realizzare strategie su misura; fornire loro prodotti e servizi efficaci per la transizione sostenibile.   Assistente alla ricerca UCL: Tecno e KPMG   Durante la presentazione dell’Osservatorio ESG abbiamo sponsorizzato un posto di assistente alla ricerca presso l’UCL School of Management di Londra. Il compito del ricercatore sarà orientato alla definizione dei parametri di valutazione per lo studio delle PMI; alla guida del progetto ci sarà il Professore Paolo Taticchi.   Osservatorio ESG e Polo della Sostenibilità   L’Osservatorio ESG nasce in linea con gli obiettivi che ci siamo posti quando abbiamo creato il Polo della Sostenibilità. Le partnership di valore strette fino ad oggi ci consentono di fornire e applicare competenze e conoscenze diversificate in ambito ESG; imprese, centri di ricerca e università che confluiscono in unica rete a disposizione delle PMI.   La sostenibilità rappresenta una leva strategica e un’opportunità competitiva; è un elemento imprescindibile per mantenere e costruire relazioni di fiducia con partner, clienti e fornitori, oltre a rappresentare una garanzia per investitori e istituti di credito.   Il nostro obiettivo è incrementare la consapevolezza sulle pratiche sostenibili che ogni azienda dovrebbe adottare; creare un percorso strategico volto alla sostenibilità nelle sue tre aree: ambientale, sociale e di governance. La transizione sostenibile non può più essere rimandata, è necessario adeguare il proprio business alle strategie, ai processi e agli investimenti in ambito ESG.   Criteri ESG e sostenibilità aziendale: il supporto alle PMI   Le PMI sono attori chiave nel contesto economico nazionale. Mediante l’Osservatorio ESG indaghiamo sul loro livello di conoscenza e consapevolezza in merito ai rischi ambientali e agli effetti che questi possono avere sul business; in questo modo possiamo strutturare strategie efficaci per mitigarli. Vogliamo avvicinare concretamente le piccole e medie imprese ai criteri ESG, fare in modo che ne sia riconosciuta la centralità nelle strategie aziendali.   Il processo di engagement che abbiamo intrapreso negli anni con altre società del tessuto imprenditoriale italiano ci consente di consolidare obiettivi condivisi in linea con quelli dell’Agenda 2030.   Il nostro supporto alle PMI si traduce in azioni concrete volte a creare strategie personalizzate di sostenibilità aziendale.

Tecno ESG: la prima società del Gruppo che si trasforma in Benefit

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La nostra Tecno ESG diventa Società Benefit, un upgrade quasi naturale per una realtà che in così poco tempo ha già raggiunto ottimi risultati. Questo evento inaugura un nuovo percorso, finalizzato al mantenimento degli impegni presi e al soddisfacimento di tutti gli interessi imprenditoriali. Conosciamo i dettagli di questa evoluzione. Un nuovo anno all’insegna del beneficio comune Dopo solo dodici mesi dalla sua costituzione la società Tecno ESG, la più giovane del nostro Gruppo, diventa Società Benefit individuando i primi obiettivi di beneficio comune che intende perseguire. Un passo importante, un traguardo che ci inorgoglisce perché frutto di scelte ponderate e di duro lavoro. Tecno ESG nasce nel 2022 e rappresenta l’area del Gruppo impegnata nella proposizione di servizi per la sostenibilità aziendale, inclusi percorsi ESG e interventi mirati alla riduzione/mitigazione delle emissioni nocive atmosferiche. Indirizzata essenzialmente ad aziende, di ogni dimensione e settore industriale, che intendono avviare un percorso innovativo e sostenibile, l’offerta di Tecno ESG ha già conquistato numerose realtà rivelandosi vincente, perché efficace, competitiva e soprattutto trasparente. Nonostante il breve tempo dalla sua nascita, i numeri di Tecno ESG (al 30 settembre 2022) raccontano di una storia con ottime prospettive future: un team composto da 18 esperti di sostenibilità ambientale, più di 155 contratti sottoscritti in un anno, numerose partnership avviate con realtà e università italiane e un portfolio clienti già di grande rilievo. Questo cambiamento, a vantaggio del beneficio comune, diventa espressione di una volontà che si rinnova: continuare a promuovere modelli imprenditoriali sostenibili, dunque innovativi, rispettosi dell’ambiente e della collettività. Dalla cultura della misurazione alla promozione sociale: gli obiettivi La trasformazione in Società Benefit comporta non solo la modifica della propria forma giuridica, ma anche l’inclusione nello statuto delle finalità di beneficio comune che Tecno ESG ha scelto di perseguire; nonché il monitoraggio delle azioni intraprese mediante figure specifiche e una relazione di impatto annuale. La Società si dichiara così pronta a impegnarsi affinché il benessere imprenditoriale e sociale siano sempre garantiti. Promuovere la cultura della misurazione e della gestione degli impatti ambientali, sociali e di governance, anche attraverso servizi e prodotti ad alto valore tecnologico; Alimentare la consapevolezza sui temi della sostenibilità, attraverso collaborazioni con realtà virtuose e innovative del settore pubblico e privato, puntando a raggiungere un pubblico quanto più ampio possibile; Creare e promuovere un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, garantendo sempre l’equilibrio vita-lavoro, favorendo l’occupazione locale e promuovendo una forza lavoro giovane e inclusiva; Avviare iniziative di promozione sociale, di interesse culturale e di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, anche attraverso interventi di conservazione e restauro di opere d’arte e beni architettonici.   Impegno sociale: un tema da sempre attenzionato da tutto il Gruppo   L’impegno profuso per il benessere del territorio, delle persone, della collettività è elemento caratterizzante e di distinzione del nostro Gruppo, fin dalle origini attento agli interessi della società, dei giovani, alla tutela ambientale. Un impegno testimoniato dalle tante iniziative e dai progetti avviati a supporto dell’arte e della cultura, dell’innovazione tecnologica e della formazione professionale. Un impegno che al tempo stesso ci arricchisce e ci spinge verso nuove e interessanti sfide, sempre coerenti con la mission e l’etica aziendale.   L’evoluzione in Società Benefit di una delle aree più competitive della nostra realtà diventa, dunque, un’evoluzione naturale. Un upgrade inevitabile per chi sceglie di continuare a perseguire gli obiettivi profit imprenditoriali insieme alle nuove finalità di beneficio comune, mediante azioni quotidiane, ordinarie e unitarie.   La variazione di Tecno ESG in Società Benefit inaugura la direzione che il nostro Gruppo ha scelto di intraprendere, volta all’estensione di questo percorso anche alle altre realtà Tecno.

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