Dal 2025, le imprese che lavorano con cacao, legno, gomma, caffè, soia, palma da olio o bovini non possono più fare finta di niente. L’Europa chiede trasparenza. E la chiede per davvero.
Non bastano più le dichiarazioni d’intenti, i bilanci impeccabili o le promesse sui social: con il Regolamento (UE) 2023/1115 – EUDR, ogni prodotto dovrà dimostrare, dati alla mano, di non essere legato alla deforestazione.
Ma attenzione: l’EUDR non è solo una legge da rispettare. È un’occasione per guardarsi dentro. Per chiedersi: quanto conosciamo davvero la nostra filiera? Quanta fiducia possiamo trasmettere a chi sceglie i nostri prodotti?
Oltre il rispetto normativo: un cambio di mentalità
Il Regolamento è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE il 9 giugno 2023 e diventerà operativo per le grandi imprese dal 30 dicembre 2025, per le PMI dal 30 giugno 2026.
Ma non è la data a fare la differenza. È il messaggio: non è più accettabile che il valore di un prodotto si costruisca a scapito di un ecosistema.
L’EUDR ci spinge a cambiare prospettiva: non basta rispettare le regole, bisogna assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Non conta solo cosa mettiamo sul mercato, ma anche l’impronta che lasciamo nel mondo.
Tre requisiti, una sola certezza: serve prepararsi ora
Il regolamento vieta l’immissione nel mercato UE di prodotti che:
- Provengano da aree deforestate dopo il 31 dicembre 2020;
- Non rispettino le leggi del Paese d’origine (anche su diritti umani e ambiente);
- Non siano accompagnati da una dichiarazione dettagliata di due diligence.
Questa dichiarazione non è un semplice documento formale. È la prova che l’impresa conosce davvero la propria catena del valore, è in grado di mappare l’origine dei beni, di valutarne i rischi e di mitigarli con scelte concrete.
È il momento in cui ogni azienda si espone. E lo fa per essere credibile.
Cosa comporta davvero la due diligence?
Non basta dire “il mio prodotto è sostenibile”. Serve dimostrarlo.
Significa:
- conoscere le coordinate GPS del terreno da cui arriva la materia prima;
- sapere chi c’è dietro a ogni passaggio;
- avere documenti aggiornati, tracciabili e archiviati correttamente;
- valutare con attenzione ogni potenziale criticità.
Ecco perché non si tratta solo di adeguarsi a una norma. Ma di costruire un sistema interno robusto, trasparente, vivo.
EUDR non riguarda solo chi importa legno
Spesso si pensa che l’EUDR interessi pochi settori. In realtà, le ricadute sono trasversali: dalla moda (pelle bovina) al food & beverage (caffè, cacao, soia), dalla logistica (imballaggi in legno) al farmaceutico (derivati della gomma).
Ogni anello della filiera è coinvolto, dall’azienda capofila al subfornitore più piccolo.
La buona notizia? L’EUDR crea una base comune: finalmente, tutti devono giocare con le stesse regole.
E chi non si adegua?
Le conseguenze non sono solo sanzioni fino al 4% del fatturato. Sono anche reputazionali. Un marchio che oggi non è in grado di raccontare – e dimostrare – il percorso dei propri prodotti perderà la fiducia del mercato.
Non si tratta più di greenwashing, ma di green credibility. O ce l’hai, o sei fuori.
In Italia, il controllo sarà affidato al MASAF e al Corpo dei Carabinieri. Ma il vero controllo lo faranno consumatori, investitori, stakeholder. Online, in tempo reale.
Il ruolo della tecnologia (e della cultura)
Adeguarsi all’EUDR richiede strumenti tecnici: sistemi di raccolta dati, dashboard, interfacce digitali per compilare e inviare le dichiarazioni.
Ma serve anche una cultura interna orientata al miglioramento continuo. Una governance ESG che non sia solo un’etichetta, ma un metodo.
Come ti supportiamo in Tecno Group
In Tecno Group, lavoriamo ogni giorno per aiutare le imprese a orientarsi in scenari complessi. Lo facciamo con strumenti digitali, consulenza normativa e una visione chiara della transizione sostenibile.
Ti supportiamo in ogni fase del percorso EUDR:
- raccolta e validazione delle informazioni di filiera;
- valutazione dei green claim secondo le normative più recenti;
- formazione specifica contro il rischio di greenwashing;
- predisposizione della documentazione per la due diligence.
La tua azienda è davvero pronta ad affrontare l’EUDR con metodo, responsabilità e visione di lungo periodo? Scopri come possiamo accompagnarti in questo percorso