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Innovazione e sostenibilità ambientale: come raggiungere l’efficienza energetica negli edifici scolastici

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L’efficienza energetica è uno dei pilastri fondamentali per il futuro del nostro Paese, insieme allo sviluppo e al crescente utilizzo delle energie provenienti da fonti rinnovabili, in grado di rendere carbon free l’intero sistema produttivo. Per questo motivo il Governo sta investendo molto sull’efficienza energetica, per renderla uno dei motori dell’innovazione ambientale.   L’efficienza energetica deve essere per le aziende la spinta ad investire sull’eco-sostenibilità, a contrastare i cambiamenti climatici per poter ridurre le emissioni CO2 provenienti sia dal comparto produttivo e logistico, sia dagli edifici che non sono ancora, o lo sono parzialmente, improntati al risparmio energetico.   Gli edifici scolastici, ad esempio, devono essere luoghi funzionali all’apprendimento, ma devono avere un’architettura confortevole, con aule realizzate con attenzione alle dimensioni, alla climatizzazione, all’illuminazione. Insomma, si devono creare le giuste condizioni per un apprendimento corretto e stimolante e attuare strategie nella realizzazione e/o nel miglioramento delle strutture, in termini di sostenibilità ed efficientamento.   Legge di Bilancio 2020: gli interventi da attuare per raggiungere l’efficienza energetica   Cosa propone e come interviene lo Stato per raggiungere l’obiettivo più ambito, cioè ridurre le emissioni CO2 e i consumi energetici? La Legge di Bilancio 2020 propone diversi interventi per i Comuni che vogliono puntare all’efficienza energetica, allo sviluppo sostenibile e alla rigenerazione urbana. Interventi che mirano alla messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, all’efficientamento energetico delle scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale.   I finanziamenti sono dedicati alle opere pubbliche di messa in sicurezza delle strade e di manutenzione straordinaria, nonché alle scuole; la spesa è pari a 100 milioni di euro per il 2020 e 2021 e 250 milioni di euro per gli anni che vanno dal 2021 al 2034.   Finanziamenti post lockdown: cosa ci si aspetta?   La Legge di Bilancio 2020 ha definito con il decreto del Ministro dell’Istruzione un piano nazionale di interventi di efficientamento energetico degli edifici adibiti ad uso scolastico, che possiedano già i requisiti di sicurezza strutturale.   Gli edifici sono individuati anche in base a criteri quali consumo energetico, stima del risparmio energetico, della riduzione dei costi di gestione per gli enti. Gli amministratori comunali degli enti richiedono di far fronte all’emergenza causata dal Covid-19 e dal lockdown, di rendere disponibili rapidamente tutte le misure finanziarie dedicate e di poterle utilizzare con iter veloci e semplificati.   La azioni messe in atto devono unire benessere ambientale, salubrità, vantaggi economici, con un miglioramento delle prestazioni energetiche degli involucri edilizi e dei sistemi impiantistici, oltre l’incentivazione della produzione e sfruttamento delle energie rinnovabili.   Sicurezza nella scuola ed edifici scolastici innovativi   Gli interventi riguardanti la sicurezza nelle scuole sono stati sviluppati a seguito proprio dell’emergenza sanitaria. I precedenti hanno mirato all’adozione di un piano straordinario per adeguarsi alla normativa antincendio, sono state destinate risorse per l’edilizia scolastica a comuni e province, ma si è puntato anche alla creazione di edifici scolastici innovativi dal punto di vista architettonico, tecnologico, impiantistico, dell’efficienza energetica, della sicurezza strutturale ed antisismica.   La sfida maggiore è trasformare l’esistente parco di edifici scolastici in edifici ad alte prestazioni.   Enea, a tale scopo, ha progettato delle linee guida tecniche, definendo delle soluzioni tecnologiche efficienti in grado di combinare soluzioni progettuali che prevedano l’utilizzo di sistemi ad alta efficienza energetica.   Costi e benefici: come interviene la riqualificazione energetica?   La maggior parte degli edifici scolastici, di vecchia costruzione soprattutto, ha pareti e finestre che disperdono verso l’esterno gran parte dell’energia, così gli impianti termici e i sistemi di illuminazione molto spesso risultano poco efficienti.   La diagnosi energetica è la soluzione in grado di consentire risparmi e benefici allo stesso tempo. Individua le criticità presenti, gli interventi da realizzare, definendo le priorità e quantificando le opportunità di risparmio energetico.   La riqualificazione energetica di un edificio considera i seguenti elementi:   involucro ad alte prestazioni energetiche: isolamento delle pareti, sistemi di schermatura solare, interventi sul solaio per ridurre i carichi energetici, etc.; finestre e daylighting: sfruttamento della luce naturale per limitare consumi energetici, evitare perdite di calore, etc.; illuminazione e sistemi elettrici: si punta su sistemi di illuminazione a LED e di gestione e controllo che modulino i livelli di luce necessaria; impianti di climatizzazione e ventilazione: regolazione della temperatura degli ambienti tramite sistemi automatici che permettano di ottimizzare il comfort e ridurre gli sprechi; sistemi alimentati ad energia rinnovabile: integrazione di fornitura di energia elettrica e termica dell’edificio; sistemi di gestione dell’acqua: raccoglimento dell’acqua piovana per consentirne il riuso per sanitari ed irrigazione.   Diagnosi energetica edifici scolastici: affidati agli esperti   La diagnosi energetica deve essere eseguita da un tecnico qualificato, per questo motivo puoi contare sulla consulenza e sull’operato del nostro team. I nostri esperti EGE eseguono una diagnosi energetica personalizzata. A seguito di sopralluogo tecnico, indichiamo quali sono gli interventi da attuare, grazie al rilievo delle misure derivanti da apposita strumentazione tecnica. Analizziamo i dati raccolti, i costi energetici, i consumi, per comprendere come viene utilizzata l’energia e quali possono essere le cause di eventuali sprechi.   Il servizio di diagnosi energetica permette di implementare il Sistema di Gestione dell’energia ISO 50001 che ti esonera dall’obbligo di diagnosi energetica ogni 4 anni.   Contattaci per saperne di più, siamo a tua disposizione!

Certificazione EPD: cos’è e come ottenerla

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Produttori e consumatori sono sempre più attenti agli impatti ambientali di prodotti e servizi; i primi per offrire ai clienti soluzioni sostenibili, i secondi per fare acquisti responsabili. È per questa ragione che diventa indispensabile provvedere alla dichiarazione ambientale di prodotto – EPD – e conseguire una certificazione. Ciò consente di: usare il logo EPD, descrivere l’impatto ambientale di ciò che si offre e aumentare le opportunità del proprio business.   Dichiarazione ambientale di Prodotto: di cosa si tratta?   La dichiarazione ambientale di prodotto (DAP) – meglio conosciuta con l’acronimo inglese EPD (Environmental Product Declaration) – è un documento che fornisce informazioni circa le prestazioni ambientali di un prodotto o di un servizio.   Si tratta di un’etichetta ambientale che serve a descrivere l’impatto che quel prodotto o quel servizio ha sull’ambiente, dettagliando: il consumo di risorse e quello energetico, l’entità delle emissioni atmosferiche, la produzione di rifiuti e gli scarichi nei corpi idrici.   Le nozioni contenute in una dichiarazione EPD sono:   oggettive, perché scaturite da analisi effettuate con metodo scientifico confrontabili, perché agevolano il confronto tra prodotti o servizi equivalenti credibili, perché realizzate nel rispetto di norme ISO   EPD: l’etichetta ambientale inclusa tra le politiche comunitarie   La EPD è un’etichetta ambientale di Tipo III definita dalla norma ISO 14025 e rientra tra le politiche ambientali comunitarie (IPP – Politiche Integrate di Prodotto). Queste mirano all’integrazione di metodologie e strumenti validi al fine di ridurre gli impatti ambientali legati al ciclo di vita di prodotti o servizi.   A cosa serve la dichiarazione ambientale di prodotto?   È usata come strumento di informazione verso produttori, distributori e consumatori. Serve ad agevolare approcci sia business to business – fornendo in maniera rapida e trasparente le informazioni utili al calcolo dell’impatto ambientale di un prodotto – sia business to consumer, perché chiarisce quali sono le performance ambientali dei beni offerti soddisfacendo le esigenze di chi vuole fare acquisti.   Certificazione EPD: perché è utile?   La dichiarazione EPD consente di ottenere una certificazione che, sebbene sia volontaria, ha valenza internazionale e risulta necessaria per aziende e imprese che vogliono certificare la sostenibilità di prodotti o servizi. Il percorso di certificazione include l’indispensabile verifica di un ente terzo indipendente che ne aumenta la credibilità. Inoltre, possedere la certificazione EPD – per uno o più prodotti / servizi – significa aumentare le possibilità aziendali di ottenere protocolli di sostenibilità e collaborazioni lavorative.   Dichiarazione EPD: le regole prima di tutto   La dichiarazione ambientale di prodotto va predisposta nel rispetto di diverse norme. Innanzitutto bisogna considerare le norme internazionali ISO 14025 ed EN 15804 per i prodotti da costruzione. Si tratta di norme internazionali che sanciscono principi, requisiti e linee guida da osservare e seguire per la produzione di un’etichetta ambientale di Tipo III.   La dichiarazione EPD deve essere oggettiva, quindi realizzata sulla base di dati certi perché identificati con metodologie scientifiche. È per questa ragione che la dichiarazione ambientale comincia con l’analisi degli impatti ambientali del prodotto o servizio con lo studio LCA (Life Cycle Assessment). Predisposta a sua volta nel rispetto delle norme ISO della serie 14040, l’analisi LCA identifica e definisce gli impatti ambientali dell’elemento oggetto di studio in ogni fase del suo ciclo di vita: dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento finale.   La redazione della dichiarazione EPD deve avvenire nel rispetto delle regole di ogni categoria di prodotto. Si tratta delle cosiddette PCR – Product Category Rules – sviluppate e pubblicate da program operator, soggetti che si fanno carico di questi compiti e della pubblicazione delle EPD. È possibile consultare il sito International EPD System per verificare tutte le PCR disponibili, approvate, in bozza o in revisione.   Ricorda: le regole PCR sono indispensabili per eseguire la dichiarazione EPD e fondamentali per lo studio LCA.   Da dichiarazione a certificazione: come ottenere la certificazione EPD?   Chi vuole ottenere una certificazione EPD deve considerare due cose:   bisogna verificare la disponibilità delle PCR la dichiarazione ambientale e tutta la documentazione prodotta devono essere validate da un ente esterno   Le fasi con PCR disponibili:   effettuare lo studio LCA del prodotto o del servizio produrre la dichiarazione ambientale di prodotto realizzare un rapporto descrittivo dell’analisi LCA effettuata sottoporre il tutto a verifica di ente terzo   Solo dopo aver conseguito la convalida è possibile richiedere la registrazione e la pubblicazione dell’EPD al program operator. A seguito della registrazione il soggetto richiedente può utilizzare il logo EPD.   In caso di mancata disponibilità delle PCR, il soggetto interessato alla certificazione EPD deve avviare un processo articolato, che precede l’iter descritto sopra.   EPD Process: una certificazione anche per il processo   È possibile ottenere una certificazione anche per il processo EPD. In questo modo le organizzazioni hanno la possibilità di semplificare i procedimenti futuri per lo sviluppo, la registrazione, la pubblicazione e l’eventuale aggiornamento di EPD agendo in maniera autonoma.   Certificazione EPD: Tecno è con te   Sei interessato alla certificazione EPD? Approfitta della prima consulenza gratuita per contattare i nostri esperti; approfondiamo insieme la dichiarazione e il percorso di certificazione.   Compila il form.

Bandi e risorse per una ripresa economica che parta dall’efficienza energetica

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Efficientamento e risparmio energetico come soluzione al benessere dell’ambiente e del paese.   Gli interventi di efficientamento energetico possono generare numerosi benefici per le imprese e per il territorio. Diagnosi energetiche, interventi di monitoraggio delle risorse, adozione di SGE ISO 50001 e certificazioni di riprova sostenibile possono davvero fare la differenza per aziende e imprese che intendono avviare un percorso nuovo, green e redditizio. Analizziamo insieme alcuni modi per rendere più semplice questo percorso.   L’efficienza energetica nei piani di ripresa economica post Covid-19   L’Unione Europea e le singole nazioni, che sono state travolte in questi mesi dall’emergenza sanitaria del Covid-19, devono ora fare i conti con la definizione di piani specifici per favorire la ripresa economica di tutta l’Unione. A questo proposito, esponenti della scena europea si sono espressi a favore degli investimenti in efficienza energetica.   Jan Rosenow (Direttore dei programmi europei presso il Progetto RAP) e Bendt Bendtsen, (ex deputato del Parlamento Europeo) ricordano che gli interventi in efficienza energetica sono fondamentali per la salute dell’ambiente e dell’uomo. Questi favoriscono la ripresa economica, in quanto richiedono molta manodopera e dunque generano numerosi posti di lavoro.   Investire in interventi di efficientamento energetico e modulare processi produttivi in favore di un maggiore risparmio di risorse sono oggi più che mai attività necessarie per il bene del paese. Ecco perché molte amministrazioni regionali hanno scelto di sostenere l’impegno finanziario delle imprese interessate a cominciare percorsi di efficientamento, attraverso bandi e risorse economiche.   Bandi regionali e risorse a sostegno degli interventi di PMI e Grandi Imprese   Alla base di molti bandi indetti dalle regioni italiane c’è la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Il covid-19 ci ha ulteriormente invitato a riflettere su quanto possono essere dannose le conseguenze di un ambiente stravolto e inquinato dall’uomo. Ecco perché è importante cominciare o consolidare percorsi di efficientamento energetico per le proprie imprese, e per farlo si può contare sull’aiuto economico delle regioni.   Al fine di comprenderne bene le potenzialità e le caratteristiche, esaminiamo insieme alcuni bandi regionali ancora attivi.   Regione Lombardia Nei primi mesi del 2020 l’amministrazione regionale ha indetto un bando a favore delle PMI per la realizzazione di diagnosi energetiche o l’adozione di sistemi di gestione energia ISO 50001. Il bando – attivo fino al 31/03/2022 – prevede una somma pari a 2.238.750 € sotto forma di contributo a fondo perduto che copre il 50% delle spese ammissibili.   Le risorse sono indirizzate a piccole e medie imprese aventi un codice ATECO B (estrazione di minerali da cave e miniere) o C (attività manifatturiere) e possono essere impiegate dalle sole imprese site sul territorio lombardo, per ogni sede operativa – fino ad un massimo di 10 – e nei limiti degli importi specifici indicati nel bando.   Regione Puglia Attraverso l’avviso pubblico Innoprocess Por Puglia FESR-FSE 2014-2020, la Regione mette a disposizione delle micro e piccole medie imprese con sede legale e unità legali nel territorio pugliese risorse per un totale di 13.000.000 di euro. Sono escluse le imprese che hanno codice ATECO A e B. Il bando – aperto fino ad esaurimento fondi – è rivolto a chi vuole innovare il processo produttivo mediante tecnologie 4.0, conseguire la certificazione ISO 50001 e/o adottare sistemi per il controllo dei consumi energetici degli impianti di produzione. Il contributo messo a disposizione è a fondo perduto e rientrano tra le spere ammissibili:   I servizi di consulenza e formazione da parte di specialisti del settore La fornitura di beni e servizi strumentali (hardware e software)   Provincia di Bolzano Le imprese che hanno sede nella provincia di Bolzano – interessate all’esecuzione della diagnosi energetica e non obbligate per legge – possono approfittare dei contributi messi a disposizione dall’ente provinciale con il bando valido fino al 31 maggio 2021.   Regione Emilia-Romagna Nell’ambito del Fondo energia, la Regione Emilia-Romagna mette a disposizione di PMI e Grandi Imprese – con sede nel territorio della regione – finanziamenti per supportare interventi volti alla riduzione dei consumi energetici aziendali. È possibile attingere a queste risorse per spese relative a:   Interventi di riduzione dei consumi energetici e/o termici; Interventi sul ciclo produttivo; Interventi sull’autoproduzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili; Sistemi di monitoraggio dei consumi energetici.   Il finanziamento prevede una quota del 70% pubblica a tasso zero ed una del 30% con istituti di credito convenzionati e a tasso agevolato. Le imprese interessate possono accedere al fondo fino al 3 maggio 2021.   Camera di Commercio Cosenza Come per i voucher digitalizzazione, la CCIAA di Cosenza per incentivare le MPMI (micro, piccole e medie imprese) ad eseguire la diagnosi energetica mette a disposizione contributi a fondo perduto, accessibili fino al 30 giugno 2021. Questo supporto è rivolto alle sole imprese che non sono obbligate all’esecuzione dell’audit ai sensi del D. L. 102/2014.   Regione Valle D’Aosta Nell’ambito “aiuto all’innovazione” – PON FESR 2014/2020 – la Regione dispone un contributo a fondo perduto a beneficio di MPMI industriali e artigiane locali. Le somme sono però da destinare al finanziamento di attività di consulenza per lo studio e/o la progettazione di interventi nel settore del risparmio energetico, delle rinnovabili, della cogenerazione di energia e calore e per diagnosi energetiche. La somma è a fondo perduto, per il 70% in regime de minimis, e disponibile dal 23 febbraio 2021 fino a data da definire.   L’efficienza energetica è una cosa seria. Lasciati guidare da Tecno   Grazie alle certificazioni ottenute dalla società, i nostri ingegneri sono pronti a guidare imprenditori, manager e tecnici interessati al percorso di efficientamento energetico per imprese, edifici non residenziali e aziende.   Mettiamo a tua disposizione servizi diversi, tutti caratterizzati però da alcuni fattori comuni: zero costi iniziali, sopralluogo e studio di fattibilità gratuito. Studiamo insieme la soluzione più adatta al tuo profilo e non ti lasciamo solo, neanche dopo aver completato l’intervento.   Cos’altro possiamo fare per te in tema di efficienza energetica?   monitoraggio energetico diagnosi energetica certificazione ISO 50001 certificazione Carbon footprint

Efficienza energetica GDO: come ridurre l’impatto ambientale grazie alla certificazione ISO 50001

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Nel settore della GDO le principali voci di costo all’interno del bilancio energetico sono la refrigerazione degli alimenti, l’illuminazione, la climatizzazione. Sensibilizzare e coinvolgere l’intera organizzazione, tramite corsi di formazione sull’attenzione ai consumi energetici, è uno dei pilastri principali di una strategia imprenditoriale di successo. Una strategia che comprende, al contempo, un abbattimento dei costi energetici con conseguente riduzione dei costi in bolletta, un miglioramento della propria competitività sul mercato, un aiuto all’ambiente, rendendolo più pulito grazie alla riduzione delle emissioni CO2 rilasciate in atmosfera.   Ottimizzazione energetica: quali interventi attuare?   É necessario un monitoraggio continuo per verificare non solo i consumi, ma anche i risultati che si stanno ottenendo dagli interventi di efficientamento attuati o in corso. Solo in questo modo è possibile individuare in tempo utile eventuali criticità e adottare le soluzioni più idonee, non solo a livello tecnico, ma anche spingendo tutti gli addetti ad adottare comportamenti virtuosi, nel rispetto di tutti i requisiti di risparmio energetico.   L’Unione europea ha individuato l’efficienza energetica come la principale azione in grado di ridurre l’impatto ambientale. La certificazione ISO 50001 si pone come la soluzione non solo allo sviluppo sostenibile, alla riduzione delle emissioni CO2, ma a migliorare notevolmente l’efficienza energetica, in tutti i settori produttivi.   GDO in Italia: come ridurre consumi ed emissioni CO2   Il settore della GDO – Grande Distribuzione Organizzata – in Italia interessa un elevato consumo di energia elettrica. Basti pensare all’illuminazione delle aree di vendita, dei magazzini e dei reparti interni, all’illuminazione dei parcheggi delle aree riservate ai dipendenti e al pubblico, alla climatizzazione invernale ed estiva, agli impianti frigoriferi.   Il monitoraggio dei consumi nella GDO è davvero importante perché consente un controllo continuo delle attività, definendo in modo dettagliato la distribuzione dei consumi e di conseguenza degli sprechi energetici. Dunque, si analizzano i punti vendita e i reparti così da ottenere indicazioni su quali di essi consumano maggiormente e in quali orari, quantificando l’incidenza di ogni area nella spesa energetica complessiva.   Il Sistema di Gestione dell’energia ISO 50001, applicato all’intera rete dei punti vendita, ai centri logistici e agli uffici dell’azienda, permette una gestione efficiente dell’energia e una conseguente riduzione delle emissioni di CO2.   Energy manager, una figura importante per la GDO   L’Energy manager è una figura indispensabile, visti i compiti che svolge e la sua preparazione sul tema dell’energia, degli investimenti, dei mercati.   Secondo un’indagine condotta da FIRE – Federazione Italiana per l’uso razionale dell’Energia – relativa ai consumi energetici nella GDO, le spese di fornitura energetica incidono fino ad un 3% del fatturato; l’energia, infatti risulta essere la seconda voce più rilevante dopo il costo del personale. L’intervento che gli Energy Manager ritengono fondamentale per il raggiungimento del risparmio energetico, quindi dei costi che ne derivano, è la corretta gestione degli impianti, tramite l’installazione di un sistema di monitoraggio dei consumi.   Nominare un Energy Manager vuol dire affidare la gestione e la supervisione degli impianti, la pianificazione degli interventi. Il suo compito, infatti, è gestire tutto ciò che riguarda l’energia, verificando i consumi, ottimizzandoli e promuovendo interventi di efficienza energetica, con anche l’ausilio di energie provenienti da fonti rinnovabili.   Un Sistema di Gestione dell’Energia accresce l’efficacia dell’Energy Manager   Per valorizzare ancora di più la figura dell’Energy Manager sono necessari l’impegno e il coinvolgimento dei vertici aziendali per far si che si generino collaborazione e dialogo in grado di migliorare i processi produttivi e le performance di tutti i prodotti e i servizi offerti. Un modo per rispondere a questa esigenza è dotarsi di un Sistema di Gestione dell’Energia certificato ISO 50001.   Nelle medie e grandi organizzazioni, infatti, l’Energy Manager può essere il responsabile del Sistema di Gestione dell’Energia aziendale. L’SGE ne amplia il ruolo in quanto lo inserisce in una politica energetica aziendale ancor più definita, estendendo le aree in cui opera.   Certificazione ISO 50001: dettagli e vantaggi   La ISO 50001 è una norma internazionale volontaria destinata a tutti i tipi di azienda, quindi qualsiasi sia il tuo settore produttivo, puoi implementarla! Noi ti seguiamo nell’intero processo, partendo da un primo sopralluogo che ci consentirà successivamente uno specifico studio e un’analisi dettagliata dei consumi aziendali. Verifichiamo la presenza del sistema di monitoraggio, essenziale per tenere sotto controllo tutti i valori energetici e i parametri ambientali ad essi correlati. Individuiamo, quindi, quali sono le criticità o le aree di miglioramento, esaminando anche i contratti di fornitura energetica presenti e le condizioni per poter implementare la ISO 50001.   Dopo aver elaborato il manuale di gestione energetica per la certificazione, ci occupiamo anche della formazione sul Sistema di Gestione in azienda e della Diagnosi energetica ai sensi del D. Lgs. 102/2014.   Perché la certificazione ISO 50001 è così vantaggiosa per la tua azienda?   La certificazione ISO 50001 è vantaggiosa poiché ti consente di sviluppare una politica orientata all’efficienza energetica. Ottieni risparmi economici, hai un’ottimizzazione dei consumi energetici e di conseguenza una riduzione delle emissioni CO2, migliorando la tua reputazione grazie all’attenzione nei confronti dell’ambiente; migliori costantemente la gestione dell’energia e misuri i risultati ottenuti.   Inoltre, può essere implementata in forma individuale o integrata ad altri Sistemi di Gestione, come la ISO 9001 “Sistema di Gestione per la Qualità”, la ISO 14001 “Sistema di Gestione Ambientale”, la ISO 45001 “Sistema di Gestione della salute e della Sicurezza sul lavoro”.   Non rinunciare a tanti benefici, contattaci.

Gestione produzione industriale: l’ottimizzazione generata dalla diagnosi delle risorse

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Come ridurre il consumo delle risorse aziendali attraverso la diagnosi delle risorse e l’impiego di beni strumentali.   ENEA propone una metodologia per l’analisi delle risorse e dei materiali impiegati nei processi produttivi. È possibile ridurre il consumo delle risorse e ottimizzare il rendimento e i risparmi di un’impresa attraverso la valorizzazione di risorse, materiali e scarti aziendali? Certo che sì!   Diagnosi delle risorse: cos’è e a cosa serve   La diagnosi delle risorse è uno strumento che analizza le risorse e i materiali impiegati da un’impresa nei processi produttivi. Serve ad efficientare l’uso e la gestione delle risorse, a monitorarne l’impiego e a ridurne il consumo.   Si tratta di uno strumento volontario, in quanto – ad oggi – non esiste alcun obbligo normativo che vincoli le imprese ad effettuare la diagnosi delle risorse; a differenza di quanto avviene per la diagnosi energetica. Eppure effettuare la diagnosi delle risorse rappresenterebbe per le imprese una vera opportunità, perché capace di generare benefici economici, sociali e ambientali, importanti per le singole realtà industriali, ma anche per il territorio e la collettività.   Infatti, con la diagnosi delle risorse le imprese potrebbero: contabilizzare le risorse impiegate nei processi produttivi o in singole attività; elaborare un piano di efficientamento (che include la diagnosi energetica) e adottare una strategia per competere in maniera efficace sul mercato.   Data l’assenza di metodi o linee guida per eseguire la diagnosi delle risorse, ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) ha proposto una metodologia realizzata per il progetto Proper Umbria.   ENEA e Proper Umbria: diagnosi delle risorse e valorizzazione degli scarti aziendali come capisaldi dell’economia circolare   Il progetto Proper Umbria propone una metodologia per incrementare il riutilizzo degli scarti aziendali basandosi sulla mappatura delle materie prime e dei materiali usati nei processi produttivi e sulla diagnosi delle risorse.   Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Sviluppumbria e la multinazionale Meccanotecnica Umbria. La metodologia proposta da ENEA prevede quattro fasi:   1° fase – raccolta dei dati: in questa fase vanno raccolti i dati circa le risorse impiegate dall’impresa, sia input (acqua, materie prime, energia, ecc.) sia output (prodotti, sottoprodotti, rifiuti, emissioni, servizi, ecc.). I processi produttivi diventano oggetto di analisi per raccogliere informazioni circa: tipologia delle risorse impiegate, modalità di gestione e di destinazione delle stesse.   2° fase – individuazione delle pratiche: in questa fase bisogna individuare le giuste pratiche atte a ridurre il consumo delle risorse ed efficientarne l’utilizzo. Lo studio deve comprendere sia l’eventuale implementazione di nuove pratiche aziendali interne – mediante l’impiego di percorsi innovativi e sostenibili – sia nuovi approcci cooperativi e scambi tra aziende – attraverso l’adozione di percorsi di simbiosi industriale.   3° fase – analisi: in questa fase vanno analizzati gli elementi di fattibilità tecnico-economica, gli impatti ambientali e il rispetto di vincoli normativi delle opzioni individuate per la valorizzazione delle risorse. L’analisi di fattibilità tecnico-economica considera: i costi e i ricavi derivati dai processi produttivi e dalla gestione delle risorse esistenti in azienda, e quelli derivanti dall’eventuale implementazione di nuovi percorsi. Per l’analisi degli impatti ambientali, invece, si tiene conto dei parametri definiti dai metodi ISO LCA.   4° fase – redazione dei manuali: è la fase finale, dedicata alla produzione di manuali operativi secondo le informazioni raccolte e le analisi effettuate, al fine di guidare le imprese verso un uso più efficiente delle risorse in tutte le fasi di attuazione.   Il metodo proposto da ENEA mira a valorizzare le risorse impiegate nel processo produttivo e non solo; altro elemento cardine di questa metodologia infatti è la valorizzazione degli scarti aziendali. Cosa significa? Che gli scarti aziendali possono diventare sottoprodotti da vendere ad altre imprese, capaci di re-indirizzarli. È sottoprodotto ciò che diventa riutilizzabile, nel rispetto delle norme e senza arrecare danno all’ambiente.   Il progetto Proper Umbria propone una politica aziendale basata sull’economia circolare e sulla simbiosi industriale.   Monitoraggio della produzione industriale: facciamolo con beni strumentali   L’ottimizzazione del consumo energetico e delle risorse sono, oggi più che mai, elementi da considerare come leve strategiche per la ripresa delle imprese nazionali.   È essenziale adottare beni strumentali capaci di monitorare il consumo energetico di un sito produttivo e di singoli impianti di produzione, al fine di definire un piano di efficientamento e ottenere un risparmio economico. Altrettanto fondamentale è la possibilità di analizzare le materie immesse negli impianti di produzione, quantificare i prodotti finiti e gli scarti aziendali al fine di ottimizzare l’intero processo produttivo. È questa la strada da perseguire per raggiungere il successo e il risparmio economico: adottare strumenti tecnologicamente avanzati utili all’analisi completa dei siti produttivi.   KontrolON è il sistema di monitoraggio degli impianti di produzione che i nostri ingegneri hanno realizzato al fine di supportare l’attività di imprenditori, responsabili di reparto e commercianti. Un bene che le aziende possono acquistare godendo delle agevolazioni offerte dallo Stato perché compatibile anche con il credito d’imposta 2020.   Visita il sito web di kontrolON per conoscere tutte le sue funzioni e contattaci se vuoi saperne di più. è il sistema di monitoraggio degli impianti di produzione che i nostri ingegneri hanno realizzato al fine di supportare l’attività di imprenditori, responsabili di reparto e commercianti. 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Diagnosi energetica e ISO 50001: cosa cambia con le modifiche al D. Lgs 102/2014

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La Direttiva 2012/27/Ue è stata modificata dalla Direttiva Ue 2018/2002. La Legge del 4 ottobre 2019, n. 117 modifica il Decreto Lgs. 4 luglio 2014 n. 102. Viene modificato l’art 1 comma 1 stabilendo un quadro di misure per la promozione e il miglioramento dell’efficienza energetica che concorrono al conseguimento dell’obiettivo nazionale di risparmio energetico indicato all’art.3 che contribuiscono all’attuazione del principio europeo che pone l’efficienza energetica al primo posto.   Obbligo diagnosi energetica: esclusioni e novità   Sono escluse dall’obbligo di diagnosi energetica le grandi imprese con consumi energetici annui molto bassi; inoltre non sono più esenti le imprese dotate di schemi EMAS e di certificazione ISO 14001, in quanto non rilevanti ai fini energetici. Sono previsti incentivi per le PMI, al fine di favorire sistemi di gestione dell’energia e l’esecuzione della diagnosi energetica.   Al fine di promuovere il miglioramento dell’efficienza energetica nelle piccole e medie imprese, entro il 31 dicembre 2021 e con cadenza biennale successivamente, il MiSE ed il GSE emanano bandi pubblici per il finanziamento e l’implementazione dei Sistemi di Gestione dell’Energia secondo la norma ISO 50001.   Tra vecchie e nuove sanzioni   In caso di accertata violazione viene applicata dal MiSE una sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000 a 40.000 euro – da 2.000 a 20.000 se la diagnosi non è effettuata in modo conforme -. Nonostante tale sanzione, il trasgressore deve comunque eseguire la diagnosi entro 90 giorni dalla data di di contestazione o notifica del verbale di accertamento. Se dovesse trascorrere anche questo termine, viene applicata un’ulteriore sanzione da 1.500 a 15.000 euro.   Le imprese a forte consumo di energia sono tenute ad eseguire le diagnosi indipendentemente dalla loro dimensione e a comunicare in tempi brevi quali interventi di efficienza sono stati attuati, in base a quanto individuato dall’intervento di diagnosi, oppure, in alternativa adottare sistemi di gestione conformi alle norma ISO 50001. Qualora non optassero per una delle due soluzioni, andrebbero incontro ad una sanzione da 1.000 a 10.000 euro.   Audit energetico: perché è importante?   L’audit energetico consente calcoli dettagliati in base alle misure proposte, fornendo così informazioni precise sui potenziali risparmi. Si deve basare su dati relativi al consumo di energia che siano aggiornati, misurati e tracciabili. Va esaminato l’intero profilo energetico, quindi che sia edificio, impianto, gruppi di edifici, impianti industriali, trasporto.   Un buon audit energetico deve essere sufficientemente rappresentativo così da poter ottenere un quadro globale della prestazione energetica, individuando tutte le opportunità di miglioramento.   Perchè adottare il Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001   L’obbligo di diagnosi energetica non si applica alle grandi imprese che hanno adottato sistemi di gestione conformi alla norma ISO 50001, a condizione che questa includa un audit energetico realizzato secondo quanto stabilito dall’allegato 2 del Decreto Lgs. 102/2014; i risultati vanno sempre comunicati all’Enea.   La norma ISO 5001 propone azioni correttive e strategie necessarie per raggiungere o migliorare l’efficienza energetica, favorisce un uso consapevole dell’energia impiegata nei processi aziendali, eliminando gli sprechi. Garantisce l’opportunità di ridurre costi energetici, gestionali, di materie prime, con un monitoraggio costante dei KPI del sito produttivo e confrontarlo con i benchmark di settore. Inoltre, contribuisce alla riduzione delle emissioni CO2, rispettando l’ambiente.   Altre misure previste dal nuovo decreto: quali sono?   Nel Decreto Lgs. 102/2014 aggiornato con la Direttiva 2018/2022 vi sono obblighi energetici che hanno lo scopo di recepire gli obiettivi di efficienza energetica previsti dall’Unione europea:   il raggiungimento del risparmio energetico tramite regimi obbligatori di efficienza energetica; l’impiego di contatori e sotto-contatori leggibili da remoto a partire da ottobre 2020, in linea con misurazione e fatturazione dei consumi energetici; l’aggiornamento del Conto termico al 31 dicembre 2021 con l’obiettivo di renderlo più efficace; la realizzazione di un sistema informatico per la gestione dei progetti; la ridefinizione e il rinnovo fino al 2030 del Piano per l’efficienza energetica; l’aggiornamento della valutazione del potenziale di efficienza energetica attuabile dal Paese, per quanto riguarda riscaldamento e raffreddamento; l’aumento dei fondi da destinare al programma di riqualificazione energetica degli edifici della PA centrale; l’ampliamento del perimetro delle pubbliche amministrazioni che possono presentare richieste di finanziamento per progetti di efficientamento energetico dei propri edifici nell’ambito del Prepac – Programma di riqualificazione energetica della Pubblica Amministrazione centrale, con l’obiettivo di rendere efficiente almeno il 3% annuo della superficie utile del patrimonio edilizio dello Stato.   Sfrutta il potenziale dell’ISO 50001: risparmi denaro, risorse, energia e sostieni l’ambiente   Implementare il Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001 ti offre il grande vantaggio di conoscere dettagliatamente tutte le opportunità di risparmio per la tua azienda e valutare gli interventi per migliorare le performance energetiche. Ti ricordiamo che la norma ISO 50001 è volontaria, ma adottandola nella tua impresa/organizzazione sarai esonerato dall’obbligo quadriennale di diagnosi energetica.   Un team di esperti in gestione dell’energia è a tua disposizione, non esitare a contattarci per scoprire tutti i vantaggi e le opportunità a cui puoi accedere.   Non rischiare sanzioni, fallo ora!

Efficienza energetica: i dati, gli aggiornamenti e gli interventi per le imprese

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Dall’efficacia degli interventi di efficientamento energetico alla proroga delle scadenze promosse dal GSE.   Oggi più che mai, l’efficienza energetica si qualifica come il mezzo adatto per migliorare le condizioni ambientali e determinare la ripresa economica del paese. Interventi come diagnosi energetica e certificazione ISO 50001 consentono di perseguire gli obiettivi tracciati dall’Europa e dall’Italia e di partecipare a meccanismi finanziari promossi dal Governo. Conosciamo i dati esposti da Enea e le recenti proroghe in materia di scadenze ed efficienza energetica.   Efficienza energetica: la pietra angolare della trasformazione energetica ed economica europea   “Il segreto del cambiamento è di concentrare tutta la tua energia non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo“. Socrate   È questa la frase che Federico Testa – Presidente ENEA – utilizza nella prefazione del Rapporto Annuale 2019 sull’efficienza energetica.   Una frase che mai come ora risulta essere la più adatta per stimolare l’Europa e l’Italia a tenere duro e a credere nel valore dell’efficienza energetica che, secondo gli esperti, sarà ciò che guiderà il paese a rialzarsi dopo l’incredibile blocco generato dal Covid-19.   Perché l’efficienza energetica è così importante?   L’efficienza energetica è capace di garantire il cambiamento della condizione climatica, raggiungere gli obiettivi fissati con l’Accordo di Parigi, assicurare innovazione, occupazione e crescita dell’Europa e delle imprese, assicurando un notevole risparmio energetico ed economico a tutte le realtà europee.   Come viene ricordato anche nel Rapporto annuale di ENEA, l’efficacia degli interventi di efficienza energetica deve essere misurata attraverso l’adozione di strumenti di analisi, al fine valutare e monitorare i consumi e verificare i risultati conseguiti. Si tratta di azioni indispensabili per capire l’efficacia delle politiche attivate e favorire aggiustamenti, riprogrammazioni e cambiamenti da mettere in campo.   Grazie all’efficienza energetica è possibile conseguire notevoli benefici: risparmio sui costi, bassi livelli di emissioni, sicurezza energetica, una migliore integrazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e molto altro.   Nel corso degli anni l’Europa e l’Italia hanno saputo comprendere l’importanza degli interventi di efficienza energetica; hanno dato vita a programmi e progetti volti al raggiungimento degli obiettivi fissati per il miglioramento climatico e messo in campo meccanismi finanziari per supportare l’azione consapevole di industrie e aziende interessate agli interventi di efficientamento energetico.   Aggiornamenti efficienza energetica: scadenze prorogate e piattaforme per gli utenti   A fronte dell’emergenza Covid-19, il GSE ha pubblicato l’elenco dei procedimenti legati all’efficienza energetica i cui termini sono stati prorogati.   D’accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico, l’ente fa sapere che la proroga delle scadenze non riguarda gli adempimenti amministrativi, in quanto capace di concludere i procedimenti partendo dai documenti già a sua disposizione.   Quali procedimenti sono stati prorogati? Per cogenerazione ad alto rendimento (CAR), conto termico per CAR e Fuel mix disclosure la scadenza slitta dal 31 marzo al 22 maggio 2020.   Passano, invece, dal 31 maggio al 22 luglio 2020 i termini che interessano le imprese di distribuzione di energia elettrica e di gas, in relazione agli obiettivi di risparmio energetico per i quantitativi nazionali. Vengono prorogati anche i termini che interessano gli operatori che hanno terminato i lavori di efficientamento energetico e che pertanto devono accedere alle detrazioni fiscali in materia di decreti FER 2012, 2016 e 2019, Conto Termico e Biometano.   Altre novità arrivano da ENEA: l’ente informa che è pronta la piattaforma web dedicata alla ricezione dei dati relativi agli interventi di efficienza energetica con fine dei lavori nel 2020 per accedere alle detrazioni fiscali messe in campo dal Governo.   Per supportare le imprese in questo delicato momento, ENEA sposta il momento di decorrenza dei 90 giorni previsti per la comunicazione dei dati degli interventi fatti. Ecco dunque che per i lavori effettuati dal 1° gennaio al 25 marzo 2020 il termine decorre dal 25 marzo.   Infine, a partire dal 31 marzo, gli imprenditori e i consulenti energetici possono seguire le lezioni gratuite in materia di efficienza energetica che saranno effettuate tramite la pagina facebook di ENEA ogni martedì e giovedì dalle 11 alle 11:45.   Efficienza energetica: programmi, iniziative e meccanismi europei e nazionali   Nel 2018 la Commissione Europea ha emanato il Clean Energy for all Europeans, un pacchetto di disposizioni promosso per guidare, stimolare e facilitare la transizione energetica pulita ed equa in Europa e per intervenire in materia di: decarbonizzazione dell’economia, efficienza energetica, ricerca, innovazione e competitività.   Per agire a supporto delle imprese e promuovere attività e interventi di efficienza energetica la Commissione Europea approva il programma Horizon 2021-2027. Un programma pensato a sostegno della ricerca e dell’innovazione, caratterizzato da ben 100 miliardi di euro e che, secondo la Commissione, stimolerà una crescita media del PIL compresa tra lo 0,8% e lo 0,19% nel corso di 25 anni e 100.000 posti di lavoro in attività di ricerca e innovazione.   Sulla scia dell’Europa, a partire dal 2018, l’Italia attua il PNIEC, ossia il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Con il PNIEC il Governo italiano traccia una serie di misure da adottare; strumenti di natura fiscale, economica, regolatoria e programmatica differenziati per settore di intervento e destinatari. Per quanto riguarda la promozione dell’efficienza energetica il PNIEC spinge per l’integrazione di politiche e misure aventi scopi diversi agendo in materia di ristrutturazione edilizia, sismica, impiantistica ed estetica di edifici e quartieri, nel rispetto comunque della strategia di ristrutturazione del parco immobiliare fissata al 2050.   I meccanismi di incentivazione fiscale promossi dallo Stato sono diversi:   Detrazioni fiscali, come eco bonus e bonus casa Certificati Bianchi Fondo efficienza energetica Fondo Kyoto, per l’efficientamento energetico degli edifici scolastici Altri finanziamenti statali   Efficienza energetica nelle imprese: il valore delle diagnosi energetiche e dei Sistemi di Gestione ISO 50001   Diagnosi energetica e sistemi di gestione energetica secondo la norma ISO 50001 restano tra le attività maggiormente attuate dalle imprese italiane, sia perché legate a un obbligo normativo sia per gli evidenti benefici che tali strumenti consentono di ottenere.   Secondo quanto segnalato nel Rapporto Annuale, i dati raccolti da

Edifici sostenibili ed efficienza energetica: strategie per azzerare le emissioni CO2

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Oggi è indispensabile innovare il mercato dell’edilizia prevedendo la progettazione di edifici in grado di azzerare i consumi di energia, le inefficienze funzionali, le mancanze di comfort e la conseguente produzione di CO2. Il settore dell’edilizia e gli edifici sono responsabili di un’importante percentuale delle emissioni CO2 presenti nel mondo, sia per quanto riguarda l’energia utilizzata per il riscaldamento, il raffreddamento e l’illuminazione, sia per quelle provenienti da processi di costruzioni e materiali utilizzati durante l’intero ciclo di vita dell’edificio. Di fatti, edifici e infrastrutture possono davvero contribuire a ridurre le emissioni di gas serra globali entro il 2050. A tal proposito, il nuovo rapporto del World Green Building Council descrive un insieme di azioni in grado di rivoluzionare l’intero settore verso un futuro ad emissioni zero.   Gli obiettivi del World Green Building Council   Decarbonizzare l’intero ciclo di vita di un edificio, secondo il World GBC, è possibile se ci si fissa degli obiettivi, come specificato nel Rapporto Bringing Embodied Carbon Upfront:   entro il 2030: tutti i nuovi edifici, le nuove infrastrutture e le ristrutturazioni dovranno ridurre di almeno il 40% le emissioni; entro il 2050: tutti i nuovi edifici, le nuove infrastrutture e le ristrutturazioni dovranno avere un livello di emissioni pari a 0.   Oggi purtroppo sono ancora pochi gli edifici definibili a energia quasi zero e energia zero in quanto molti dei materiali utilizzati provengono da industrie pesanti e con emissioni CO2 altamente concentrate.   nZEB: edifici ad alta efficienza energetica   Gli edifici Nzeb – Nearly Zero Energy Building – sono stati introdotti dalla Direttiva europea 31/2010/CE, seguita in Italia dal D. Lgs. 192/2005 e aggiornamenti successivi. La normativa prevede che dal 2021 tutti i nuovi edifici dovranno essere costruiti nZEB, con obbligo anticipato al 2019 per gli edifici pubblici.   Si tratta di edifici con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, con una percentuale molto alta di energia derivante da fonti rinnovabili, come l’energia del sole, del vento, della pioggia, delle onde, delle biomasse e l’energia geotermica.   Non esistono regole specifiche per la costruzione di un edificio a energia quasi zero, ma ovviamente è indispensabile che siano rispettati alcuni principi in modo che sia sviluppato un progetto il più possibile efficiente, che varia in base al contesto climatico ed ambientale: l’edificio nZEB in un clima molto caldo, quindi, sarà diverso rispetto ad uno costruito in un clima freddo.   Cosa fare per ridurre l’impatto ambientale nel settore edilizia?   E’ necessario che tutta la filiera lavori per raggiungere i due obiettivi prefissati – per il 2030 e per il 2050 – quindi sia tramite riduzioni volontarie da parte delle imprese, sia con l’introduzione di nuove leggi a livello locale, nazionale e regionale. Ma il contributo deve arrivare anche con la massimizzazione dell’uso delle risorse esistenti, la riduzione di materie prime ad alte emissioni. Risparmio energetico e produzione di CO2 sono strettamente correlati. Riducendo o razionalizzando i consumi energetici si riducono notevolmente le emissioni di gas serra rilasciate in atmosfera. Il costante monitoraggio dei consumi e l’introduzione di un sistema domotico, ad esempio, permettono di raggiungere livelli di efficienza molto alti.   I vantaggi dell’edilizia sostenibile e la necessità di azzerare le emissioni CO2   Uno dei vantaggi dell’edilizia sostenibile è l’efficienza energetica che consente di ottenere alti rendimenti nell’utilizzo dell’energia, riducendone gli sprechi. Sfruttando il più possibile le fonti di energia rinnovabile, riducendo quindi quelle fossili e utilizzando materiali naturali o provenienti da processi di riciclo, si ottengono effetti positivi di grande valore, anche in termini di risparmio economico e miglioramento del benessere individuale, collettivo ed ambientale. Gli edifici devono essere progettati per supportare ed assicurare lo sviluppo sostenibile nelle tre dimensioni fondamentali: economica, sociale ed ambientale, che si individuano rispettivamente in efficienza e redditività, responsabilità sociale, impatto ambientale. Costruire in modo sostenibile vuol dire:    utilizzare materiali riciclabili così da preservare le risorse naturali limitare dispersioni termiche integrare fonti di energia rinnovabile ridurre materiali di scarto in tutto il ciclo di vita dell’edificio   Pensa green, riduci la tua impronta di carbonio con noi   Gli impatti dannosi non sono generati unicamente dalle attività economiche ed industriali, ma anche dalle attività quotidiane di ogni individuo. Ogni azione deve essere orientata alla riduzione delle emissioni, così da velocizzare il processo di transizione verso la decarbonizzazione. Grazie al calcolo della carbon footprint possiamo individuare e quantificare le emissioni derivanti da attività, prodotti, servizi.   La nostra analisi della carbon footprint consente di identificare, in tutto il ciclo di vita di un prodotto/servizio qual è la fase che più contribuisce all’impronta di carbonio, così da programmare interventi in grado di ridurla e rendere i tuoi prodotti a basso impatto ambientale. Non solo ottimizzi il tuo business, ma acquisisci maggiore credibilità agli occhi dei consumatori sempre più attenti al rispetto dell’ambiente e all’utilizzo di prodotti sostenibili.   Scopri tutti i vantaggi del nostro servizio di carbon management e della certificazione carbon footprint. I nostri esperti ti aspettano!

Simbiosi industriale ed economia circolare: meno emissioni CO2 con l’uso efficiente delle risorse

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Il raggiungimento dell’efficienza nell’uso delle risorse si inserisce in un contesto in cui si ha la transizione dal modello di economia lineare a quello di economia circolare. In Europa sono presenti delle reti di sostegno per la simbiosi industriale e partenariati europei per l’innovazione, in quanto viene individuato come uno strumento utile al passaggio verso la circular economy: si punta alla condivisione di risorse tra imprese di settori diversi. È stata infatti riconosciuta come parte della strategia europea per l’uso efficiente delle risorse.   Perché dei sottoprodotti devono diventare rifiuti, se possono essere riutilizzati per scopi produttivi da altre imprese?   Il contributo all’efficienza produttiva e alla competitività delle imprese   La simbiosi industriale consiste nello scambio di materiali, energia, acqua e sottoprodotti tra industrie e organizzazioni di tipo diverso che nella maggior parte dei casi sono vicine geograficamente. Rappresenta una strategia di ottimizzazione dell’uso delle risorse in modo da generare vantaggi competitivi per le imprese attraverso il loro trasferimento, sia nel settore agricolo sia industriale. I principali mezzi con cui si realizza sono la condivisione delle infrastrutture per l’utilizzo e la gestione; la fornitura congiunta di servizi necessari per soddisfare i bisogni delle imprese, quindi per la sicurezza, i trasporti, la gestione dei rifiuti; l’utilizzo dei materiali di scarto, o anche delle materie prime.   Quali sono i vantaggi della simbiosi industriale?   La simbiosi industriale apporta vantaggi economici, ambientali, sociali:   riduzione dei costi per materie prime, energia e smaltimento dei rifiuti creazione di una rete di business nuove opportunità di mercato ottimizzazione dell’uso delle risorse diminuzione delle emissioni CO2   La sua realizzazione è possibile solo grazie alla collaborazione tra le imprese e alla sinergia presente sul territorio.   Ogni materiale rappresenta un bene economico   Attraverso la riduzione degli scarti la simbiosi industriale delinea un sistema caratterizzato da una interdipendenza in cui i prodotti di scarto di una linea di produzione diventano preziosi per altre tipologie di produzione. Ecco, allora, la connessione con l’economia circolare: grazie all’interdipendenza si genera un sistema produttivo circolare, in cui non vi è più il concetto tradizionale di rifiuto, in quanto tutti i materiali sono oggetto di scambio, non diventano mai rifiuto/scarto. Essi rappresentano sempre un bene economico.   Nel settore agricolo utilizzando alcuni residui provenienti da attività agroindustriali si può avere addirittura una rigenerazione del suolo agricolo, ad esempio con sostanze o materiali che possono essere utilizzati come fertilizzanti. Non solo quindi si sfruttano le potenzialità del sottoprodotto, ma si riduce anche l’impatto ambientale derivante da processi produttivi.   Simbiosi industriale in Ue: l’esperienza della Danimarca   Il processo di simbiosi in Danimarca è iniziato negli anni 60 dalla cooperazione di 6 imprese diverse: un impianto di produzione di energia elettrica, una raffineria di petrolio, una società biotecnologica, una società di prodotti da costruzione, una società di gestione dei rifiuti e l’amministrazione locale. Negli anni a venire la rete si è ingrandita e ha adattato i processi industriali alle innovazioni tecnologiche. Si basa su scambi energetici, riciclaggio dell’acqua, recupero di materiali: una vera trasformazione di rifiuti in risorse che ha generato una consistente riduzione dell’inquinamento, un risparmio enorme di acqua, la diminuzione dell’estrazione di materiali fossili, che si traducono in tonnellate in meno di emissioni CO2 rilasciate in atmosfera!   Inizia con noi il tuo percorso sostenibile verso l’economia circolare   La commissione europea ha approvato un pacchetto di norme sull’economia circolare – che dovrebbe entrare in vigore dal 2030 – il quale obbligherà i Paesi membri a riciclare almeno il 70% dei rifiuti urbani e l’80% dei rifiuti da imballaggio, oltre al divieto di smaltire in discarica quelli biodegradabili e riciclabili. Lo smaltimento dei rifiuti in discarica costituisce un rischio di inquinamento per l’acqua, il suolo e l’aria. Aumentare la sostenibilità ambientale dei prodotti o della propria organizzazione significa partecipare al processo di decarbonizzazione globale ed entrare a far parte di un mercato sicuro e redditizio.   Inizia anche tu a ridurre le emissioni CO2 grazie ai nostri servizi riservati ad imprese ed organizzazioni.   Misuriamo l’impronta di carbonio dei tuoi prodotti o della tua organizzazione ed ottieni la certificazione carbon footprint. Scopri con noi tutti i servizi dedicati al miglioramento della tua redditività aziendale, della brand reputation, al giusto utilizzo delle risorse e alla salvaguardia del pianeta. La carbon footprint mira ad una diminuzione delle emissioni di gas serra, protegge l’ambiente e permette di risparmiare sui costi di produzione e di gestione.   Fa’ di una necessità la tua opportunità, contattaci.

Prestazione energetica degli edifici: arriva lo schema che recepisce la direttiva EPDB III

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Il Governo approva in via definitiva lo schema del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea EPBD III. A partire dall’11 giugno 2020 cambiano dunque le disposizioni in materia di efficienza e prestazioni energetiche degli edifici. Ecco i dettagli.   Direttiva EPBD III ed efficienza energetica edifici: quali sono gli obiettivi UE?   La Direttiva europea 2018/844, conosciuta anche come direttiva EPBD III (Energy Performance of Buildings Directive) definisce le misure vincolanti in materia di efficienza energetica degli edifici che gli Stati membri devono adottare.   La direttiva EPDB III mira al raggiungimento di obiettivi precisi, quali:   Accelerare la ristrutturazione economicamente efficiente degli edifici esistenti Favorire la realizzazione di edifici a emissioni zero entro il 2050 Promuovere l’uso di tecnologie informatiche e intelligenti (ICT) per il contenimento dei consumi energetici Incentivare la mobilità elettrica attraverso la realizzazione di infrastrutture di ricarica negli edifici   Per tali scopi, la direttiva promuove l’installazione e l’uso di sistemi domotici e introduce un nuovo indicatore di “prontezza” da affiancare alla già presente classificazione di prestazione degli edifici.   Se la domotica consente di automatizzare il funzionamento e il controllo degli impianti tecnologici presenti negli edifici, l’indicatore di “prontezza” serve a capire quanto l’edificio sia pronto ad accogliere tecnologie smart.   L’Italia si è preparata a recepire la Direttiva EPBD III approvando il decreto legislativo n. 48/2020 – pubblicato nella gazzetta ufficiale del 10 giugno 2020 – il quale modifica l’attuale D. Lgs. n.192 del 19 agosto 2005.   Nuovo schema: ecco come cambia il D. Lgs. 192 del 2005   Se la Direttiva EPBD III agisce in modifica della direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia e della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, lo schema del Decreto Lgs. 48/2020 modifica l’attuale D. Lgs. 192 del 2005.   Ma in che modo?   L’attuale D. Lgs. 192 del 2005 si applica a edifici pubblici e privati e definisce la metodologia da usare per il calcolo della prestazione energetica degli stessi. Un decreto che finora è stato un punto di riferimento, perché contiene le prescrizioni e i requisiti minimi da osservare in caso di costruzioni, ristrutturazioni importanti e riqualificazioni energetiche degli edifici.   Inoltre, il D. Lgs. 192/2005 si applica all’esercizio, al controllo, alla manutenzione e all’ispezione degli impianti termici degli edifici; disciplina gli obblighi legati all’attestato di prestazione energetica e definisce il quadro di azione per la promozione di edifici a energia quasi zero.   Con il neo decreto in vigore dall’11 giugno cambiano diverse disposizioni.   Questo introduce la definizione di “sistema di automazione e controllo dell’edificio” ed estende il suo campo di azione anche agli impianti di ricarica per i veicoli elettrici integrati negli edifici.   Gli operatori e gli installatori che provvedono alla messa in opera di sistemi tecnici per l’edilizia e di elementi edilizi devono possedere opportuni titoli e requisiti professionali, tra cui frequentazione di un corso di specializzazione e certificazioni.   Il nuovo decreto legislativo interviene anche in materia di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici da porre negli edifici. Si demanda, infatti, a un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico per stabilire le modalità di introduzione di queste infrastrutture e le disposizioni per garantire il loro ingresso entro il 1° gennaio 2025 negli edifici non residenziali con almeno 20 posti auto.   A tal proposito, sono indicate già modalità e condizioni per l’introduzione degli impianti di ricarica, criteri però che non valgono per: gli edifici di proprietà di piccole e medie imprese, in caso di domande di permesso di costruire o domande equivalenti presentate entro il 10 marzo 2021, per i casi in cui il costo per l’installazione degli impianti di ricarica e di canalizzazione supera il 7% del costo totale della “ristrutturazione importante dell’edificio“.   Altra modifica riguarda gli incentivi di efficienza energetica. In caso di ristrutturazione la loro entità, infatti, potrebbe dipendere dai risparmi energetici conseguiti, i quali saranno monitorati dallo stesso ente che concede l’incentivo, dunque dallo Stato, dalle Regioni o dagli enti locali. Questi ultimi, però, ai fini del monitoraggio, dovranno tenere conto di almeno uno dei criteri seguenti:   La prestazione energetica dei materiali – o dell’apparecchiatura – usati per la ristrutturazione Il confronto degli APE rilasciati prima e dopo la ristrutturazione I valori standard per il calcolo dei risparmi energetici negli edifici Una diagnosi energetica Altro metodo trasparente e pertinente che indichi il miglioramento della prestazione energetica   Una strategia per il parco immobiliare italiano   Decarbonizzazione ed alta efficienza energetica entro il 2050 sono gli obiettivi perseguiti dalla strategia a lungo termine definita nello schema del decreto legislativo. Una strategia che punta ad agire sulla scia degli obiettivi fissati dalla Direttiva EPBD III e che interviene per riqualificare il parco immobiliare nazionale. Una riqualificazione per la trasformazione degli edifici esistenti che agisce anche in termini di costi.   Prestazione energetica degli edifici: cambiano criteri e metodi per il calcolo   Altra modifica che riguarda il D. Lgs. 192 del 2005 riguarda la metodologia e i criteri per il calcolo della prestazione energetica degli edifici oggetto di costruzione, ristrutturazioni importanti e riqualificazioni energetiche.   Viene stabilito che prima dell’intervento di nuova costruzione o di ristrutturazione dell’edificio bisogna considerare la fattibilità tecnica, economica e ambientale dei sistemi alternativi ad alta efficienza, se presenti, come: i sistemi di produzione di energia rinnovabile, la cogenerazione, il teleriscaldamento, le pompe di calore, ecc.   In caso di sostituzione di generatore di calore in edifici già esistenti o di nuova costruzione bisogna verificare che questi siano dotati di dispositivi autoregolanti, che controllino separatamente la temperatura di ogni vano dell’immobile.   In caso di installazione o sostituzione di sistemi tecnici per l’edilizia bisogna rispettare alcuni requisiti minimi: il rendimento energetico globale, il corretto dimensionamento, la corretta installazione ed eventuale adozione di sistemi di regolazione e controllo differenziabili per gli edifici nuovi ed esistenti.   Infine, è precisato che i requisiti degli edifici nuovi o ristrutturati devono “rispettare i parametri del benessere termo-igrometrico degli ambienti interni, della sicurezza in caso di incendi e dei rischi connessi all’attività sismica“.   La

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