La consapevolezza dei problemi ambientali coinvolge cittadini, istituzioni ed aziende, specie quelle che operano nei settori ad alto rischio. L’indagine di DNV GL – Business Assurance – e GFK Eurisko, Istituto di ricerca internazionale, ha analizzato le modalità di gestione dei rischi ambientali nelle aziende, le misure intraprese e i loro investimenti futuri, coinvolgendo Paesi quali Europa, Asia, Centro, Nord e Sud America. Il campione analizzato nell’indagine comprende 578 aziende ad alto rischio, di cui 177 impegnate nel settore chimico.
Qual è l’approccio ambientale delle aziende? Come gestiscono e riducono i rischi ambientali connessi alle attività industriali?
Il punto di vista delle aziende nel mondo: cosa emerge dall’indagine?
Dall’indagine emerge quanto diverse aziende di tutto il mondo concordino sull’importanza della tutela ambientale e di quanto sia necessario integrarla nella pianificazione delle loro strategie.
Il comparto industriale grava ancora significativamente sull’ambiente in termini di inquinamento e rifiuti prodotti, nonostante negli ultimi anni abbia registrato grandi miglioramenti grazie alla certificazione ambientale, progressi in efficienza energetica e allontanamento progressivo dalla produzione pesante.
Ogni Paese percepisce un determinato rischio più dannoso rispetto ad altri per l’ambiente. Ad esempio:
- nel Nord America sono preoccupati per lo smaltimento dei rifiuti
- gli europei sono più sensibili al consumo di risorse energetiche non rinnovabili
- nei Paesi Bassi, in Norvegia e in Svezia si registra una preoccupazione maggiore per il rischio connesso ad emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra
- in India si preoccupano principalmente della scarsità delle risorse idriche
Tutela ambientale: l’impegno delle aziende ad alto rischio
Le aziende ad alto rischio sono quelle che si occupano di attività estrattive minerarie, petrolifere e gasiere, tintura e concia di tessuti e capi, produzione di cellulosa, chimica e farmaceutica, edilizia civile e demolizioni, smaltimento di rifiuti pericolosi e non, smaltimento di reflui e acque nere.
La tutela ambientale è considerata seriamente dalle aziende di tutti i settori; l’indagine effettuata rileva però che le aziende del comparto chimico sono quelle che stanno lavorando più attivamente per limitare il proprio impatto sull’ambiente, oltre ad essere le più soggette a normative e controlli severi.
Le preoccupazioni principali riguardano la gestione di materiali e rifiuti pericolosi, lo scarico di acque reflue, lo smaltimento dei rifiuti, le emissioni atmosferiche.
Investimenti sostenibili: dall’etica alla certificazione ambientale
Il rispetto di leggi e normative è uno dei motivi principali che spinge le aziende ad intraprendere iniziative di salvaguardia ambientale, a favore della sostenibilità, accompagnata molto spesso da campagne di advertising in grado di trasmettere i valori e l’etica dell’azienda.
Le esigenze e le richieste dei consumatori incidono notevolmente, così come i piani messi a punto dalle istituzioni: riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 40% al 2030.
Più del 70% delle aziende ha intrapreso azioni concrete volte al miglioramento della reputazione ambientale, spesso ricorrendo alla certificazione ambientale. Oltre il 90% degli intervistati ha affermato di mantenere o incrementare il livello degli investimenti. Il 43% delle aziende ad alto rischio e il 48% delle industrie chimiche confermano di aumentare il numero di investimenti in tutela ambientale negli anni a seguire.
Sostenibilità e competitività: attuare comportamenti virtuosi
Migliorare l’intero ciclo produttivo e le attività ad esso connesse, porta un vantaggio anche competitivo per l’azienda, ne rafforza il brand e i valori che esso rappresenta.
Bisogna attuare misure sostenibili in tutte le fasi della catena – produzione, imballaggio, trasporto, utilizzo, riciclo – creando un’integrazione tra cittadini, istituzioni e imprese al fine di costruire e fortificare le sinergie necessarie allo sviluppo sostenibile.
La sostenibilità aziendale è raggiungibile attuando comportamenti virtuosi:
- controllo delle emissioni di gas climalteranti
- riduzione degli sprechi di energia, risorse idriche e materie prime
- diminuzione dell’uso di plastica, carta e altri materiali difficili da smaltire
- corretta gestione dei rifiuti
- predilezione per fornitori che sostengono lo sviluppo sostenibile, ad esempio con produzione attraverso processi di riciclo
- maggiore digitalizzazione nei processi produttivi e logistici
- sensibilizzazione sui temi di politica ambientale a tutti i dipendenti dell’azienda
Sempre più aziende investono oggi su progetti innovativi di efficienza energetica, ricorrendo all’utilizzo di fonti rinnovabili e realizzando prodotti a minor impatto. Un’impresa che gestisce il proprio business in modo sostenibile minimizza i rischi legati all’impatto ambientale.
Tra i vari strumenti a disposizione vi sono i sistemi di gestione, certificabili, quindi riconoscibili da tutti gli operatori del mercato.
Il sistema di gestione dell’energia ISO 50001 permette di aumentare e migliorare l’efficienza energetica in azienda. Con un uso razionale e consapevole dell’energia si eliminano gli sprechi, diminuiscono i consumi e si riducono le emissioni di CO2.
Rendi visibile il tuo impegno, costruisci un futuro sostenibile per la tua azienda
La comunicazione e la trasparenza sono strumenti in grado di trasmettere in modo tangibile visioni, iniziative e prospettive dell’azienda. Le certificazioni, come la EPD e la Carbon footprint, consentono a clienti, consumatori e stakeholder di verificare le informazioni, i valori e l’approccio ambientale dell’azienda.
Riconosciamo la sostenibilità come un’opportunità, un impegno fondamentale per la salvaguardia ambientale, una leva di crescita e di rafforzamento della brand identity.
Lasciati guidare nel tuo percorso di sostenibilità aziendale dai nostri esperti di energy management.