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ESG e investimenti sostenibili: come migliorare le performance ambientali dell’azienda

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Dall’efficienza energetica alla riduzione di CO2: misure per aumentare il proprio rating ESG.   Crescono gli investimenti sostenibili, anche nel settore immobiliare. Gli investitori – e tutta la platea degli stakeholders – privilegiano gli affari di valore, non solo economico. Con la crescente attenzione ai criteri ESG, infatti, l’investimento viene esaminato anche in base all’impatto che esso ha sull’ambiente, sulla società e secondo la governance. Come può un’azienda, dunque, migliorare il proprio rating ESG per soddisfare le nuove tendenze degli stakeholders?   Performance ESG: un nuovo modo per ponderare un investimento   Una delle attività divenute centrali tra le procedure attuate da consulenti finanziari e investitori nella fase di valutazione del profilo di rischio/rendimento di un investimento è l’integrazione dei criteri ESG. È il rating ESG a catturare la loro attenzione, ossia il giudizio finale che viene dato in merito alla solidità di un titolo, un emittente, un’azienda. Un giudizio frutto di analisi volte ad esaminare le prestazioni che l’investimento ha sul profilo ambientale, sociale e di governance.   Per poter eseguire valutazioni efficaci e unire i fattori ESG a quelli economico-finanziari, le agenzie di rating – che elaborano i giudizi esaminando documenti pubblici – e gli investitori preferiscono avere a disposizione tutte le informazioni utili alla fase di studio. Ciò spiega la propensione di alcune realtà imprenditoriali a pubblicare ogni anno i propri report di sostenibilità.   Chi ha un maggiore rating ESG è preferito rispetto ad altre realtà. Questo accade sia per una maggiore pressione normativa verso le strategie ambientali, ma anche perché oggi gli stakeholder (investitori, finanziatori, consumatori, ecc.) tendono a conformare le scelte ai propri valori, consapevoli del fatto che gli investimenti considerati “responsabili e sostenibili” (SRI) hanno un margine di profitto maggiore.   ESG investimenti sostenibili: gli aspetti oggetto d’analisi   I criteri ESG (Environmental Social Governance) permettono di valutare l’investimento anche in base all’impatto che esso ha sull’ambiente, sulla società e sulla governance. Ciò significa che l’azienda, il titolo o l’impresa viene esaminata sotto il profilo economico-finanziario e in relazione a tre importanti parametri:   Environment (ambiente): vengono presi in considerazione aspetti come l’attenzione al cambiamento; climatico, al contenimento delle emissioni di CO2, l’efficienza nell’uso delle risorse naturali e altro ancora; Social (società): vengono esaminati fattori quali il rispetto dei diritti dei lavoratori, le condizioni di lavoro, la presenza di discriminazioni, ecc.; Governance (assetto e politiche societarie): vengono vagliati elementi come il rispetto delle politiche di diversità nella composizione del CdA, dell’avanzamento meritocratico, l’etica retributiva e molto altro.   La valutazione degli ESG anche per il settore del real estate   I criteri ESG interessano anche gli investitori attratti dal settore immobiliare, il cosiddetto real estate. È chiaro ormai a molti che il settore immobiliare è responsabile del 40% delle emissioni globali di gas ad effetto serra; ed è altrettanto chiaro che vivere o lavorare in ambienti salubri ed efficienti alimenta il benessere e la qualità della vita degli abitanti/dipendenti.   Ecco perché cresce la domanda degli immobili sostenibili; edifici energeticamente efficienti e/o de carbonizzati, ossia frutto di azioni specifiche volte all’eliminazione della CO2 rilasciata, emissioni imputabili alla costruzione, alle funzionalità o all’uso dell’immobile. Gli edifici sostenibili attirano il mercato perché generano valore, sia per il singolo che per la società, ed anche perché mantengono una buona quotazione di mercato nel tempo.   Migliorare le performance ESG dell’azienda mediante l’efficienza energetica   L’efficienza energetica è una delle variabili ambientali più importanti dei criteri ESG. L’indagine, in questo senso, interessa la capacità di gestire in maniera adeguata e responsabile l’energia a disposizione, nel rispetto dell’ambiente e in virtù della riduzione degli sprechi energetici e delle emissioni di CO2.   La produzione di energia e l’utilizzo di fonti fossili, per alimentare processi produttivi o consentire diverse attività operative, provocano l’accumulo di emissioni di gas serra in atmosfera; evento strettamente connesso al surriscaldamento globale e quindi ai cambiamenti climatici. Ciò spiega perché consumatori e stakeholder preferiscono scegliere imprese, aziende, realtà che mostrano di avere un’attenzione maggiore per l’ambiente e le tematiche green.   Chi intende migliorare le proprie prestazioni ESG per attirare l’attenzione di investitori e stakeholder non può sottovalutare l’importanza dell’assetto energetico e le emissioni di CO2.   Per tale scopo, esistono azioni specifiche che permettono di conseguire importanti risultati in questo ambito. Le diagnosi energetiche, ad esempio, sono analisi volte ad indagare sulla gestione energetica presente; audit che consentono di individuare eventuali inefficienze e determinare gli interventi migliorativi che bisogna effettuare.   Un’altra azione efficace è l’implementazione di un sistema per la gestione dell’energia secondo lo standard internazionale ISO 50001; intervento caratterizzato dall’introduzione di un sistema per l’uso e la gestione efficace dell’energia. Soluzione, questa, che prevede anche l’esecuzione degli audit energetici e l’adozione di prassi per un miglioramento continuo nel tempo.   Per quantificare le emissioni di CO2 rilasciate in atmosfera – imputabili alle attività della propria organizzazione – è possibile procedere con la misurazione della carbon footprint. Dunque, conoscere la propria impronta di carbonio per poi agire con interventi di riduzione di CO2 e attività di compensazione/eliminazione delle emissioni.   Se vuoi migliorare le prestazioni ambientali dell’impresa, azienda o dell’associazione/organizzazione che rappresenti o di cui sei titolare o manager, puoi intervenire puntando all’efficienza energetica e contare sul valido supporto del team Tecno.   Carbon footprint e percorso di certificazione Sistema di Gestione dell’Energia (SGE) ISO 50001 e percorso di certificazione Audit energetico e interventi di efficientamento energetico   Vuoi ricevere maggiori informazioni? Compila il form e ti ricontatteremo presto.

Diagnosi energetica: si avvicina il 5 dicembre 2019

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Il 2019 è un anno importante per le imprese soggette all’obbligo di diagnosi energetica (come da articolo 8 del D. Lgs. n. 102/14), si avvicina la scadenza per la consegna all’Enea. Per questo motivo abbiamo pensato di fornire una piccola guida con tutte le domande più frequenti, utile per comprendere l’importanza di questo adempimento proprio in vista dei termini per la presentazione. Tanto per cominciare, non tutte le figure professionali sono autorizzate a eseguire la diagnosi energetica; dal 19 luglio 2016 questa deve essere eseguita solo da società di servizi energetici, EGE certificati o organismi accreditati.   Obbligo diagnosi energetica: quando procedere con le successive diagnosi dopo la prima?   Le diagnosi energetiche successive alla prima devono essere conseguite dopo 4 anni dalla precedente, al fine di rispettare l’intervallo prescritto dalla norma.   5 dicembre: esecuzione della diagnosi o invio della documentazione?   La scadenza del 5 dicembre indica l’ultima data utile per eseguire la diagnosi energetica per ogni anno di obbligo. In quanto alla consegna della documentazione, invece, questa va inoltrata all’Enea entro e non oltre il 22 dicembre dell’anno di riferimento.   Qual è il rischio per chi non rispetta l’obbligo?   Le imprese obbligate che non consegnano la diagnosi rischiano una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 4.000 a 40.000 euro.   Quando invece la diagnosi viene eseguita, ma non rispetta le prescrizioni di legge e quindi non è conforme, la sanzione va dai 2.000 ai 20.000. Non bisogna dimenticare che la sanzione non esime dall’obbligo.   Anche le imprese energivore e le grandi imprese sono vincolate a scadenze per realizzare gli interventi di efficientamento energetico emersi a seguito della diagnosi?   Le imprese energivore obbligate a effettuare la diagnosi sono quelle imprese a forte consumo di energia iscritte all’elenco pubblicato presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali, le quali devono mettere in pratica gli interventi di efficienza energetica individuati dalla diagnosi o adottare dei sistemi di gestione conformi alle norme ISO 50001 e 14001.   Le grandi imprese sono soggette allo stesso obbligo.   In caso di imprese multisito come bisogna effettuare la diagnosi? Su quali siti?   Le imprese multisito devono effettuare la diagnosi su siti proporzionati in modo da consentire una valutazione “completa” delle prestazioni energetiche dell’azienda.   Lo step finale della diagnosi energetica corrisponde alla definizione di un percorso nuovo, virtuoso, volto alla riduzione di fabbisogni energetici e al miglioramento delle prestazioni aziendali.   Ripercorriamo insieme tutte le tappe dall’attuazione del Decreto ad oggi per prepararci al 5 dicembre.   2014: Decreto Legislativo n. 102/2014 2015: Prima scadenza per la consegna della diagnosi energetica 2017: Linee guida per il monitoraggio nelle industrie per le diagnosi energetiche 2017: Termine utile per il sistema di monitoraggio e misura 2018: Anno di misurazione 2019: Seconda scadenza per la consegna della diagnosi energetica   La diagnosi è una buona opportunità di risparmio (oltre ad essere un obbligo di legge), approfittane, contatta i nostri esperti.

Digitalizzazione settore energia: il valore dell’innovazione

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Innovazione, digitalizzazione, tecnologia, nuove figure professionali, sono questi gli elementi destinati a determinare un radicale cambiamento nel settore dell’energia, già sottoposto negli ultimi anni a una graduale rivoluzione. Il cambiamento era inevitabile: connessione e affidabilità sono diventate le principali leve competitive di un sistema così articolato come quello energetico, come evidenziato dallo studio dell’IEA sull’impatto della Digital Energy sul settore.   Il primo rapporto stilato da IEA (International Energy Agency) definisce la digitalizzazione del settore energia parlando di un nuovo trend al quale possono resistere solo modelli di business “predisposti”, pronti. Vediamo insieme i punti salienti della ricerca.   Gli investimenti digitali come punto di partenza   Secondo il rapporto, le aziende del ramo energetico che investono nel digitale sono aumentate: ben il 20% in più ogni anno a partire dal 2014.   La tecnologia come semplificazione   Digitalizzare significa anche facilitare e snellire dei processi. L’analisi della IEA, infatti, affronta la facilità con la quale oggi non solo si può accedere a delle informazioni in fatto di energia, ma sottolinea quanto queste ultime oggi siano molto più accurate.   L’innovazione come opportunità   Uno dei mercati più coinvolti dai benefici della digitalizzazione è quello elettrico; l’acquisizione di strumenti tecnologici, infatti, ha consentito l’ottimizzazione di risorse esistenti e l’implementazione di altre, l’accesso ad alcune agevolazioni anche ai cittadini (come quelle sul fotovoltaico a uso domestico) e l’accorciarsi delle distanze fisico-burocratiche.   La ricerca dell’International Energy Agency ha sottolineato i vantaggi che la digitalizzazione ha apportato anche al settore dei trasporti: meno costi di manutenzione, più competitività, più efficienza energetica.   In conclusione, bisogna considerare che perché la digitalizzazione del settore energia sia fruttuosa anche da un punto di vista economico e quindi non più solo tecnico-pratico, è necessario mettere in pratica alcune azioni migliorative:   preparare il proprio team, arricchendolo con professionisti del settore digitale; fare testing, sperimentare, così da affinare sempre più i prodotti da proporre; alimentare un quotidiano e sinergico lavoro tra ricerca e sviluppo.   Continua a seguire il nostro blog per accedere ad approfondimenti, news e suggerimenti utili per migliorare il rendimento e il profitto della tua azienda.

Edifici a “quasi zero energia”: l’UE è pronta per gli obiettivi 2050

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Si parla anche di mobilità elettrica nella direttiva sull’efficienza energetica degli edifici approvata da Bruxelles, per rispettare la quale saranno previste e messe a disposizione delle strutture adeguate stazioni di ricarica. Sostenere, agevolare, semplificare; sono questi i tasselli principali della strategia comunitaria per raggiungere un patrimonio immobiliare (pubblico e privato) decarbonizzato e ad alta efficienza energetica per il 2050.   La direttiva ufficializzata a metà giugno dovrà essere recepita entro marzo 2020. Ogni paese dell’Unione Europea dovrà fissare un piano strategico chiaro, volto al raggiungimento dei nuovi obiettivi disposti, indicandone degli altri intermedi, previsti tra il 2030 e il 2040.   Al centro del programma di Bruxelles soprattutto gli edifici energivori, sui quali l’Ue si è già espressa lo scorso aprile, manifestando la volontà di renderli energeticamente efficienti attraverso la demolizione e successiva ricostruzione a classi elevate.   Efficienza energetica e obiettivi per il 2050   Il progetto mira ad un graduale, ma netto miglioramento della sostenibilità, con una riduzione dell’effetto serra dell’almeno 85%. Gli obiettivi dell’efficienza energetica per il 2050, infatti, definiscono i nuovi edifici ad energia quasi zero – near zero energy e si muovono secondo criteri di trasparenza anche – e soprattutto – nei confronti dei futuri acquirenti. Per questa ragione, la Commissione europea adotterà un sistema comune di valutazione dell’efficienza energetica degli immobili entro il 2019, rassicurando gli interessati sull’affidabilità di questi ultimi in fatto di rispetto per l’ambiente e norme comunitarie.   Nuove scommesse per un obiettivo comune   La mobilità elettrica è la nuova leva sulla quale scommette l’Europa per raggiungere gli obiettivi energetici fissati per il 2050: gli edifici nuovi e quelli sottoposti a grandi ristrutturazioni saranno dotati di un punto di ricarica elettrica se presenti almeno 10 posti auto, con ammissioni tollerate che varieranno a seconda della tipologia di edificio.   Come sarà valutata l’efficienza energetica?   Per valutare l’efficienza dei nuovi edifici dovranno scendere in campo competenze diverse, bisognerà valutare l’energia destinata al riscaldamento e al raffreddamento, quella impiegata per l’illuminazione e la ventilazione, quella necessaria per la produzione di acqua calda (nel caso di usi domestici).   L’azione concreta delle aziende può favorire il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2050. Interventi migliorativi per monitorare i consumi energetici aziendali, limitare i consumi, ridurre gli sprechi – soprattutto economici, sono solo alcune delle azioni che le imprese possono attuare per aumentare il proprio rendimento e facilitare il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica Ue.   Inizia con noi un percorso per l’efficientamento energetico della tua impresa.   Compila il form sottostante per ricevere il supporto dei nostri esperti.

Digitalizzazione efficienza energetica: il bando dell’Ue

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Lanciato a giugno da INEA il nuovo bando del Meccanismo per collegare l’Europa, dedicato ai progetti del settore energetico, dei trasporti e delle telecomunicazioni; tanti stimoli e un valore complessivo di 500 milioni di euro.   Gli obiettivi? Digitalizzazione delle reti per l’efficienza energetica, sostenibilità ambientale, ricorso alle rinnovabili, nuove infrastrutture.   La novità introdotta, 2018-2 CEF, o Connecting Europe Facility – Energy Call, alla quale è possibile inoltrare richiesta di adesione fino all’11 ottobre 2018, ha come scopo finale quello di ottimizzare le risorse, migliorare e soprattutto diffondere i benefici legati alla trasformazione digitale, alla realizzazione di infrastrutture di ultima generazione e alla sinergia tra le diverse reti digitali.   Quali settori sono coinvolti dal bando?   Oltre al settore energetico, il provvedimento europeo si rivolge anche a quello dei trasporti e delle telecomunicazioni, negli ultimi anni strettamente collegati a quest’ultimo.   Cosa prevede il bando per la digitalizzazione dell’efficienza energetica?   L’Energy call cofinanzierà progetti legati alla cybersicurezza del settore energetico, all’interscambio tra reti elettriche e gas, alle fonti rinnovabili e i loro possibili utilizzi, alla sostenibilità, alla sicurezza dell’Unione Europea in fatto di mercato dell’energia e allo sviluppo/miglioramento di reti digitali.   Chi può partecipare al bando?   Rientrano nel bando INEA aziende, enti pubblici e/o privati, amministratori e organizzazioni internazionali. Ogni progetto può essere finanziato fino ad un tetto massimo di 75%.   Una volta scaduta la domanda di adesione, si avvierà il processo di selezione, orientativamente tra novembre e dicembre.   Cosa si intende per digitalizzazione dell’efficienza energetica?   Dotarsi di strumenti innovativi non significa solo ottimizzare costi e risorse aziendali, ma accorciare le distanze, facilitare operazioni che richiederebbero processi lunghi e farraginosi.   Infittire la rete digitale consiste, quindi, nella creazione di un nuovo paradigma sia di gestione, che di miglioramento dei KPI.   L’UE contribuisce al quotidiano sviluppo di un settore importante come quello energetico, che per troppi anni ha trascurato il valore dell’innovazione digitale e di una fitta rete digitalizzata. Il bando del Meccanismo per collegare l’Europa sarà un altro tassello per il raggiungimento degli obiettivi (del settore energetico) fissati per il 2030.   Continua a seguire il nostro blog per restare aggiornato su tutte le notizie del settore.

Diagnosi energetica: cos’è e perché farla

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La diagnosi energetica corrisponde all’analisi dei consumi energetici di un’impresa, eseguita per individuare sprechi o anomalie e pianificare adeguati interventi di miglioramento delle risorse.   Effettuarla consente la riduzione dei costi dell’energia e la valutazione di soluzioni conformi ai KPI aziendali. Una volta definiti consumi e reali inefficienze degli impianti, grazie alla diagnosi è possibile adottare politiche di risparmio e procedere con investimenti mirati fatti di break even rapidi e certi.   Obblighi Normativi per la diagnosi energetica   Nel prossimo ciclo di diagnosi, che prevede l’obbligo del 5 dicembre 2019 per chi l’abbia ottemperato nel 2015, sarà necessario misurare i vettori energetici obbligatori per il conseguimento della certificazione.   Bisogna ricordare che il D.Lgs 102/2014 ha introdotto l’obbligo di diagnosi ogni 4 anni per due categorie di imprese: energivore e grandi imprese.   Aziende energivore: Imprese a forte consumo di energia (uguale o superiore a 2.4 GWh) iscritte nell’elenco annuale stilato dalla Cassa Conguaglio per il settore elettrico, a prescindere dal fatturato.   Nuove imprese energivore, rientrate nell’agevolazione del Mise a marzo 2017, grazie alla riduzione del tetto consumi (uguale o superiore a 1.0 GWh) e l’introduzione di un nuovo parametro qualitativo, il VAL.   Grandi imprese Aziende con più di 250 dipendenti, il cui fatturato annuo superi i 50 milioni di euro e il cui totale di bilancio annuale superi i 43 milioni di euro.   Tutte le aziende che non hanno mai conseguito la diagnosi energetica ogni anno devono verificare se rientrano nell’obbligo, così da provvedere entro il 5 dicembre.   Le 5 fasi della diagnosi   Fase uno: analisi preliminare e raccolta dati La prima fase prevede la raccolta e l’analisi delle bollette e dei contratti di fornitura, la visione delle schede tecniche degli impianti e l’indagine sulla tipologia di utilizzo dell’edificio.   Fase due: sopralluogo tecnico Rilevazione delle misure e predisposizione dell’attività vera e propria di diagnosi con apposita strumentazione tecnologica dedicata; inserimento dei dati ottenuti dal monitoraggio dei consumi in modelli informatici.   Fase tre: elaborazione delle rilevazioni Definizione di una baseline dei consumi e valutazione dei corretti KPI per ogni vettore energetico analizzato.   Fase quattro: analisi del Benchmark Comparazione con benchmark interno rispetto ad altri stabilimenti del gruppo o esterno con altre realtà industriali similari.   Fase cinque: proposte/intervento di miglioramento Creazione di report dettagliati, con la stima dei costi di realizzazione e il tempo di ritorno dell’investimento. Questi ultimi variano in base a:   Dimensioni dello stabilimento Complessità dei processi coinvolti Facilità di accesso ai punti di misura   I vantaggi della diagnosi energetica   Rispetto delle norme vigenti Il servizio di diagnosi energetica permette di rispettare la direttiva 2012/27UE, recepita con il decreto legislativo n.102/2014, che obbliga tutte le aziende energivore e le grandi imprese a effettuare la diagnosi energetica e rinnovare tale procedura ogni 4 anni.   Implementazione sistemi di gestione ISO 50001 Il servizio di diagnosi energetica permette di implementare in azienda un sistema di gestione dell’energia ISO 50001, che esonera, tra l’altro, dall’obbligo di diagnosi quadriennale.   Il plus Tecno Diagnosi energetica personalizzata I nostri esperti EGE eseguono una diagnosi energetica personalizzata al fine di indicare alle imprese clienti gli interventi migliorativi più convenienti, spiegando benefici e rischi derivanti da un nuovo impianto. La personalizzazione dipende dallo stato dell’edificio, che emerge solamente dopo un primo sopralluogo.   Contattaci per un appuntamento.

Energy Management: il servizio per l’efficienza energetica

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Il percorso per l’efficienza energetica passa attraverso la definizione degli indici di prestazione aziendale (KPI) e degli interventi di miglioramento su questi ultimi.   Il raggiungimento dell’efficientamento energetico è possibile definendo un piano strategico strutturato, che ottimizzi le risorse energetiche aziendali, migliori le operazioni volte all’efficienza e riduca i consumi. Attività complesse che identificano l’Energy Management, nello specifico:   Monitoraggio dei processi energetici Individuazione di aree critiche di produzione Pianificazione di interventi tecnologici per ridurre i consumi Gestione e adempimento dell’iter burocratico   Energy Manager: il protagonista della gestione dell’energia   La legge 10/91 affida all’Energy Manager le operazioni connesse all’energy management; una figura di alto profilo che delinea un progetto di risparmio energetico e rivalutazione dei KPI aziendali.   Gli interventi dell’Energy Manager: Diagnosi energetica Certificati bianchi Gestione forniture energia elettrica e gas Monitoraggio energetico   Il Control Energy Performance della Tecno   Monitoraggio e strategie per il miglioramento delle prestazioni energetiche. Grazie al nostro Control Energy Perfomance puoi:   Misurare e monitorare i tuoi KPI Confrontare le prestazioni energetiche aziendali con benchmark di settore grazie al nostro database Misurare e confrontare le prestazioni energetiche dei diversi stabilimenti/siti aziendali   Offriamo: Analisi dei risultati del flash audit con il cliente Integrazione del sistema di monitoraggio presente in azienda e fornitura di sensori con relativi driver e sistemi di interfaccia software Generazione di report periodici e alert automatici per il monitoraggio dei KPI Incontri programmati per chiarire i risultati del monitoraggio e identificare azioni correttive Promozione green procurement e ottimizzazione LCCA (Life Cycle Cost Analysis) dei macchinari   Vorresti saperne di più? Incontra un nostro esperto! Ti basta compilare il form sottostante per essere ricontattato e ricevere una prima consulenza gratuita.

Agevolazione nuove imprese energivore: dal 1 gennaio meno costi per l’energia

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Agevolazioni energivore: da gennaio meno costi per l’energia elettrica.   Il decreto ufficializzato dal Mise il 21 Dicembre 2017 riduce la spesa dell’energia elettrica per oltre 3000 imprese ritenute più esposte alla concorrenza estera. Il Ministro Calenda ha così allineato anche l’Italia alle nuove misure disposte dalla Comunità Europea.   Lo CSEA (Cassa per i servizi energetici e ambientali) aggiornerà l’elenco di POD “Energivori” suddivisi per classe di agevolazione così, a partire da luglio 2018, i distributori cominceranno a fatturare secondo il nuovo schema tariffario previsto dalla del. 923/17.   La grande novità del Decreto riguarda la possibilità di accesso all’agevolazione per migliaia di nuove imprese, grazie alla riduzione della soglia minima di consumi energetici fissata a 1.000.000 kWh/anno.   Chi può ottenere le agevolazioni per le nuove imprese energivore   Le imprese che hanno un costo dell’energia pari almeno al 20% dello stesso VAL (valore aggiunto lordo), che dunque potranno ridurre il proprio contributo alle rinnovabili fino a un valore minimo dello 0,5% del VAL; Tutte le altre imprese dove il mantenimento di classi di agevolazione è basato sul rapporto fra il costo dell’energia elettrica e il fatturato, con percentuali riviste per tener conto degli obiettivi di sostegno alla crescita. Le altre imprese energivore manterranno le loro classi di agevolazione, basate invece, sull’intensità energetica della produzione.   Cosa è il Val   Il VAL (Valore Aggiunto Lordo) è uno dei parametri da calcolare per rientrare nell’agevolazione del Mise per le nuove imprese energivore e stimare il rimborso, in accordo con la normativa europea vigente in materia di ambiente ed energia (Comunicazione della Commissione Europea 2014/C 200/01). La raccolta di questo valore permette alla CSEA e all’AEEGSI di quantizzare eventuali riduzioni degli oneri per le aziende che possono ottenere l’agevolazione.   La nostra consulenza per l’efficienza energetica aziendale   I nostri servizi di consulenza per l’efficienza energetica ti consentono di affidare la gestione delle procedure di miglioramento energetico della tua impresa a professionisti EGE.   Compila il form per ricevere ulteriori informazioni.

Obbligo diagnosi energetica per energivori e grandi imprese

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Segnaliamo la pubblicazione del Decreto legislativo 4 luglio 2014 n.102, che introduce per gli energivori e le grandi imprese l’obbligo di Diagnosi Energetica o adozione di sistemi di gestione conformi alle Norme ISO50001 da eseguire entro il 05.12.2015, e successivamente ogni 4 anni. Scopriamo insieme chi sono  soggetti obbligati alla diagnosi energetica, quali sanzioni sono previste per i trasgressori e tutti i dettagli utili.   Diagnosi energetica D. Lgs. 102/2014: chi sono i soggetti obbligati?   La diagnosi energetica è un’azione di efficientamento e miglioramento energetico che possono effettuare tutte le aziende. Alcune di queste, però, sono tenute ad eseguirla in forma obbligatoria, al fine di adempiere all’onere definito dal Decreto. Ecco quali sono:   Imprese a forte consumo di energia (Energivori* secondo ex DL 83/2012, DM 05.04.2013) indipendentemente dalla loro dimensione.   Imprese a forte consumo di energia, ex DL 83/2012 per le quali nell’annualità di riferimento si sono verificate entrambe le seguenti condizioni:   utilizzo per lo svolgimento della propria attività, almeno 2,4 GWh di energia elettrica oppure almeno 2,4 GWh di energia diversa dall’elettrica; rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo dell’energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività, determinato ai sensi dell’articolo 4, e il valore del fatturato determinato ai sensi dell’articolo 5, non sia risultato inferiore al 3%.   Grandi Imprese Si definisce Grande Impresa ogni impresa con 250 o più effettivi oppure ogni impresa, anche con meno di 250 effettivi, con un fatturato superiore a 50 milioni di euro e un bilancio superiore ai 43 milioni di euro.   Quali soggetti possono eseguire la diagnosi per le aziende obbligate   Diverse realtà imprenditoriali possono supportare le aziende obbligate alla diagnosi energetica per l’esecuzione dell’intervento. É importante saper distinguere però nel mercato quelle che possiedono i requisiti di legge giusti per poter accompagnare la aziende in questo percorso. Di seguito, le entità autorizzate:   ESCo certificate UNI CEI 11352 Esperti in gestione energia EGE certificati UNI CEI 11339 Auditor Energetico   Il legislatore ha previsto sanzioni molto alte per le aziende obbligate alla diagnosi energetica che non rispettano l’onere dai 4.000 ai 40.000 Euro.   La nostra azienda è certificata ESCo dal 2005, nell’ambito dei servizi a valore aggiunto per l’efficienza energetica, e vanta un’esperienza consolidata nella realizzazione di Diagnosi Energetiche. Requisiti necessari per fornire supporto a energivori e grandi imprese.   Se desideri ricevere maggiori informazioni o verificare se la tua azienda rientra tra i soggetti obbligati puoi metterti in contatto con i nostri esperti.   Compila il form e sarai ricontattato.

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