loader image
Risparmia
Energia
Risparmia
Energia
Risparmia
Energia

Protocollo Itaca: sostenibilità energetica e ambientale degli edifici

60f59fdef3932

In un mercato internazionale sempre più orientato al “green” è inevitabile la diffusione del concetto di sostenibilità. L’edilizia – con a seguire settore industriale e trasporti – è quello con maggiore impatto ambientale. Le strategie nazionali hanno, infatti, come obiettivo la decarbonizzazione del parco immobiliare entro il 2050. La trasformazione da edificio esistente ad edificio ad alte prestazioni energetiche necessita di un’accurata analisi inerente il sistema edificio-impianto.   Il Protocollo ITACA è uno strumento di valutazione del livello di sostenibilità energetica e ambientale degli edifici che permette di verificarne le prestazioni in riferimento a consumi, efficienza energetica, impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo. A tale scopo si favorisce la realizzazione di edifici sempre più innovativi, a energia zero, puntando a ridotti consumi di acqua, materiali di costruzione che comportino al contempo bassi consumi energetici ed elevato comfort.   Protocollo ITACA: il modello italiano per la sostenibilità degli edifici   La sostenibilità può essere articolata in 3 ambiti, così come indicato nella norma ISO 12392: economico, sociale, ambientale. Il Protocollo ITACA è un sistema di certificazione elaborato dall’Istituto per l‘Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità ambientale.   Esso ha un duplice obiettivo: analizzare le prestazioni di un edificio osservandone i consumi analizzare l’impatto sull’ambiente e quindi sulla salute dell’uomo   Al termine dell’analisi e della valutazione si ottiene un punteggio che funge da indicatore di qualità dell’edificio o impatto sostenibile raggiunto.   Quali sono i punteggi del Protocollo ITACA?   -1 : Prestazione inferiore allo standard 0: Prestazione minima accettabile definita da leggi e regolamenti vigenti e alla pratica corrente 1: Lieve miglioramento 2: Moderato miglioramento 3: Significativo miglioramento 4: Moderato incremento 5: Prestazione considerevolmente avanzata rispetto alla migliore pratica corrente, di carattere sperimentale   Il Protocollo ITACA non è uniforme a livello nazionale, varia da regione a regione, ciò perché vi è la necessità di contestualizzare gli interventi. Del resto, un edificio considerato sostenibile in una determinata città non è detto che lo sia allo stesso modo anche in un’altra.   Accordo tra Leed e Protocollo ITACA: la certificazione energetica degli edifici   Era il 2012 quando si è siglato l’accordo tra LEED – sistema statunitense di classificazione dell’efficienza energetica e impronta ecologica degli edifici – ed ITACA, in occasione di EIRE, fiera internazionale dell’immobile dedicata al Real Estate. Lo scopo era unificare e rafforzare a livello nazionale i sistemi di accreditamento e certificazione della sostenibilità ambientale delle costruzioni.   Il Protocollo Itaca è basato sullo strumento di valutazione internazionale SBTool sviluppato nell’ambito di ricerca Green Building Challenge.   La certificazione è applicabile ai seguenti edifici:   edifici residenziali edifici per uffici edifici commerciali edifici scolastici edifici industriali   Cos’è la certificazione Leed e qual è l’obiettivo?   La Leed – Leadership in Energy and Environmental Design – è un programma di certificazione volontaria che può essere applicato sia ad edifici residenziali sia commerciali.   È stato sviluppato dalla U. S. Green Building Council – USGBC –. Il sistema si basa sull’attribuzione di crediti, la cui somma costituisce il livello di certificazione: Certifies, Silver, Gold, Platinum ed è riconosciuta a livello internazionale.   La Leed valuta le prestazioni ambientali dal punto di vista complessivo dell’edificio durante l’intero ciclo di vita: progettazione, costruzione, funzionamento e mira a raggiungere i seguenti scopi:   definire il concetto di “edificio verde” promuovere pratiche integrate di progettazione per l’intero edificio dare un riconoscimento ai leader stimolare la competizione nello sviluppo di progetti, materiali aumentare la consapevolezza dei benefici verso la costruzione verde trasformare il mercato dell’edilizia   Diagnosi energetica edifici: sai quanto puoi risparmiare?   La diagnosi energetica degli edifici è un’analisi coordinata del sistema edificio-impianto, che individua gli interventi da realizzare, definendo priorità, quantificando opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici.   La diagnosi energetica deve possedere i seguenti requisiti:   completezza: descrivere il sistema energetico includendo tutti gli aspetti degli impianti; attendibilità: elaborare dati soddisfacenti dal punto di vista qualitativo e quantitativo necessari all’inventario energetico; tracciabilità: individuare in modo agevole le fonti dei dati, delle modalità di elaborazione dei risultati e delle ipotesi concluse; utilità: identificare e valutare gli interventi di efficienza energetica sotto il profilo costi-benefici; verificabilità: identificare elementi e procedure che consentono la verifica del conseguimento dei miglioramenti di efficienza come risultato degli interventi proposti.   Hai la possibilità di individuare le aree che necessitano di interventi di riqualificazione più idonei ed efficienti.   Contattaci per saperne di più.

Certificazione ISO 50001: scopri cos’è e perché è importante per la tua azienda

60f5a035ea447

La ISO 50001 “Sistemi di gestione dell’energia – Requisiti e linee guida per l’uso” è una norma emanata nel 2011 dall’International Organization for Standardization. Lo scopo della norma è supportare le organizzazioni nell’uso efficiente dell’energia, nell’ottica di: risparmio economico, conservazione delle risorse, climate change, tutela del risparmio energetico e tutela dell’ambiente   Rappresenta una delle più importanti soluzioni presenti sul mercato per quanto riguarda la gestione dell’energia e il raggiungimento dell’efficienza energetica. L’obiettivo principale è consentire che un’organizzazione persegua, con un approccio sistematico, il miglioramento continuo della prestazione energetica e del sistema di gestione.   Migliorare continuamente la gestione dell’energia: la mission della ISO 50001   La norma ISO 50001:2018, ad adesione volontaria, è valida a livello internazionale e può essere implementata da qualsiasi organizzazione, senza alcun vincolo per quanto riguarda la dimensione, il tipo di attività svolta, l’area geografica. È applicabile indipendentemente dalla quantità, dall’uso e dalla tipologia di energia consumata. Può essere implementata in forma individuale o integrata ad altre norme di sistema di gestione. È, infatti, integrabile con le norme ISO 90001 – Sistema di gestione della qualità – , ISO 140001 – Sistema di gestione ambientale – e OHSAS 18001 – standard inglese che identifica il Sistema di gestione e della sicurezza dei lavoratori.   Quali sono i vantaggi della certificazione ISO 50001?   Come indicato nel rapporto di Fire “Indagine sui sistemi di gestione dell’energia certificati ISO 50001 in Italia”, la norma ISO 50001 promuove lo sviluppo sostenibile e genera cash flow per le organizzazioni, le quali investono in nuove iniziative.   Ottenere la certificazione ISO 50001 ti consente di:   ridurre i costi dell’energia, delle materie prime, di gestione limitare l’impatto ambientale, grazie ad un uso consapevole delle risorse aumentare l’efficienza energetica risparmiare economicamente accedere direttamente ai TEE – Titoli di Efficienza Energetica migliorare continuamente la gestione energetica dell’organizzazione   Gli obiettivi del sistema di gestione dell’energia   La norma ISO 50001 fornisce alle imprese strategie di gestione e linee guida per aumentare e migliorare l’efficienza energetica, ridurre le emissioni di CO2 e i costi, così da apportare vantaggi competitivi e maggiore profitto.   Gli obiettivi che il sistema di gestione dell’energia si pone sono i seguenti:   supportare le imprese pubbliche e private a sfruttare nel miglior modo possibile le risorse di energia disponibili, quindi ottimizzare i consumi; facilitare la comunicazione sulla gestione delle risorse energetiche; promuovere e rafforzare la buona gestione dell’energia; sostenere l’applicazione di nuove tecnologie nel settore dell’efficienza energetica; semplificare il miglioramento della gestione dell’energia per i progetti di riduzione di emissioni di gas da effetto serra; consentire l’integrazione con altri sistemi di gestione, in tema di sicurezza, ambiente, salute.   Ciclo PDCA: le 4 fasi della norma ISO 50001   La norma ISO 50001 segue il piano Plan-Do-Check-Act per affrontare i problemi energetici: si scelgono quelli più significativi, si analizzano e si valutano punti deboli e criticità, al fine di attuare strategie di miglioramento. Vediamolo nel dettaglio:   PLAN: Pianificare – Si definiscono, sulla base degli obiettivi individuati, le scelte operative da attuare; DO: Fare – si realizzano le misure individuate; CHECK: Verificare – si valuta l’efficienza delle misure identificate e si analizzano eventuali nuovi punti deboli; ACT: Agire – sulla base della fase di controllo, si riparte con una nuova pianificazione, definendo nuovi obiettivi.   Sostenibilità e competitività: scegli la certificazione ISO 50001   Assicurarsi la corretta gestione dell’energia, essere competitivi, ridurre i costi e le emissioni è possibile grazie alla norma ISO 50001. Oltre che incidere economicamente, l’energia può imporre costi ambientali e sociali a causa dell’esaurimento delle risorse.   Scegli di migliorare la gestione dell’energia: puoi ottenere benefici sia per la tua impresa, sia a livello globale. Inoltre, con la certificazione ISO 50001 la tua impresa non è obbligata alla diagnosi energetica.   È necessario che a seguito del primo audit obbligatorio, la certificazione sia rinnovata e siano inviati i documenti necessari, a dimostrazione della validità della certificazione, ad Enea.   Affidati ad un team esperto, compila il form per conseguire la certificazione. 

Aperto il portale della CSEA. Scopri come ottenere le agevolazioni energivori a partire da 30.000,00 euro!

60f5a07e77ece

Ti aiutiamo ad ottenere agevolazioni a partire da 30.000,00 euro!   Finalmente aperto il portale della CSEA per l’invio delle dichiarazioni relative all’anno 2020! Affrettati, ti aiutiamo a scoprire se puoi rientrare nell’elenco energivori 2020. .   Tutti i requisiti per rientrare nell’agevolazione energivori 2020   Con il D. M. 21 dicembre 2017 – Post Riforma – le condizioni per accedere alle agevolazioni sono le seguenti:   le imprese hanno un consumo di almeno 1 Gwh/anno di energia elettrica; le imprese operano nei settori dell’allegato 3 della Comunicazione della Commissione europea “aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-2020”; le imprese operano nei settori dell’allegato 5 alle Linee Guida CE e sono caratterizzate da un indice di intensità elettrica positivo determinato nel periodo di riferimento, in relazione al VAL, non inferiore al 20%; non rientrano nell’allegato 3 e 5 ma sono ricomprese negli elenchi delle imprese a forte consumo di energia redatti, per gli anni 2013 o 2014.   Avremo, quindi, per l’apertura del portale CSEA di settembre 2019, il periodo di riferimento 2016-2018. Per le imprese energivore degli anni 2013 e 2014, non fa capo il codice Ateco e i consumi di riferimento si uniformano al D.M. 21 dicembre 2017 Post Riforma, quindi sul triennio 2016-2018.   Che tipo di agevolazione otterrà la tua impresa?   Potrai ottenere uno sconto sugli oneri di sistema applicati in bolletta, pagando quindi un importo inferiore sulla componente Asos.   Cos’è l’ASOS?   Gli oneri di sistema sono definiti da Arera ed i ricavi affluiscono nella Cassa di Conguaglio per il settore elettrico. Asos è la componente di spesa che copre gli oneri relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92, ad esclusione degli incentivi alla produzione di energia elettrica che deriva dai rifiuti non biodegradabili.   Val, Fat e Indice di intensità elettrica: ecco quanto puoi risparmiare!   Il Val e il Fat sono i parametri che ti consentono di stimare a quanto ammonta la riduzione degli oneri, quindi quanto denaro puoi recuperare grazie all’agevolazione prevista per le imprese a forte consumo di energia elettrica.   Alle imprese che rientrano nell’allegato 3 e 5, che soddisfano i requisiti di consumo nel periodo di riferimento con indice ival non inferiore al 20%, sono applicati livelli di contribuzione rispetto alla tariffa A3, secondo il seguente schema:   Classe VAL.1: in misura pari al 2,5% per ival tra il 20 e il 30% Classe VAL.2: in misura pari all’1,5% per ival compreso tra il 30 e il 40% Classe VAL.3: in misura pari all’1% per ival compreso tra il 40 e il 50% Classe VAL.4: in misura pari allo 0,5% per ival non inferiore al 50%   Alle imprese che rientrano nell’allegato 3, o sono ricomprese negli elenchi della CSEA per le annualità 2013 o 2014 ed hanno un indice ival inferiore al 20%, sono applicati livelli di contribuzione rispetto alla tariffa A3, in riferimento al fatturato:   Classe FAT.0: in misura pari al 100% per ifat inferiore al 2% Classe FAT.1: in misura pari al 55% per ifat compreso tra il 2 e il 10% Classe FAT.2: in misura pari al 40% per ifat compreso tra il 10 e il 15% Classe FAT.3: in misura pari al 25% per ifat superiore al 15%   Imprese neo-costituite: come ottenere l’agevolazione energivori 2020   Puoi ottenere l’agevolazione anche se la tua impresa si è costituita nel 2019 o negli anni precedenti e non ha consumi a causa di inattività produttiva, che abbia i requisiti sopra esposti. Sarà preso come riferimento una dichiarazione dell’impresa su dati basati sulle migliori stime dei dati di consumo ed economici.   Sarà necessario, inoltre, inviare una relazione contenente:    modalità di stima dei consumi in base alla produzione prevista e i criteri utilizzati per la definizione degli stessi e, se disponibili, i dati di prelievo storici relativi a POD già esistenti; modalità di stima dei dati di bilancio, in particolare fatturato e VAL.   Affidati a Tecno per presentare la domanda di accesso alle agevolazioni energivori 2020   Non sottovalutare il peso che ha il costo dell’energia nella tua impresa. Pensa a quanto denaro puoi risparmiare affidandoti a noi e come potrai investirlo in altre importanti attività per far crescere il tuo business.   Riceverai consulenza specializzata dal nostro team. Contattaci subito!

Come raggiungere l’efficienza energetica nel settore della ristorazione

60f5a0e257fb9

Innovare per risparmiare: questo il focus del convegno organizzato da F.I.P.E. – Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Un evento che nasce con la consapevolezza della necessità di una svolta per la ristorazione, settore strategico della nostra economia.   L’obiettivo è raggiungere la sostenibilità, grazie a soluzioni che siano in grado di abbattere gli sprechi e aumentare l’efficienza. F.I.P.E. sostiene che la ristorazione sia un settore energivoro visti i consumi mediamente di 8,6 miliardi di kWh l’anno – 26.000 kWh l’anno per singolo esercizio – e questo è uno dei motivi per cui definisce doveroso attuare un progetto di risparmio tramite il monitoraggio e la diagnosi energetica.   Migliorare le performance e accrescere la produttività? Ecco come   Si parla sempre di quanto sia importante puntare alla manutenzione degli impianti e delle apparecchiature e di certo è così; curare e/o rinnovare gli strumenti di lavoro permette, infatti, di migliorare le performance, riducendo i consumi in termini economici ed energetici.   Basti pensare a tutti gli elettrodomestici presenti in ogni attività del settore: frigoriferi, lavastoviglie, forni, celle frigo, macchine per caffè, impianti di condizionamento e ai consumi elevati dovuti alle ore di utilizzo – per molti apparecchi in modo continuativo.   L’efficienza di queste attrezzature fà la differenza nel consumo di energia, quindi nella bolletta e nei costi da sostenere.   Per poter gestire al meglio il budget a disposizione è necessario che i macchinari, le attrezzature, i dispositivi siano sempre in perfette condizioni. Una scarsa manutenzione di forni, piani cottura, frigo, etc, può rendere inutile l’investimento fatto per gli acquisti. Controlli accurati e costanti consentono agli elettrodomestici di funzionare sempre in maniera efficiente e di avere lunga vita.   Non solo elettrodomestici! Sostenibilità ed efficienza every day   Azioni semplici possono migliorare lo stile di vita, incidere sul benessere e la salvaguardia ambientale. Il risparmio energetico è possibile grazie a piccoli accorgimenti attuati ogni giorno. Non è solo una questione tecnologica, energetica. L’efficienza si raggiunge anche grazie alla coscienza sociale.   Minor impatto ecologico: segui le stagionalità dei prodotti Riduzione emissione CO2: limita i consumi di carne rossa Risparmio sui costi di trasporto: acquista prodotti a Km 0 Minor utilizzo di imballaggi: ricicla i materiali di confezionamento Riduzione consumi energetici: utilizza energie rinnovabili Vantaggio economico: prediligi cotture veloci Maggior rendimento: occupati della manutenzione degli elettrodomestici   Tax credit alberghi e food service: l’agevolazione che punta all’innovazione   Il tax credit alberghi è un’agevolazione fiscale che punta all’innovazione e alla riqualificazione del settore, in cui vi rientrano alberghi, hotel, agriturismi, etc. La ristorazione è uno di quei comparti che avrebbe bisogno di incentivi simili, visti i continui processi evolutivi che interessano il food service; cambia sempre più l’approccio alle esperienze culinarie, contaminate da quelle culturali. Per l’imprenditore vi è dunque un doppio passo da sostenere:   la concorrenzialità, vista l’ampia offerta di locali, che cercano sempre più di identificarsi con il “nuovo consumatore”; i costi da sostenere per materie prime, fornitura di prodotti, gestione e manutenzione delle apparecchiature di utilizzo quotidiano, attenzione alla scelta dei gestori di energia elettrica, gas, etc.   La ristorazione deve perseguire un’azione di efficientamento per l’approvvigionamento delle materie prime, delle risorse umane, del settore marketing e vendite, nonché delle tecnologie.   Approfitta della diagnosi energetica, rendi efficiente la tua azienda!   Se la tua impresa è obbligata alla diagnosi energetica, ricorda che la scadenza è fissata al 5 dicembre. Anche se non sei una Grande Impresa o un’Impresa Energivora, puoi comunque affidarti a noi per la diagnosi energetica, in quanto effettueremo una valutazione dei consumi proponendoti soluzioni ad hoc affinché possa raggiungere l’efficienza e ottenere risparmi economici ed energetici.   Fà la scelta giusta, contattaci!

Rendi efficiente la tua impresa: nomina l’Energy Manager

60f5a120d771a

Le tematiche ambientali ed energetiche stanno assumendo sempre maggiore rilevanza all’interno delle imprese, le quali possono accrescere la competitività attraverso un uso più efficiente delle risorse.   Aumento della sensibilità ambientale, liberalizzazione del mercato dell’energia, aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi, l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, ma soprattutto il tema dell’efficienza energetica, rendono fondamentale, oltre che obbligatoria per le imprese a forte consumo di energia, la figura dell’Energy Manager il cui compito principale è condurre le imprese verso una gestione ottimale dell’energia.   Chi è l’Energy Manager?   L’Energy Manager è una figura di alto profilo. Deve possedere competenze manageriali, tecniche, economico-finanziarie, legislative e di comunicazione. Necessario per le imprese, grazie alla capacità di interfacciarsi con diversi settori aziendali al fine di individuare potenzialità di miglioramento, aree di intervento, attuando azioni per la riduzione dei consumi energetici, quindi dei costi; soprattutto tenendo conto dell’utilizzo dell’energia in modo efficiente nelle fasi di produzione. Può essere interno o esterno all’azienda.   Fire: gli obiettivi del Rapporto Energy Manager 2019   Il 13 settembre al Ministero dello Sviluppo Economico è stato presentato da Fire il Rapporto Energy Manager 2019. Il Rapporto si pone i seguenti obiettivi:   fornire un quadro statistico dettagliato delle nomine pervenute alla FIRE promuovere l’Energy Manager tra i soggetti inadempienti e fra i soggetti non obbligati che però hanno interesse a migliorare per quanto riguarda l’utilizzo dell’energia illustrare i risultati dell’indagine condotta; iI tema trattato nell’ultimo Rapporto è la diagnosi energetica   L’attenzione si è focalizzata sulla diagnosi energetica per comprendere eventuali problematiche riscontrate dai soggetti, individuare possibili miglioramenti, diffondere i risultati affinché tutto il Paese possa trarne utilità.   Energy Manager tra trend positivi e negativi   In Italia il numero degli Energy Manager è in continua crescita, nonostante l’elevato tasso di inadempienza nel settore della Pubblica Amministrazione.   Nel 2018 le nomine sono state 2.353 di cui 1.589 da parte di soggetti obbligati. Tra i settori  che hanno deciso di impiegare questa preziosa risorsa, al primo posto troviamo il terziario con 483 nomine, seguito dall’industria con 432 nomine. In ultimo la Pubblica Amministrazione con solo 129 nomine, in diminuzione rispetto all’anno precedente. Basso anche il tasso di nomine relative alle regioni, pari al 35%; meno della metà delle città metropolitane ha provveduto, mentre i capoluoghi di provincia sono stati solo 31 su 116.   Dal Rapporto emerge però, come dato positivo, che dei 1.613 Energy Manager interni all’azienda – obbligate e non – 296 hanno conseguito la certificazione in esperto in gestione dell’energia; delle 740 nomine esterne all’azienda 525 hanno conseguito la suddetta certificazione.   Questo dato evidenzia l’attenzione, da parte di imprese ed enti, a nominare Energy Manager con competenze sempre maggiori, su larga scala, acquisite anche tramite la certificazione in EGE.   Come procedere alla nomina?   L’Energy Manager è una figura introdotta in Italia dalla Legge 10/91 al fine di promuovere il controllo dei consumi e dell’efficienza energetica per le imprese che hanno forti consumi di energia.   Le nomine di Energy Manager sono gestite dalla Fire – Federazione Italiana per l’uso razionale dell’energia – che provvede alla pubblicazione di statistiche ufficiali in Italia e promuove il ruolo dell’Energy Manager attraverso continue iniziative in ambito formativo e informativo, con analisi di mercato e supporto istituzionale. La nomina va inviata alla Fire dal legale rappresentante dell’organizzazione, ogni anno entro il 30 aprile, con riferimento ai consumi delle fonti primarie relative all’anno precedente.   Chi è obbligato a nominarlo?   La nomina dell’Energy Manager è obbligatoria per le imprese con consumi annui superiori a 10.000 tep per il settore industriale e 1.000 tep per tutti gli altri settori, in base all’art.19 della Legge 9 gennaio 1991 n.10. Non obbligatorio, ma sicuramente utile, è l’Energy Manager locale, che di solito viene nominato da un’impresa multisito per occuparsi di uno stabilimento o gruppo di edifici, restando in collegamento con l’Energy Manager principale. Nelle medie e grandi organizzazioni può essere nominato responsabile del sistema di gestione dell’energia aziendale, come definito dalla norma internazionale ISO 50001, aggiornata nel 2018.   Pubblica Amministrazione: 8 buoni motivi per nominare un Energy Manager   Utilizzare in modo efficiente l’energia, senza sprechi, puntando al risparmio economico ed energetico, è una priorità per qualsiasi ente e qualsiasi impresa, ma in maniera particolare dovrebbe esserlo per la P.A. fungendo da esempio per i cittadini.   Ecco 8 buoni motivi per cui non puoi non nominare un Energy Manager:   monitoraggio dei consumi tramite indicatori di prestazione individuazione di interventi mirati a riduzione/eliminazione degli sprechi individuazione di interventi per la riqualificazione energetica di edifici e impianti riduzione dei costi energetici e delle emissioni CO2 supporto nell’accesso a schemi di incentivazione, quali conto termico, certificati bianchi, bandi e fondi mirati all’uso razionale dell’energia supporto per la definizione di gare EPC per la riqualificazione energetica di edifici ed impianti rispetto delle normative energetiche supporto nella definizione di politiche territoriali   Nomina Energy Manager: obbligo ma soprattutto opportunità per la tua impresa   La mancata nomina dell’Energy Manager certificato, da parte delle imprese obbligate, impedisce l’accesso ai certificati bianchi, come indicato nel D. M. 11 gennaio 2017. Inoltre, le imprese obbligate che non provvedono alla nomina sono punite con una sanzione amministrativa che può variare da 5.164,57 a 51.645,70 euro.   L’Energy manager è una figura chiave per la tua impresa: trasforma le attenzioni all’uso razionale ed efficiente dell’energia in azioni concrete.   Affidati ai nostri consulenti specializzati per migliorare la performance energetica della tua impresa!

Come integrare le potenzialità della digitalizzazione nel settore dell’efficienza energetica

60f5a187d15b1

L’espressione Industria 4.0 è legata alla quarta rivoluzione industriale, basata principalmente su sistemi sempre più digitalizzati e connessi. Innovazione, sostenibilità, interconnessione, allo scopo di rilanciare il sistema produttivo italiano per la crescita e il beneficio del Paese.   L’evoluzione digitale rappresenta il progresso, con l’introduzione di smart connected products, prodotti intelligenti ed interconnessi; risulta fondamentale nel settore dell’efficienza energetica in quanto, grazie all’integrazione di sistemi informatici, digitali, potenziati, innovativi, costantemente connessi, si può ridurre il consumo di energia e renderlo più efficiente.   Gli obiettivi fissati dal MiSE nel Piano nazionale Industria 4.0 sono i seguenti:   mobilitazione di investimenti maggiori entro il 2020 per l’innovazione e la competitività digitalizzazione dei processi produttivi valorizzazione della produttività dei lavoratori e formazione di competenze adeguate ricerca e sviluppo   Big data e Cloud: la digitalizzazione dei processi produttivi   La digitalizzazione dell’energia riguarda diversi settori: edifici, illuminazione pubblica, mobilità, infrastrutture. La digital energy comporta l’utilizzo di sistemi informatici che siano in grado di garantire la massima efficienza nella fase di distribuzione ed il suo monitoraggio. Questo porta alla raccolta di una grande quantità di dati – Big Data – e l’utilizzo del Cloud.   Il Cloud diventa necessario per la raccolta di tutte le informazioni necessarie al funzionamento del processo produttivo, consentendo a macchinari e/o dispositivi di essere connessi. Comunicazione, scambio e aggiornamento di informazioni, sia real time sia da remoto. On line in qualsiasi posto del mondo.   Digital Energy: l’energia diventa digitale ed intelligente   Con la diffusione di energie rinnovabili e storage si diffonde il modello della Smart Grid e l’utilizzo di dispositivi, quali Smart Meter, grazie ai quali l’utente diventa più consapevole dei propri consumi, utilizzando l’energia in modo più efficiente, apportando miglioramenti alla gestione dell’intera rete. L’Italia è stato uno dei primi Paesi ad introdurre gli Smart Meter, detenendo ad oggi, il primato per il numero di dispositivi installati. Grazie alla digitalizzazione e alla continua evoluzione della tecnologia aumentano le opportunità e le soluzioni innovative per prodotti e servizi delle imprese. L’IOT – Internet of Things – risulta particolarmente vantaggioso nel settore energetico, specie per l’efficienza energetica.   Perchè è importante l’IOT?   Luoghi ed oggetti – smart objects – acquisiscono intelligenza ed un ruolo attivo grazie al collegamento con la rete e l’accumulo di informazioni in maniera smart. Identificazione, connessione, localizzazione, capacità di elaborare dati ed interagire con l’ambiente esterno: basti pensare alla tecnologia RFID e ai QR code, in grado di comunicare in rete con telefoni cellulari o altri dispositivi.   Gli oggetti intelligenti permettono risparmio energetico sia a livello personale – grazie alla domotica e alla smart home – sia a livello più ampio, quindi smart grid e smart city.   Innovazione alle imprese: gli investimenti in crescita   Le soluzioni di efficienza energetica maggiormente adottate nel comparto industriale sono stati i sistemi di combustione efficiente e la cogenerazione. Nonostante gli alti investimenti nel 2018 – rispettivamente 459 e 443 milioni di euro – vi è stato comunque un calo rispetto al 2017. Ciò a causa del Decreto Energivori del 1 gennaio 2018, il quale consente l’agevolazione energivori tramite una riduzione degli oneri di sistema in merito a fonti rinnovabili e, appunto, cogenerazione. Investimenti maggiori si sono avuti nel settore Home & Building; a seguire, comparto industriale e Pubblica Amministrazione.   La resilienza organizzativa nell’era digitale   La resilienza, nell’era digitale, è definita come la capacità di un’organizzazione di assorbire gli shock e adattarsi ad un contesto in continua evoluzione, continuando a perseguire gli obiettivi prefissati. La ISO 22316 – Security and resilience – Organizational resilience – Principles and attributes – fornisce un quadro di riferimento in grado di aiutare le organizzazioni a garantire il futuro del loro business, preparandole alle sfide future.   Il Report Digitalization & Energy dell’Agenzia Internazionale per l’energia – AIE – ha individuato 10 azioni da perseguire per fare in modo che si possa comprendere realmente cosa significhi la digitalizzazione per l’energia e come integrarla al meglio nei processi produttivi:   costruire nuove competenze digitali e formare il personale; garantire un accesso semplice adeguato ai dati, così da produrre statistiche energetiche distribuite sull’infrastruttura; introdurre flessibilità nelle azioni politiche e normative per adattarsi alle nuove tecnologie e ai nuovi sviluppi; sperimentare con progetti pilota; partecipare attivamente alle discussioni sulla digitalizzazione; focalizzare l’attenzione su temi quali sicurezza, sostenibilità e convenienza; monitorare gli impatti energetici della digitalizzazione sulla domanda energetica; integrare la resilienza digitale in ambito ricerca, sviluppo e produzione; creare condizioni più eque di concorrenza per garantire servizi migliori; studiare le best practice di ogni Paese per capire l’impatto della digitalizzazione sui sistemi energetici, in ognuno di essi.   Rendi competitiva la tua impresa con la diagnosi energetica   Utilizzare con consapevolezza le nuove tecnologie, integrare i processi digitali, ottimizzare mezzi e risorse: cogli le opportunità per rendere altamente competitivo il core business della tua impresa. Il D. Lgs 102/14 stabilisce l’obbligo di diagnosi energetica ogni 5 anni per le Grandi Imprese e le imprese energivore. Ecco, dunque, un’altra opportunità per tua impresa in ottica di efficienza energetica: la valutazione dei consumi allo scopo di trovare soluzioni per ottimizzare le risorse e il risparmio energetico, abbattendo gli sprechi.   Se vuoi saperne di più, compila il form.

Diagnosi energetica edifici: come quantificare le opportunità di risparmio

60f67de79ddc3

La diagnosi energetica è una delle procedure in grado di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo posto dal PNIEC – Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima -: arrivare al 2050 con un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica, raggiungere la sicurezza energetica, ridurre le emissioni inquinanti grazie all’utilizzo delle fonti rinnovabili, rendere accessibili i costi dell’energia, accrescere innovazione e competitività.   Questo è uno dei motivi per cui vi è l’obbligo – D. Lgs. 4 luglio 2014 n. 102 – della diagnosi energetica per le Grandi Imprese, le imprese a forte consumo di energia e Nuove Imprese, ogni 4 anni.   La diagnosi energetica è una procedura di analisi, coordinata, del sistema edificio-impianto che ha l’obiettivo di individuare gli interventi da realizzare, a seguito di sopralluoghi e verifiche.   A tal proposito, Enea ha stilato un elenco di consigli utili al risparmio energetico ed economico, un uso razionale e consapevole delle risorse di energia, all’interno degli edifici.   Diagnosi energetica degli edifici: le linee guida di Enea   Enea ha stilato delle linee guida utili ai REde – Referente della Diagnosi Energetica – ai fini della diagnosi energetica degli edifici, per cui sono presi in considerazione i seguenti servizi energetici: climatizzazione invernale, climatizzazione estiva, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione, trasporto interno.   La diagnosi energetica degli edifici pubblici deve possedere 5 requisiti fondamentali:   Completezza: includere tutti gli aspetti dell’impianto nel sistema energetico; Attendibilità: acquisire dati reali e necessari all’inventario energetico. Tali dati sono acquisibili tramite sopralluoghi e rilievi strumentali dell’edificio; Tracciabilità: individuare fonti dei dati, modalità di elaborazione e ipotesi di lavoro assunte; Utilità: identificare e valutare interventi di efficienza energetica sotto il profilo costi/benefici; Verificabilità: identificare elementi e procedure che consentono di verificare il conseguimento degli interventi di efficienza come risultato degli interventi attuati.   Risparmio energetico: l’uso intelligente del climatizzatore   L’attenzione alla classe energetica è sicuramente uno dei primi suggerimenti che Enea propone per la riduzione dei consumi in ottica di risparmio energetico.   Gli impianti di climatizzazione influiscono molto sui consumi all’interno degli edifici, per questo motivo quando si decide di acquistare un climatizzatore è importante scegliere un modello che abbia un basso impatto ambientale e una classe energetica elevata, così da risultare più efficiente.   L’acquisto di un condizionatore di classe energetica A+, A++ e A+++ comporta sicuramente un investimento iniziale alto, ma in compenso si avranno un risparmio in bolletta e una riduzione delle emissioni di CO2.   Ad esempio, un condizionatore di efficienza energetica classe A rispetto ad uno di classe C permette di ottenere un risparmio annuale di circa il 30% sui consumi elettrici, riducendo anche le emissioni, salvaguardando l’ambiente.   Quali sono i fattori da considerare nella fase di acquisto?   Classe di efficienza energetica: indica il grado di efficienza energetica dell’apparecchio, in condizioni standard. Rappresenta il rapporto tra l’energia consumata e l’energia resa da un climatizzatore con classe da A a G, dove la lettera A indica che l’apparecchio ha consumi molto ridotti, – dunque è più efficiente – mentre la G che ha consumi elevati; EER: rendimento del climatizzatore nelle fase di raffrescamento; COP: coefficiente di prestazione nella modalità di riscaldamento. Rappresenta il rapporto tra il calore utile fornito dal climatizzatore e l’energia elettrica utilizzata per estrarre questo calore. Più sono alti i valori di EER e COP, migliore è la classe energetica del climatizzatore; Tecnologia Inverter: questa tecnologia permette alla potenza di adeguarsi all’effettiva necessità, riducendo i cicli di accensione e spegnimento. È particolarmente utile nelle situazioni in cui il climatizzatore resta acceso per molte ore consecutive.   Ulteriori accorgimenti per ridurre l’incidenza negativa della climatizzazione sul costo finale in bolletta sono:   studiare la posizione in cui viene installato; tenere sotto controllo la temperatura con eventuale impostazione relativa all’umidità; fare in modo che in ogni stanza dell’ambiente vi sia un condizionatore; utilizzare il timer e la funzione notte; rispettare pulizia e manutenzione dell’apparecchio.   Diagnosi energetica e Attestato di Prestazione Energetica: qual è la differenza?   Eseguire la diagnosi energetica di un edificio significa valutare e conoscere il profilo di consumo energetico, quantificare le opportunità e le azioni di risparmio energetico comparando i costi sostenuti e i benefici attesi. Si parte da un’analisi di rilievo sul campo fino alle ipotesi di miglioramento energetico, analizzando i consumi reali dell’edificio.   In quest’ottica si pone la differenza tra l’ APE – attestato di prestazione energetica – e la diagnosi energetica.   L’APE definisce la prestazione energetica inserendola in una scala di classificazione al fine di stabilire se la performance dell’edificio è soddisfacente oppure l’edificio necessita di interventi di riqualificazione.   La diagnosi energetica, invece, esamina il profilo del consumo energetico dell’edificio, al fine di valutare gli interventi migliorativi secondo fattori economici, energetici ed ambientali ai quali viene attribuito un peso diverso in funzione delle esigenze.   Quali sono gli elementi utili alla riqualificazione energetica degli edifici?   Quando si decide di procedere alla riqualificazione energetica di un edificio, al fine di ottimizzarne le risorse, è necessario prendere in considerazione alcuni elementi:   Involucro ad alte prestazioni energetiche: maggiore isolamento delle pareti di tamponamento, del solaio a terra e del solaio di copertura, pareti esterne di colore chiaro, tetti bianchi e sistemi di schermatura solare. Questi fattori contribuiscono ad un efficiente uso del sistema di climatizzazione, riducendo costi di investimento, gestione e manutenzione; Finestre e daylighting: un miglior utilizzo della luce naturale aiuta a ridurre energia elettrica per l’illuminazione e l’energia consumata dal climatizzatore, evitando il calore generato dagli apparecchi accesi; Impianti di climatizzazione e ventilazione: l’utilizzo di sistemi automatici per la regolazione della temperatura degli ambienti permette di ridurre gli sprechi di energia e di ottimizzare il comfort; Illuminazione e sistemi elettrici: i sistemi di illuminazione a led, gestione e controllo della luce, sensori che spengono le luci quando non vi è necessità della loro accensione, rappresentano un importante risparmio energetico; Sistemi alimentati ad energia rinnovabile: impiego di fotovoltaico o eolico in combinazione con sistemi di accumulo per l’illuminazione di sicurezza, alimentazione di

Green Bonds: verso un’economia a basso impatto ambientale

60f67e62c9587

Strumenti finanziari e soluzioni efficienti per contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali e sociali del pianeta.   Numerose sono le soluzioni messe a punto dalle istituzioni mondiali per migliorare le condizioni atmosferiche e limitare i danni che il surriscaldamento globale sta avendo sull’ambiente e sull’economia mondiale. Ecco, dunque, strumenti finanziari che fanno dell’ormai esistente global warming una possibile risorsa e soluzioni di efficientamento energetico a disposizione anche delle aziende.   Global warming: da minaccia a risorsa   Il surriscaldamento globale rappresenta da tempo una minaccia per l’ambiente e per il panorama socio-economico mondiale. Se l’uomo è la causa da cui partono i mali in cui riversa oggi l’ambiente, spetta agli stessi esseri umani agire per limitare i danni.   Le istituzioni mondiali ed europee, attraverso accordi, politiche e strategie, propongono strumenti finanziari e soluzioni efficienti utili anche all’ottimizzazione energetica delle aziende.   Il 12 dicembre 2015 ha avuto luogo la COP21 (Climate Change Conference of Parties), evento mondiale che ha visto la partecipazione di ben 197 paesi, i quali hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi. Si tratta di un impegno comune che, a partire dal 2020, sarà il punto di riferimento per la lotta globale al cambiamento climatico e nella gestione degli impatti generati dal surriscaldamento globale. Tutti i paesi firmatari, infatti, condividono l’onere di favorire la limitazione e la mitigazione delle emissioni fino al raggiungimento delle emissioni nulle nella seconda metà di questo secolo.   Il global warming cambia volto: da pericolo a fonte preziosa da cui attingere per sollevare la situazione economico finanziaria mondiale e migliorare le condizioni socio-ambientali del pianeta.   Aziende e ambiente: misure finanziarie eco sostenibili   Sono numerose le misure finanziarie messe a punto dalle istituzioni economico-finanziarie mondiali a favore delle aziende e dell’ambiente. Si tratta di obbligazioni, titoli e prestiti che condividono una simile procedura: rendere disponibili strumenti finanziari per sovvenzionare progetti i cui proventi vengono utilizzati a beneficio dell’ambiente e della società. Tra questi ci sono:   I climate-aligned bonds: obbligazioni emesse da aziende la cui attività rientra nei settori che sostengono la transizione ad un’economia a basso impatto ambientale; I social bonds: parte di un prestito obbligazionario a sostegno di iniziative di interesse sociale e che combinano valori individuali – come il guadagno economico aziendale – e valori di crescita sociale; I sustainable bonds: sostegni economici in favore di aziende che vogliono accostare le proprie esigenze di crescita finanziaria a progetti di rinnovamento ambientale e sociale – riduzione della povertà, sviluppo dell’istruzione, miglioramento della sanità, dell’ambiente e delle infrastrutture; I green bonds: obbligazioni emesse da aziende al fine di finanziare progetti aventi caratteristiche di sostenibilità ambientale.   Green Bonds: strumenti di crescita finanziaria e ambientale   I green bonds, conosciuti anche come certificazioni verdi, sono obbligazioni la cui emissione soddisfa il bisogno finanziario di aziende interessate a progetti di sostenibilità ambientale.   I green bonds vengono emessi da organismi istituzionali quali, Banca Mondiale e Banca Europea, ma anche da aziende private, municipalità, aziende statali e organismi finanziari.   Con le certificazioni verdi i soggetti interessati possono ottenere un sostegno finanziario per rendere tangibile un progetto a supporto dell’ambiente, a difesa o a sviluppo di politiche per il trattamento delle acque e dei rifiuti, iniziative di prevenzione e di controllo o politiche legate all’utilizzo sostenibile dell’edilizia compatibile.   Come ottenere la certificazione Green   Non esistono ancora principi standard a cui attenersi per richiedere e ottenere la certificazione Green. Esistono però dei principi generali che l’International Capiltal Market Association (ICMA) ha comunicato al fine di guidare le aziende interessate:   Chi emette un green bond deve precisare la destinazione dei proventi Rispetto di specifiche procedure per conseguire la valutazione e la selezione dei progetti Trasparenza nella gestione dei proventi Emissione di report al fine di aggiornare gli investitori circa lo stato dell’avanzamento dei progetti finanziari   Dal 2007 l’andamento dei green bonds è in salita con dati che ne evidenziano il successo. Il 2017 si è chiuso con emissioni di certificazioni verdi pari a 137 miliardi di dollari; nel 2018 le emissioni sono state leggermente in calo con 112 miliardi di dollari fino a raggiungere un record nel 2019, e solo nel primo semestre, con emissioni pari a 107 miliardi di dollari.   Un successo favorito anche dal generale interessamento alle condizioni ambientali e climatiche sia da parte delle istituzioni mondiali sia dalle singole aziende.   Green Bonds: l’impegno italiano   Borsa Italiana, gestore dei mercati finanziari italiani, sceglie di supportare lo sviluppo sostenibile delle aziende italiane e lo fa promuovendo campagne informative sul finanziamento di progetti in favore del rispetto dell’ambiente e dei green bonds. A tal fine Borsa Italiana ha pubblicato una guida di sensibilizzazione degli emittenti e del mercato circa le politiche ESG utili alla valutazione delle strategie aziendali e dei progetti. Inoltre, Borsa mette a disposizione dei soggetti interessati strumenti utili allo studio del mondo della finanza sostenibile come:   Indici ed analisi Elenchi dei settori di mercato dedicati ai green bonds Elenco degli strumenti green e/o social in negoziazione sui mercati MOT ed extraMOT   Efficienza energetica: il contributo dei singoli   L’interesse per l’ambiente, per le condizioni climatiche, per il global warming e per il miglioramento degli effetti generati da queste problematiche sull’economia e sulla società mondiale spinge i soggetti del panorama economico-industriale italiano verso interventi di efficientamento energetico e di economia sostenibile. Parliamo di azioni mirate, scelte aziendali aventi plurimi benefici: Efficientamento dei consumi energetici aziendali Ottimizzazione della spesa economica aziendale Finanziamento di politiche e progetti di sostenibilità ambientale   Siamo una ESCo accreditata dal 2005 all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) caratterizzata da un team di esperti di efficienza energetica e consulenti certificati EGE.   Con noi puoi contribuire al miglioramento delle condizioni climatiche e ambientali attraverso due possibili interventi di efficientamento energetico aziendale: monitoraggio energetico e diagnosi energetica, entrambi procedure che includono l’analisi dei consumi aziendali e la ricerca di soluzioni volte all’ottimizzazione della spesa energetica aziendale.   Fai la tua parte; contattaci se vuoi saperne di più.

Energy Performance of Buildings Directive ed efficienza energetica: gli obiettivi da raggiungere entro il 2050

60f67f1076427

L’Unione Europea ha assunto un grande impegno nello sviluppo energetico, sostenibile, competitivo, sicuro e decarbonizzato, da raggiungere entro il 2050.   Con l’Energy Performance of Buildings Directive – EPBD 2018/844, o anche Direttiva sulla Prestazione energetica dell’edilizia – vi è l’introduzione di un nuovo indicatore di intelligenza: uno strumento che misura la capacità degli edifici di migliorare operatività ed interazione con la rete, adattando quindi il consumo energetico alle reali esigenze degli abitanti.   La Direttiva è stata sviluppata per realizzare la possibilità di ottenere risparmi negli edifici – visto il loro elevato consumo energetico – ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 – rispetto agli anni 90 – per aumentare la quantità di consumo di energia da fonti rinnovabili e raggiungere il risparmio energetico.   Le raccomandazioni di Bruxelles: quali i punti fondamentali?   La commissione Europea, in riferimento ai 28 paesi europei, pubblica dati relativi ai conti pubblici, alle riforme e ai programmi nazionali attuati.   Il documento che viene stilato indica tutti i provvedimenti da prendere per ciascun Paese nei successivi 12-18 mesi.   Nell’incontro tra i leader della Commissione Europea sono state presentate raccomandazioni politiche sul modo in cui l’Europa potrà plasmare il futuro, basandole su 5 punti fondamentali:   Protezione: il ruolo della pace come potere; Competitività: investire nelle tecnologie e sostenere le risorse esistenti: mercato unico, industria, moneta comune; Equità: difendere principi di uguaglianza, stato di diritto e giustizia sociale; Sostenibilità: puntare a sviluppo sostenibile e lotta ai cambiamenti climatici; Influenza: proteggere e aggiornare il sistema basato sulle regole.   Nearly Zero Energy Building: fonti rinnovabili per raggiungere l’efficienza energetica negli edifici   Gli edifici rappresentano circa il 40% del consumo finale di energia. Questo è il motivo per cui il settore edilizio assume un ruolo importante per il conseguimento degli obiettivi energetici e climatici dell’Unione Europea.   La raccomandazione dell’UE – pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea – si riferisce a strategie di ristrutturazione a lungo termine – SRLT -, al quadro per il calcolo della prestazione energetica degli edifici e degli incentivi finanziari destinati a migliorare l’efficienza energetica, in occasione della ristrutturazione.   Le SRLT sono necessarie al fine di garantire alta efficienza energetica e decarbonizzazione, facilitando la trasformazione, in termini di costi, di tutti gli edifici esistenti in edifici ad energia quasi zero, i cosiddetti NZEB – Nearly Zero Energy Building. Si tratta di edifici in grado di ridurre il più possibile i consumi per il loro funzionamento e l’impatto nocivo sull’ambiente.   Si punta, dunque, ad altissima prestazione energetica, in cui gran parte dell’energia deve provenire da fonti rinnovabili non fossili – come definite dal D. Lgs. 28/2011 – quindi eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica, oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica e derivante da processi di depurazione e biogas.   Gli NZEB e il futuro: l’alta efficienza energetica in Italia   “Osservatorio Nazionale degli edifici ad energia quasi zero”. Questo il nome dell’iniziativa di Enea, nata allo scopo di monitorare la costruzione degli edifici ad alta prestazione energetica, obbligatori per legge dal 2021 – data anticipata al 2019 per gli edifici pubblici -.   Un edificio si definisce NZEB se il fabbisogno energetico è molto basso o quasi nullo.   La necessità di costruire edifici energeticamente efficienti si è affermata a seguito della crisi energetica degli anni ‘70, quando poi si è diffuso il concetto di sviluppo sostenibile e si è diventati sensibili al tema del risparmio energetico.   Direttiva 2012/27/UE: come conseguire il risparmio energetico?   La Direttiva 2012/27/UE stabilisce un quadro di misure da rispettare per il raggiungimento dell’efficienza energetica: tutti i Paesi sono tenuti ad utilizzare l’energia in modo efficiente nell’intera catena, dalla produzione al consumo finale.   Il tema dell’efficienza energetica in Italia è stato introdotto dal D. Lgs. 192/2005 fino a giungere all’attuale 90/2013 il quale integra alcuni aspetti dell’ EPBD che allora mancavano. Una legge, quindi, che tratta di efficienza energetica e integrazione di fonti rinnovabili per la produzione di energia.   I risparmi energetici conseguiti, o in fase di raggiungimento, sono determinati dai seguenti fattori:   prestazione energetica dell’apparecchiatura utilizzata per la ristrutturazione; valori standard per il calcolo dei risparmi energetici negli edifici; miglioramento ottenuto con la ristrutturazione, confrontando i certificati, rispettivamente rilasciati prima e dopo; risultati ottenuti mediante altri strumenti ma che indichino in maniera chiara i miglioramenti apportati; risultati della diagnosi energetica.   Progetto Enea: linee guida per la diagnosi energetica industriale   L’Enea ha messo a punto delle linee guida per la diagnosi energetica degli edifici. Tali linee guida sono state realizzate per facilitare la conduzione delle diagnosi energetiche, in quanto si descrive dettagliatamente la procedura da seguire, con particolare attenzione alla fase di analisi: calcolo degli indicatori di prestazione energetica, individuazione degli interventi di miglioramento da attuare, analisi costi-benefici e racchiude i concetti di clusterizzazione e monitoraggio energetico.   La diagnosi energetica permette di individuare e classificare, in ordine di priorità, gli interventi necessari per il miglioramento della prestazione energetica, con attenzione al connubio costi-benefici.   Ogni 4 anni le Grandi Imprese, quelle a forte consumo di energia e le nuove imprese energivore hanno l’obbligo di diagnosi energetica, i cui risultati vanno poi consegnati all’Enea dai soggetti incaricati, quindi Esco, Ege e Auditor Energetici.   La multa per mancata diagnosi va dai 4.000 ai 40.000 euro; la sanzione comunque non annulla l’obbligo di diagnosi, la quale poi va comunque effettuata.   Contattaci per una consulenza.

Cogenerazione alto rendimento e certificati bianchi: news dal GSE

60f67ffb3ebf8

Via alla consultazione sull’efficienza energetica.   Il GSE dà il via alle consultazioni sull’efficienza energetica e pubblica provvedimenti e indicazioni utili ai soggetti interessati alla cogenerazione ad alto rendimento e ai titoli TEE.   Il GSE dà inizio alla consultazione sull’efficienza energetica   In relazione all’avvio della consultazione sull’efficienza energetica, il GSE ha pubblicato online alcuni provvedimenti utili ai soggetti interessati. Si tratta di documenti chiarificatori in materia di Cogenerazione e di Titoli di Efficienza Energetica.   Il primo documento espone dettagli circa casistiche di CAR per le quali è ammesso l’uso di impianti non nuovi in caso di modifiche impiantistiche nell’ambito di accesso al regime di sostegno.   Ulteriori chiarimenti vengono, poi, forniti nel secondo documento nel quale vengono esaminati criteri di definizione del consumo di baseline per gli operatori che dispongono di un periodo di monitoraggio inferiore ai 12 mesi fino alla data di avvio della realizzazione del progetto.   Il GSE informa, inoltre, che chi vuole partecipare alla consultazione può inviare le proprie impressioni entro e non oltre il 15 luglio all’indirizzo mail: consultazioneefficienza@gse.it.   Cogenerazione e CAR: definizioni e benefici   Per Cogenerazione s’intende la produzione combinata di energia elettrica e di calore per mezzo di impianti a processo unificato. Si tratta di impianti introdotti dalla Delibera AEGG 42/02 la cui produzione energetica deve seguire le condizioni definite dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas e il cui rendimento consente di ottenere evidenti risparmi di energia rispetto agli impianti di produzione separate.   Secondo quanto indicato dalla Direttiva Europea 2004/8/CE e dal D. L. n. 20 del 2007 (integrato in seguito nel D. L. del 4 agosto 2011) i possessori di impianti di cogenerazione possono richiedere il riconoscimento CAR, ossia l’attestazione di una produzione energetica ad alto rendimento.   Per ottenere la certificazione di cogenerazione ad alto rendimento questi impianti devono avere una capacità di generazione che rientra nei seguenti parametri:    Gli impianti aventi una capacità maggiore o uguale a 1 MWe devono essere in grado di fornire una produzione combinata di energia elettrica e di calore il cui risparmio di energia primaria deve essere pari almeno al 10% (PES ≥ 0.1); Per gli impianti con capacità di produzione inferiore a 1 MWe basta, invece, conseguire un risparmio di energia primaria (PES > 0)   La quantità di energia prodotta dall’impianto di cogenerazione viene rilevata misurando i morsetti del generatore facendo attenzione al rispetto di quanto viene indicato nelle disposizioni normative in vigore, tra cui:   In fase di rilevazione non deve essere sottratta la quantità di energia elettrica usata da tutto l’impianto per la sua alimentazione; Devono essere esclusi dalla rilevazione impianti, come caldaie o altre unità, che non operano in cogenerazione; I motori collegati in serie non possono essere considerati separatamente seppur ubicati in siti diversi.   I benefici della CAR   I possessori di impianti di cogenerazione ad alto rendimento possono beneficiare di diversi vantaggi:   Precedenza nel dispacciamento dell’energia elettrica in rete rispetto a quella prodotta dagli impianti convenzionali (comma 4 art. 11 del D.L. 16/03/99 n. 79); Esenzione dal pagamento degli oneri generali di sistema (SEU/SEESEU); Semplificazioni in materia di connessioni; Agevolazioni fiscali sull’accisa del gas metano utilizzato per la cogenerazione (Testo Unico Accise); Possibilità di accedere al servizio sul posto di scambio energia elettrica prodotta da impianti CAR con potenza nominale fino a 200 KW; Accesso al regime di sostegno dei titoli di efficienza energetica – TEE o Certificati Bianchi (D.M. del 5 settembre 2011).   I Titoli di Efficienza Energetica   Tra gli obiettivi futuri dell’UE c’è il miglioramento dell’efficienza energetica pari ad almeno il 27% entro il 2030. Ecco perché ogni Stato membro è stato chiamato a intervenire con piani e strategie di efficientamento.   L’Italia con il D. L. 112/2008 ha scelto di adottare una (SEN) prevedendo misure e strumenti atte a ridurre i consumi energetici nazionali e a promuovere l’adozione di interventi di efficientamento energetico aziendale. I TEE sono parte di questi strumenti.   TEE: i dati del primo semestre 2019   Dal 1° gennaio al 30 giugno 2019 il GSE ha concluso positivamente 1.128 istruttorie tecniche; complessivamente sono stati riconosciuti 1,7 milioni di TEE per un totale pari a 1.735.688 di Certificati Bianchi. Un dato estremamente positivo che accresce la fiducia in un meccanismo che ha stimolato, nel tempo, la realizzazione di diversi interventi di efficientamento energetico.   Cogenerazione e TEE: ecco cosa possiamo fare per te   Se sei interessato o già disponi di impianti di cogenerazione il nostro team di esperti in efficientamento energetico può aiutarti nella definizione, nella gestione e nella certificazione dei tuoi impianti di cogenerazione:   Definizione della tipologia di cogenerazione adatta alle tue esigenze aziendali Gestione delle pratiche connesse all’esercizio del cogeneratore Richiesta del riconoscimento CAR Richiesta e supporto per l’acquisizione dei Titoli TEE   Se intendi, invece, semplicemente migliorare le prestazioni energetiche della tua azienda i nostri esperti si occuperanno dell’analisi, della misurazione, del monitoraggio dei consumi energetici e dello studio degli interventi utili all’ottimizzazione del consumo energetico della tua azienda o di singoli impianti.   Per maggiori informazioni compila il form.

Iscriviti a Sustaintech views, per ricevere news, approfondimenti e consigli sulla sostenibilità aziendale.

Con il primo numero riceverai Comunicare la sostenibilità, la guida pratica all’utilizzo delle azioni da intraprendere per evitare il greenwashing.

La tua iscrizione è stata effettuata con successo! Ops! Qualcosa è andato storto, riprova.

Tecno S.r.l.

Sede legale: Riviera di Chiaia 270
80121 – Napoli
C.F./P.IVA: 08240931215
N. R.E.A.: NA 943077
Cap. Soc. € 50.000,00 i.v.

Tecno Group’s companies

Transition Accounting

Digital Transition

ESG Advisor

Sustainable Finance

Energy

Network

Certificazioni

2024 © Tecno S.r.l.

Network

Certificazioni

Tecno S.r.l.

Sede legale: Riviera di Chiaia 270
80121 – Napoli
 
C.F./P.IVA: 08240931215
N. R.E.A.: NA 943077
Cap. Soc. € 50.000,00 i.v.
Numero Verde: 800.128.047
Email: marketing@tecno-group.eu

2024 © Tecno S.r.l.

Il risparmio energetico inizia dal tuo schermo,
come spegnere la luce a casa.

Clicca un tasto o muovi il mouse per riprendere la navigazione.