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Piano nazionale transizione 4.0: i crediti d’imposta del prossimo biennio

Indice dei contenuti

Articolo aggiornato in data 23/01/2023

 

Nuovo anno, nuova Legge di Bilancio. La digitalizzazione delle imprese resta tra le priorità dello Stato, che conferma nuovamente il credito d’imposta Industria 4.0 a supporto delle realtà che intendono avviare un processo di innovazione all’interno della propria azienda.
Negli anni passati questa misura ha subito diversi cambiamenti: la modifica delle aliquote, l’estensione dell’agevolazione al 2025 fino all’introduzione – nel 2022 – di un ulteriore agevolazione introdotta con il Decreto Aiuti. Vediamo ora quali cambiamenti la Legge di Bilancio 2023 apporta al credito d’imposta Industria 4.0.

Credito d’imposta Industria 4.0: l’incentivo che incoraggia gli investimenti delle imprese

Il credito d’imposta Industria 4.0 è un’agevolazione statale introdotta nel 2020 rivelatasi particolarmente sorprendente, data l’adesione delle tante imprese. In effetti, prima mediante il Piano nazionale Industria 4.0 e in seguito attraverso il Piano nazionale Transizione 4.0, il Governo ha voluto dare una spinta alla transizione digitale delle imprese italiane, sostenendo nel tempo una misura che ha facilitato l’implementazione di strumenti o beni tecnologicamente avanzati, ma anche macchinari, software e beni immateriali diversi.
L’adozione dei cosiddetti beni strumentali materiali, immateriali, 4.0 o non tecnologicamente avanzati, permette di centrare esattamente le finalità perseguite dai piani nazionali approvati negli anni: digitalizzazione delle imprese, rafforzamento del Made in Italy, maggiore produttività e sostenibilità per le aziende italiane.
Dal 2023 al 2025 le imprese possono continuare ad approfittare di questo importante incentivo per entrare in possesso di beni diversi, nel rispetto delle aliquote che chiariamo di seguito.

Credito d’imposta beni strumentali nuovi materiali e immateriali

Ai crediti d’imposta per beni strumentali nuovi materiali e immateriali possono accedere tutte le imprese residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di aziende estere, indipendentemente dalla dimensione, dal settore di appartenenza o dalla forma giuridica.
Tali sono utilizzabili esclusivamente in compensazione in tre quote annuali dello stesso importo.
Per i beni strumentali materiali 4.0 (inclusi nell’allegato A della Legge n. 232/2016) il credito d’imposta è corrisposto secondo le seguenti aliquote:
  • Aliquota del 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • Aliquota del 10% per investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • Aliquota del 5% per investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro. 

 

In tutti i casi la Legge riconosce il credito d’imposta per beni strumentali materiali anche alle imprese che non completano l’investimento nell’arco dell’anno d’interesse, a condizione che entro il termine dello stesso anno l’ordine risulti accettato dal venditore, che l’acquirente abbia versato un acconto pari ad almeno il 20% del costo complessivo e che l’investimento si concluda entro il 30 giugno dell’anno successivo.

 

In merito a tale possibilità, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto una proroga. In effetti, le imprese che hanno compiuto l’investimento nell’anno 2022 possono accedere all’agevolazione beneficiando delle più vantaggiose aliquote pari rispettivamente al 40, 20 e 10% e concludere l’investimento entro il 30 settembre 2023 (anziché il 30 giugno), purché sia l’ordine che l’acconto pari ad almeno il 20% risultino – rispettivamente accettato dal venditore e versato dall’acquirente – alla data del 30 dicembre 2022.
Per i beni strumentali immateriali 4.0 (inclusi nell’allegato B della Legge n. 232/2016) il credito d’imposta è corrisposto, invece, secondo le seguenti aliquote:
  • Aliquota del 20% per investimenti fino a 1 milione di euro per l’anno 2023;
  • Aliquota del 15% per investimenti fino a 1 milione di euro per l’anno 2024;
  • Aliquota del 10% per investimenti fino a 1 milione di euro per l’anno 2025.

 

Innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo: gli altri crediti d’imposta

 

Oltre ai crediti d’imposta sopra menzionati, i piani nazionali prevedono ulteriori crediti d’imposta per andare incontro a più esigenze aziendali e favorire al contempo il raggiungimento degli obiettivi individuati.

 

Alle imprese che investono in progetti di ricerca e sviluppo (attività di ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale) per il periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2031 è riconosciuto un credito d’imposta pari al 10%, nel limite di spesa massimo annuale di 5 milioni di euro.

 

Al momento sembra che non siano più riconosciuti i crediti d’imposta per attività di formazione 4.0 e beni strumentali ordinari (beni non 4.0) previsti fino al 31 dicembre 2022.

 

È riconosciuto un credito d’imposta per le attività di innovazione tecnologica, finalizzate alla creazione di prodotti o processi di produzione nuovi o migliorati, pari al 10% fino al 31 dicembre 2023 e al 5% del costo dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, nel limite massimo di spesa annuale pari a 2 milioni di euro.

 

Infine, è riconosciuto un credito d’imposta per innovazione tecnologica 4.0 e green alle imprese che investono in attività finalizzate al raggiungimento di obiettivi di transizione ecologica o di innovazione tecnologica 4.0, mediante attività indirizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati. In questo caso, lo Stato riconosce l’agevolazione in misura pari al 10% per l’anno 2023 e pari al 5% per i periodi successivi fino al 31 dicembre 2025, nel limite massimo di spesa annuale pari a 4 milioni di euro.

 

Investimenti in beni strumentali: le nostre soluzioni

 

Il nostro kontrolON è il sistema di monitoraggio industriale che consente alle imprese di accedere al credito d’imposta per beni materiali strumentali nuovi. Uno strumento efficace, che permette di controllare in tempo reale –  e anche tramite app gratuita – i dati di produzione, i consumi energetici degli impianti, di confrontare i kpi di settore e intervenire tempestivamente in caso di anomalie o guasti.

 

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