Come determinare l’impronta idrica del processo produttivo e ottenere la certificazione ISO 14046.
Competitività aziendale e sostenibilità del processo produttivo sono solo alcuni dei benefici legati alla determinazione della water footprint. Vediamo insieme di cosa si tratta e come misurare l’impronta idrica nel rispetto di quanto previsto dalla norma ISO di riferimento e secondo la metodologia LCA.
La risorsa idrica nei processi produttivi e aziendali
L’acqua è una delle risorse indispensabili del pianeta, una risorsa il cui consumo aumenta dell’1% ogni anno e che rischia di essere un bene in esaurimento.
Impiegata nel settore domestico – per un consumo pari al 10% del dato globale – e nel settore agricolo – circa il 70% del consumo mondiale – l’acqua risulta indispensabile anche per settori industriali e per organizzazioni impegnate nella realizzazione di prodotti e servizi.
L’acqua viene utilizzata per irrigare campi agricoli, per produrre energia elettrica e per dar vita a prodotti, processi e servizi; ma ci siamo mai chiesti qual è l’impatto ambientale di tale utilizzo?
È in questo panorama che si inseriscono concetti come contenuto di acqua virtuale e water footprint; elementi che – se relazionati alla storia produttiva o al ciclo di vita di un prodotto/servizio – e se misurati, aiutano ad aumentare le performance aziendali nel rispetto dell’ecosistema.
Virtual water content e water footprint
Il concetto di virtual water content si riferisce al contenuto virtuale di acqua dolce impiegato in ogni fase della realizzazione di un prodotto, processo o servizio.
Un elemento che si differenzia dalla water footprint perché quest’ultima aggiunge alla definizione di VWC anche altri elementi, quali: la differenziazione delle acque impiegate, la localizzazione geografica della captazione delle risorse e il periodo in cui l’acqua viene utilizzata.
L’espressione water footprint sta per impronta idrica, ossia l’indicatore del consumo di acqua dolce, sia diretto che indiretto, da parte di un consumatore o di un produttore. Una definizione che compare per la prima volta nel 2002, perché formulata dal Prof. dell’università olandese di Twente, A.Y. Hoekstra, e che oggi sta attirando l’attenzione di molte realtà aziendali.
La water footprint assessment considera tre componenti:
- Acqua blu: il prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate a scopi agricoli, industriali o domestici. Rappresenta il volume delle acque dolci che non torna a monte, ossia nel punto del processo produttivo in cui è stata prelevata;
- Acqua verde: rappresenta il volume di acqua piovana usata durante la fase di produzione del prodotto/servizio che non contribuisce al ruscellamento superficiale;
- Acqua grigia: è il volume dell’inquinamento dell’acqua impiegata che incide in modo diverso sul ciclo idrogeologico.
Water footprint: cosa misura e cosa no
La determinazione della water footprint non ha nulla a che fare con il danno ambientale locale correlato all’uso di acqua, essendo questo legato all’individuazione di ulteriori fattori locali, funzionali e altre sorgenti inquinanti.
La water footprint misura la quantità di acqua dolce impiegata nell’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio, tenendo conto anche dei consumi evaporati o incorporati e inquinati per unità di tempo.
È una misura volumetrica e fornisce un’indicazione sulla sostenibilità spazio temporale dell’acqua usata per fini antropici.
La determinazione della water footprint è vincolata alle seguenti fasi:
- Quantificazione e localizzazione dell’impronta idrica del prodotto o del processo nel periodo di riferimento
- Valutazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’impronta idrica individuata
- Definizione delle strategie volte alla riduzione dell’impronta idrica rilevata
Water footprint: tra norme ISO e metodo LCA
Per determinare l’impronta idrica di un ciclo produttivo o di un processo bisogna seguire le indicazioni contenute della norma ISO 14046 – “Environmental management water footprint principles, requirements and guidelines” – la quale individua: i principi, le linee guida per l’individuazione della WF di prodotti, processi e organizzazioni secondo la metodologia LCA.
Cos’è la LCA?
La Life Cycle Assessment è la metodologia usata a livello internazionale per definire la quantità dei carichi energetici e ambientali e gli impatti potenziali associati ad un prodotto, processo e attività durante il suo intero ciclo di vita.
Relazionata alla Water Footprint, questa metodologia consente di tracciare il volume di acqua dolce impiegato nella fase di prelievo della materia prima, passando per l’impiego della risorsa in ambito di produzione e distribuzione sul mercato, fino allo step dedicato allo smaltimento del prodotto e/o servizio.
Con il metodo LCA, applicato nel rispetto delle norme ISO 14040:2006 e 14044:2018, la determinazione dell’impronta idrica prevede:
- La compilazione dell’inventario degli imput e degli output di un dato sistema
- La valutazione del potenziale impatto ambientale correlato a tali imput e output
- L’interpretazione dei risultati e il miglioramento dell’impronta idrica rilevata
Imprese e organizzazioni: perché misurare la water footprint?
Agire in favore di risorse naturali in riduzione e a beneficio dell’ambiente si traduce in opportunità imprenditoriali tangibili perché i consumatori premiano le aziende e le organizzazioni che sposano la causa ambientale. Misurando la WF è possibile inoltre:
- Comprendere il consumo idrico diretto e indiretto legato all’organizzazione e/o alla produzione di prodotti
- Ottimizzare l’impronta idrica e ridurre l’impatto ambientale
- Migliorare la comunicazione aziendale sia interna che esterna
- Aumentare l’efficienza delle risorse
- Efficientare la gestione idrica aziendale considerando le prestazioni ambientali
- Migliorare la competitività e la sostenibilità del sistema produttivo
Le imprese che utilizzano la risorsa idrica nei loro processi produttivi e che intendono dimostrare il loro impegno a favore dell’ambiente possono conseguire la certificazione della water footprint.
Una certificazione da conseguire con il supporto di un team di esperti pronti a guidare i soggetti interessati nell’applicazione di tutte le disposizioni previste dalla ISO 14046 e ad effettuare la verifica di conformità dell’analisi, dei dati, dei calcoli eseguiti e a produrre la documentazione prevista dalla norma standard: relazione scritta dello studio LCA effettuato e dichiarazione riassuntiva dei risultati ottenuti.
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